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Allestimenti

Utopie nascoste e nuova avanguardia

Filippo Innocenti



Si apre oggi a Graz, nell'ambito dello "steirischer herbst", la mostra Latent Utopias a cura di Zaha Hadid e Patrik Schumacher. ARCH'IT presenta l'iniziativa attraverso i contributi di Patrik Schumacher, che illustra i contenuti del progetto allestitivo nel quadro della più generale organizzazione teorica della mostra, e di Filippo Innocenti (SPIN+) che descrive i criteri espositivi adottati nella presentazione delle opere selezionate. [PG]




DIFFERENZIAZIONE E AUTOPOIESI NEL PENSIERO ARCHITETTONICO DI PATRIK SCHUMACHER

Le possibilità di concepire lo spazio architettonico, negli ultimi anni, sono state radicalmente aumentate dalle opportunità offerte dagli attuali mezzi di progettazione elettronica. L'esplorazione di questi nuovi paesaggi creativi avvicina la professione dell'architetto a quella dell'artista e gli impone di "giocare" e di sperimentare. Il fine ultimo di questa ricerca, tuttavia, va ben al di là delle intenzioni del singolo e la sua comprensione richiede forme di appropriazione collettiva. È inevitabile chiedersi quale tipi di habitat potrebbero scaturire da questi scenari, ma possiamo davvero parlare di nuove utopie?


L
atent Utopias: Asymptote.

[26oct2002]
Secondo Patrik Schumacher, la possibilità di formulare un modello utopico coerente, in grado di includere sia gli aspetti socio-economici che quelli politici, spingendosi fino all'architettura, si scontra con l'insormontabile complessità del problema. In particolare, l'impossibilità di prevedere i risultati dei patterns socio-economici in ascesa rende inutilizzabile un sistema di pianificazione che si ponga un obiettivo specifico (goal directed). Il concetto di utopia è messo in crisi soprattutto da due aspetti: il dissolversi degli argomenti socio-politici sull'emancipazione e la crescente autonomia, nonché chiusura autoreferenziale, della disciplina dell'architettura. Nel primo caso Schumacher chiama in causa la formula di Lyotard nota come "la fine delle grandi narrative"; nel secondo porta ad esempio l'opera di architetti quali Peter Eisenman, suggerendo che la progressiva autonomia dell'architettura potrebbe essere letta come il risultato di un processo più generale di differenziazione della società. Quale conseguenza di questa differenziazione, per la quale la comunicazione sociale tende a frammentarsi in una serie di domini autonomi -politica, economia, scienza, arte, etc.- registriamo l'impossibilità di stabilire un controllo centrale o una direzione unica di sviluppo. I vari domini, o sottosistemi, stabiliscono la loro stessa "sovranità indipendente" sulla base delle caratteristiche intrinseche di operatività, in funzione del programma specifico e delle loro priorità. Ecco che la Verità scientifica viene costruita e invalidata all'interno del proprio sistema di comunicazione; la Legislatura si applica solamente nel campo delle proprie, approvate, procedure; la Razionalità economica rimane valida esclusivamente all'interno del proprio discorso. L'emancipazione dell'arte, continua Scumacher, è evidentemente l'esempio più familiare di chiusura autoreferenziale autonoma.

  Il concetto di utopia, pertanto, deve essere necessariamente riformulato "imponendo una ritirata strategica dall'immediato programma del progresso". Si tratta di reimpostare il problema sostituendo ogni strategia di previsione direzionale con altre in grado di circoscrivere l'orizzonte di ricerca alla sperimentazione esaustiva delle possibilità della propria disciplina.


L
atent Utopias: dECOi.

Contrariamente a quanto potremmo pensare, la limitazione della disciplina al proprio ambito referenziale sposta il problema progettuale dalla concezione del nuovo, quale risultato di una ricerca finalizzata, verso la concezione del nuovo attraverso la sistematica produzione del diverso, procedendo per mutazioni. Al giorno d'oggi qualsiasi strategia innovativa, sulla base dei modelli che ammettono il concetto di co-evoluzione per subsistemi autoreferenziali indipendenti, come nel caso della psicologia cognitiva o della sociologia, non può prescindere dal ricorrere a una certa misura di indeterminatezza e aleatorietà. Sebbene il concetto di casualità suggerisca percorsi antitetici rispetto all'idea di razionalità o di strategia, comincia a prendere forma una nuova concezione di "razionale". Del resto, se la razionalità in campo legale non è la stessa razionalità valida in campo scientifico o in economia, allora possiamo spingerci ad affermare che la razionalità del design non debba essere controllata che dalla sua stessa logica.

Nell'attuale fase di mutazione il ruolo dell'avanguardia diviene quello di far fronte ad una inesauribile esigenza e libertà di sperimentazione che, del resto, è alla base della straordinaria proliferazione formale contemporanea. La verifica dei risultati, o meglio la scelta dei risultati, conclude Schumacher, non può prescindere da una appropriazione creativa da parte del pubblico tramite il confronto diretto. L'esposizione interattiva, pertanto, diviene il terreno più adatto e forse l'unico per "dissotterrare le potenzialità latenti dell'architettura".



