Architetture


Emilio Guazzone. Auditorium a Fiesole


Fiesole, la musica, l'architettura

Costruire, o anche solo pensare, qualcosa di nuovo sulla collina di Fiesole non è una cosa semplice. Il posto, lo sappiamo, è uno dei più belli in assoluto: un paesaggio fatto dall'uomo nei secoli con insolito rispetto per tutto quello che già esisteva. Un modo di costruire lento che non ha provocato stravolgimenti. Un paesaggio non imbalsamato per il turista, ma vivo, come piaceva a Michelucci che proprio qui su queste colline aveva deciso di trascorrere la sua lunga vita laboriosa.
Emilio Guazzone, architetto dell'ultima generazione, di Michelucci potrebbe, per età, essere pronipote, ma dimostra, con questo progetto, di aver bene appreso la sua lezione e quella di Savioli, quando giovani anche loro si misurarono con questi luoghi, con queste pietre, con le sobrie geometrie dell'architettura toscana.
Emilio, musicista e fiesolano da sempre, sembra rifiutare sia le durezze della tradizione razionalista, che gli stucchevoli manierismi del postmoderno, proponendoci questa sala per ascoltare e fare musica, che qui, su questa collina, sembra esserci sempre stata.
Una lezione di stile.


Roberto Maestro
L'evento musicale che si realizza al momento dell'incontro tra chi esegue e chi assiste è visto come rappresentazione scenica della musica stessa, ovvero come evento spettacolare più ampio e completo che non il semplice atto dell'ascoltare. Perciò Fiesole, e Piazza del Mercato in particolare, sembra la naturale collocazione per un edificio del genere, grazie alla vicinanza del Teatro Romano e di tutta l'area degli scavi, ricchissimi di richiami a suggestioni sceniche, sia diretti, come luoghi destinati allo svolgimento di spettacoli teatrali e musicali, sia indiretti, determinati dalle valenze evocative, auto-rappresentative e spettacolari, proprie della sua architettura. Oltre a questo va sottolineata una vocazione recente dell'area di progetto verso la pratica musicale per il fatto di ospitare la sede della Società Filarmonica e, in passato, anche la sede iniziale della Scuola di Musica di Fiesole, oggi scuola di fama internazionale.


[20feb2000]

L'AUDITORIUM. L'edificio è tutto contenuto da due grandi e massicci muri longitudinali di pietra. Sono muri tecnici, formati da due o più strati, percorribili all'interno e all'esterno, con scale che portano fino al tetto. Tutta l'architettura del luogo è segnata da una connotazione "muraria" molto forte (inevitabile in un ambiente collinare di forti pendenze). Ci sono le grandi mura etrusche, e le addizioni romane, ma anche i semplici muri a retta o di confine fra le proprietà, le rampe in pietra della piazza, i muri bassi dei parapetti. Infine, il territorio archeologico del Teatro Romano dà un'immagine di sé che non ha quasi più nulla della volumetria architettonica originale; sono rimasti i tracciati al suolo dei perimetri delle costruzioni, qualche porzione di parete arriva a circa un metro da terra, sono stati ricostruiti alcuni brani di membrature significative, il tutto a sottolineare la qualità lineare e superficiale di un'architettura fatta di muri di pietra; il Teatro stesso ha perso l'elevazione della scena e conserva quasi intatte le tribune, con un'architettura formata da uno straordinario muro concavo, adagiato sulla collina.

I due "muri" segnano di per sé i limiti dimensionali dell'intervento. L'altezza e la lunghezza sono quelle dell'auditorium. Sono grandi superfici, molto semplici, continue, pensate come delle ipotetiche preesistenze più antiche, in parte incompiute oppure erose dal tempo. Fra questi muri, in un immaginario scorrere del tempo, si è inserita poco a poco una nuova realtà: corridoi e scale hanno occupato lo spessore cavo delle pareti, poi grandi travature lignee le hanno collegate, definendo un preciso spazio interno. Infine lo spazio si è chiuso, isolando un nucleo più piccolo e più sofisticato, lo spazio sonoro. All'auditorium si accede da un largo scalone, scendendo per circa tre metri, dal livello della piazza fino alla quota dell'ingresso e del foyer, per poi passare fra due "quinte" murarie, ripetizione in scala minore del tema principale dei garndi muri. E' un percorso che allude agli scavi archeologici vicini. Le quinte filtrano la zona di accesso accompagnando lateralmente il percorso di chi entra, e non si contrappongono ad esso come farebbe una facciata vera e propria. Così, si entra all'interno non penetrando un volume in modo frontale, ma lateralmente, fra pareti parallele.



La "piazza della musica".
Il progetto si propone soprattutto come riqualificazione di uno spazio aperto attualmente poco utilizzato e invece ricco di potenzialità, per un uso quotidiano da parte dei fiesolani: una piazza dove poter passeggiare e incontrarsi o giocare sotto gli alberi e lontani dal traffico. L'intervento complessivo prevede la realizzazione di un auditorium ed una caffetteria; gli spazi relativi ai camerini e alle sale prova per gli artisti, ricavati nell'edificio attualmente sede della Biblioteca comunale; un palcoscenico fisso all'aperto per potenziare l'attività stagionale degli spettacoli estivi del Teatro Romano, o per ospitare spettacoli spontanei. Si potrà così ascoltare musica seduti in un emiciclo all'aperto appena delineato, o in piedi fra gli alberi della piazza. La "piazza della musica" apre infine la prospettiva di una biblioteca musicale e di un negozio di musica da collocare in una delle costruzioni esistenti al margine dell'area di progetto, e che costituiscono il lato est della piazza.



