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Barkow Leibinger Architects Coltivare il paesaggio |
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Laserfabrik, vista dall'autostrada. |
I due
progetti presentati fanno parte di un'esposizione di alcuni lavori dello studio
d'architettura berlinese formato da Frank Barkow e Regine Leibinger, che ha avuto luogo lo
scorso gennaio alla galleria Aedes-West di Berlino. Il titolo della mostra,
"Cultivating the Landscape", suggerisce quali siano le idee che hanno supportato
il lavoro dei due architetti nella realizzazione della mostra. Fin dagli anni sessanta la
parola landscape/paesaggio ha cominciato a comparire sempre con più frequenza nel lavoro
di alcuni artisti, ad esempio Robert Smithson e Donald Judd, che usavano elementi naturali
come sfondo e materiale della propria opera. |
[23may2000] | ||
Una natura
da modificare, ma anche da proteggere, nei confronti di una società sempre più
disattenta alle problematiche legate all'ambiente. Mentre la figura dell'architetto del
paesaggio conquista la sua autonomia professionale e culturale, il dibattito
architettonico rimane in un certo senso ai margini del discorso paesaggistico,
interessandosi soprattutto alle discussioni a proposito delle metropoli e negli ultimi
anni delle nuove tecnologie digitali. Nei lavori di B+L si riscopre il piacere di pensare al paesaggio come una grande fonte di stimoli architettonici che vanno dall'interesse storico, a quello topografico e naturalistico. In tutti e due i progetti qui presentati è da notare come il lavoro dello studio Kiefer, specializzato in architettura del paesaggio, non è solo di contorno all'architettura ma ne fa parte e la condiziona fino a far scomparire i limiti tra l'intervento paesaggistico e quello architettonico. |
Biosfera: movimenti di terra esistenti. |
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Laserfabrik, interno. Spazi di produzione. Laserfabrik, fasi di costruzione. |
Laserfabrik a Stoccarda, vista del tetto (*). Nel progetto della laser fabrick B+L partono dal concetto dell'edificio industriale ideato da Le Corbusier e lo mettono a confronto con le idee dei costruttivisti russi a proposito della città lineare. Questi ultimi proponevano uno sviluppo metropolitano attraverso le infrastrutture, nel tentativo di diminuire il divario netto che si stava formando tra costruito e territorio agricolo. Anche qui il tentativo è quello di una crescita industriale che non comprometta le prerogative della campagna alla periferia di Stoccarda. La produzione dei laser richiede che tutti gli spazi stiano sullo stesso livello anche se la topografia non lo consente. Invece di "azzerare" il paesaggio, l'edificio è progettato per diventare, con i futuri ampliamenti, progressivamente sotterraneo integrandosi con le proporzioni del contesto agricolo circostante senza creare traumi. È quindi pensato per inserirsi nel territorio e da esso ne ricava dimensioni, trame e movimenti. |
In
contrasto con le fabbriche della prima parte del secolo, gli uffici la lobby e d il
corridoio di cemento presentano un'architettura riservata, mentre la produzione ed il
magazzino sono stati espressamente pensati per creare un movimento ondulato del tetto che
non solo lascia passare la luce, ma che rompe la ripetizione degli elementi prefabbricati
creando una varietà di spazi asimmetrici. [...] nei loro disegni gli architetti
richiamano sia la fabbrica di Le Corbusier progettata nel 1940, sia la città lineare
proposta negli anni Venti dai costruttivisti russi nella ricerca di combinare il piano con
la trama: in questo caso il programma industriale con il paesaggio della periferia di
Stoccarda. Nel suo sviluppo lungo l'autostrada, il progetto richiama il Piano Urbanistico di Leonidov per Magnitogorsk del 1930, che proponeva tra l'altro un piano industriale coordinato con l'adiacente agricoltura. La fabbrica colonizza i campi circostanti ed allo stesso tempo viene colonizzata dal paesaggio (anticipando una crescita infinita). Mohsen Mostafavi (Chairman Architectural Association, London) |