LATENT UTOPIAS

Nella mostra Latent Utopias aperta a Graz dal 26 ottobre al 4 novembre, Zaha Hadid e Patrik Schumacher faranno il punto sullo stato della neo-avanguardia architettonica. Le partecipazioni, da Asymptote a Reiser+Umemoto, da Decoi a Kolatan/Mc Donald sono state selezionate per formare un fronte ampio ed eterogeneo. Il motivo conduttore è dato dall'uso del mezzo elettronico quale strumento di estensione delle possibilità esplorative nel campo architettonico, sia dal punto di vista della progettazione (è il caso delle implosioni funzionali del "Big Wave", il sistema di superfici attrezzate di Zaha Hadid) che da quello dell'operatività (come nel caso dei robot dell'AADRL).


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atent Utopias: Reiser+Umemoto.

Lo spazio dell'esibizione, data la sede prescelta, non poteva essere più classico. Il Landesmuseum Joanneum di Graz, infatti, in stile neo-classico/neo-barocco, offre una successione di stanze en suite articolate simmetricamente intorno allo spazio centrale della rotonda. Situata al primo piano, la mostra sarà accessibile dallo scalone principale. Dallo spazio d'arrivo della scala si potrà scegliere se indirizzarsi verso il centro della rotonda o se percorrere alternativamente le due ali espositive.

Secondo le intenzioni dei curatori, il contributo digitale che accomuna tutti i partecipanti, montato in un unico video e proiettato sulla cupola della rotonda, guiderà i visitatori nel liquid lounge dell'austriaco Andreas Thaler. Nei percorsi espositivi ogni stanza in successione sarà divisa per offrire una doppia superficie che consentirà di confrontare contemporaneamente il contributo di due architetti. La 'dissezione' dello spazio potrà effettuarsi sia sull'asse maggiore, o minore, che in diagonale.

Il punto essenziale della mostra è quello di consentire una forma di appropriazione creativa delle possibilità architettoniche suggerite dai prototipi esposti. Ogni richiamo ad interni convenzionali sarà accuratamente evitato.


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atent Utopias: Andreas Thaler.

Il materiale esposto -composizioni tridimensionali, elementi d'arredo inusuali, sistemi abitativi semi astratti- cercherà di fare forza sugli aspetti unfamiliar per accentuarne le potenzialità dissociative e alludere a forme parallele di altre everyday lifes.

Tra gli interventi, elettronicamente interattivi, meritano un'anticipazione i prototipi nati dalla collaborazione tra il Design Research Lab dell'Architectural Association e il produttore di componenti automatizzati Festo. Questi rudimentali robot architettonici, che segnano lo stato attuale del programma di ricerca triennale dell'AADRL sui Responsive Environments, promettono di spingersi nel campo della cinetica articolando un codice di risposte formali-spaziali agli impulsi diretti forniti dal pubblico. Il programma sul Responsive Environments, già presentato in occasione dell'ultimo ArchiLab di Orleans, nasce in parte come risposta alle problematiche sollevate dai sistemi di progettazione esaustiva all'interno dell'AADRL. Quando l'attenzione progettuale si sposta dalla produzione del singolo oggetto alla matrice delle sue permutazioni spaziali, il prodotto viene sostituito dal sistema o dal "software" in grado di produrlo. In questo senso i robot del AADRL esplorano il campo delle configurazioni formali associate alle proprie capacità operative, in risposta alla computazione degli stimoli forniti dal pubblico.

Nuove utopie? Esperimenti stravaganti? In che misura questa architettura si allontana dal concetto tradizionale della professione?

In fondo non ha importanza. L'avanguardia dei nostri giorni ha già abbandonato l'esigenza della legittimazione nell'ambito di altre discipline.

Ciò che conta è che, per diversi o "strani" che siano, questi esperimenti possano partecipare alla co-evoluzione incontrollata e non direzionale del sistema complessivo.

Filippo Innocenti (SPIN+)
filippo_innocenti@hotmail.com

LATENT UTOPIAS
Experiments within Contemporary Architecture

Landesmuseum Joanneum
Neutorgasse 45
A 8010 Graz

dal 26 ottobre 2002 al 2 marzo 2003

esposizione a cura di:
Zaha Hadid, Patrik Schumacher


produttore:
steirischer herbst
Sackstraße 17
A 8010 Graz
tel: +43 316 823 007
fax: +43 316 835 788
info@steirischerbst.at
http://www.steirischerbst.at



Big Wave

Zaha Hadid Architects:
Zaha Hadid, Patrik Schumacher


collaboratori:
Natalie Rosenberg, Thomas Vietzke

> MUTATIONS. ABSTRACT SPACES/VIRTUAL UTOPIAS
> LATENT UTOPIAS

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La sezione Allestimenti
è curata da
Paola Giaconia


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