Dati tecnici.
La forma della sala è riferibile al tipo a pianta rettangolare a dominante frontale, già ampiamente collaudata nel mondo delle sale da concerto, a partire dalla Altes Gewandhaus di Lipsia o dalla Grosser Musikvereinsaal di Vienna o dalla Boston Symphony Hall di Sabine, fino a molte delle realizzazioni di successo più recenti come l'Auditorium del Lingotto di Renzo Piano. La sala da concerto, ad acustica variabile, ha una capacità da 640 a 715 posti a sedere, grazie a piccole modificazioni del palco mobile.




L'INTERNO. Le pareti laterali della sala sono rivestite con una pannellatura in legno ondulato, in modo da offrire una considerevole porzione di superficie convessa alle riflessioni acustiche, così da poter diffondere il suono in tutte le direzioni nel modo più uniforme. Grandi capriate in legno lamellare, accoppiate e percorse da passerelle in ferro, suddividono longitudinalmente l'intero spazio interno in tre grandi campate, corrispondenti, al suolo, alle zone del palco, della prima e della seconda platea. Al soffitto è affidata la variabilità acustica, formato da una serie di grandi pannelli mobili che occupano le "campate" tra le coppie di capriate.


La variabilità acustica è affidata al soffitto, diviso in pannellatura in grado di muoversi in senso verticale compiendo un'escursione di 4 metri, variando così il volume totale della sala di circa un terzo, da 6.275 a 4.155 mc (con un rapporto Vol/spettatore variabile da 9,8 mc a 6,5 mc, per 640 spettatori totali). Inoltre, tutti i pannelli sono girevoli, con una superficie fonoriflettente in legno e una fonoassorbente in materiale sintetico. In definitiva si possono ottenere due assetti estremi della sala, uno adatto alla musica sinfonica, con tempo di riverberazione T60 di 2,2 sec e uno adatto ai convegni, con T60 di 1,07 sec.
La flessibilità della sala è comunque contenuta, ed è centrata sulla capacità di ospitare musica da camera, polifonica, oratoriale e sinfonica. Agli estremi della sua polivalenza la sala sarà compatibile con alcune forme del teatro di prosa e di balletto e con le esigenze della parola in genere, come conferenze congressi.
Nell'immagine a fianco la sala preparata per convegni, sopra, la sala con i pannelli alti e le capriate il legno lamellare in vista, per la musica sinfonica.

La facciata.
La facciata si presenta quindi come un vuoto; i grandi muri laterali sono massicce "spalle" per una copertura leggera, un po' inclinata verso l'esterno, le quinte piccole dividono lo spazio in tre parti. Con la gradinata in luogo di tribune, l'immagine complessiva dell'ingresso è quella di una "scena" intesa in senso classico di edificio scenico, quello dell'architettura teatrale greca e romana. In questo caso può essere utilizzata anch'essa per allestire piccole manifestazioni all'aperto, come versione esterna dell'auditorium, ma il suo ruolo principale è quello di fornire a chi osserva una forte rappresentazione di se stessa. E' insieme oggetto e soggetto della rappresentazione, connota l'edificio come edificio da spettacolo.


La scelta della disposizione tradizionale del palco rispetto al pubblico, cioè in posizione frontale e contrapposta, non è soltanto dovuta a considerazioni di carattere acustico (per la modesta lunghezza della sala infatti, anche le ultime file sono ben raggiunte dal suono diretto), ma soprattutto allo scopo di ricreare quel rapporto preciso di affascinazione, che si instaura sempre fra chi ascolta e chi esegue, fra chi assiste ad uno spettacolo e chi lo rappresenta. Il palco deve essere il luogo dove avviene la "messinscena" della musica, che è il punto d'incontro tra l'artista e il pubblico, ma che rimane proprio dell'artista.

Emilio Guazzone
guazzone@uol.it





Emilio Guazzone si è laureato nel 1995 nella Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze; collaboratore dal 1998 al 1999 del Renzo Piano Building Workshop per il progetto dell'Auditorium di Parma, attualmente in costruzione; Dottorato di Ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell'Architettura e dell'Ambiente presso il Dipartimento di Progettazione dell'Architettura dell'Università di Firenze con una tesi dal titolo: "Geometria dello spazio sonoro nell'architettura delle sale da concerto" Tutor R. Maestro - Co-Tutor Ing. Gerhard Müller della Müller BBM di München. Ha pubblicato il volume "Progetto per un auditorium a Fiesole" Edizioni Cadmo, Fiesole 1996.





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Il percorso.
L'allusione a un percorso attraverso gli "scavi", coinvolge tutto l'impianto di progetto. I muri laterali dell'Auditorium, presentano dei punti di discontinuità in cui le superfici alternativamente si raddoppiano o lasciano scoperte parti più interne e, nello spessore della parete, si sale fino alla copertura dell'edificio, piccola piazza sopraelevata. L'auditorium si intende percorribile in ogni momento, anche a sala chiusa, in continuità con la piazza, gli scavi archeologici vicini, e gli altri punti panoramici.
 

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