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Biosfera: sezioni. ...Movimenti di terra costituiti di cemento, pietre, legno, terra ed erba si combinano armonicamente con altri elementi paesaggistici, ad esempio un lago artificiale, per creare un passaggio controllato tra il paesaggio esteriore e l'interno della sala espositiva che allo stesso tempo non limita la vista al terreno espositivo. I visitatori sono invitati a sperimentare gli spazi a differenti livelli. Passando sia attraverso il piano terra/giardino ed i suoi differenti spazi permeabili, sia sospesi su una passerella che fa percepire l'esposizione come una sola unità. Le strutture sono state ridotte all'essenziale ed inserite nel paesaggio, come ad esempio il tetto che in alcuni punti diventa giardino trasformando così un'indispensabile protezione per le intemperie in un attrattivo e vantaggioso elemento progettuale. Claus Kapplinger Critico |
Biosfera a Potsdam: modello. Il progetto vincitore per il padiglione centrale del Federal Garden Show 2001 fa propria la storia di un ambiente circostante che ha visto all'opera, in epoche differenti, sia l'abile architetto dei giardini di Sans Souci, Peter Joseph Lenné, sia duecento anni di esercitazioni militari prussiane, naziste ed infine sovietiche. Un terreno pieno di cicatrici che vengono riconsiderate come significativo elemento architettonico. |
Biosfera: interno delle sale espositive. |
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L'architettura
qui diventa condizione di protezione e messa a fuoco di qualità che vanno sicuramente
oltre al puro interesse paesaggistico. Un tetto leggero protegge il terreno facendo in
modo che la topografia artificiale sia il vero e proprio piano terra dell'edificio,
sfruttandone tutte le imperfezioni ed i dislivelli come interessanti elementi progettuali.
La distribuzione degli spazi diventa quasi una conseguenza della scelta della topografia
adattandosi alle irregolarità del terreno. L'architettura sfrutta le qualità
paesaggistiche a suo favore, mentre il paesaggio fa dell'edificio lo sfondo della sua
azione in continuo mutamento. Giammarco Bruno giammarcobruno@hotmail.com |
Biosfera: colorazione nelle diverse stagioni. |
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Frank Barkow nasce nel 1957 a Kansas City, USA. Studia alla
Montana State University. Master ad Harvard nel 1990 e alla Architectural Association nel
1998. È professore invitato alla Cornell University, Itacha e Roma. Regine
Leibinger nasce nel 1963 a Stoccarda. Studia alla Technisce Universität di
Berlino. Master ad Harvard nel 1990 e alla Architectural Association nel 1998. È
professore invitato alla TU Berlin, e alla HfbK di Amburgo, Germania. Lo Studio Barkow
Leibinger Architekten esiste dal 1992. Laserfabrik e Centro Logistico a Stoccarda Barkow Leibinger Architects Landscaping: Büro Kiefer, Berlin Programma: 15.000 m2 che includono sale per produzione dei laser, magazzini, uffici, lobby e sala espositiva. La fabbrica si collega con un tunnel sotterraneo con l'esistente quartier generale della compagnia. Sistema costruttivo: Cemento armato con tetto in acciaio. Costo: 50.000.000 DM Realizzazione: dal luglio 1996 al novembre 1998 (Fase 1) Biosfera a Potsdam Progetto vincitore del concorso, in fase di realizzazione. Barkow Leibinger Architects in collaborazione con Büro Kiefer, Berlin Landscaping per la Biosfera: Büro Diekmann, Hannover. Programma: l'edificio sarà usato prima come sala espositiva per il Federal Garden Show 2001, e successivamente come luogo per un nuovo tipo di riserva naturale da visitare e sperimentare. Le foto della laser fabrik sono di Margherita Spilutini tranne (*) di Roland Halbe. Le descrizioni degli edifici sono tratte dal catalogo della mostra. architetture |
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