Architetture

GRUPPO SUBURBIA. Un centro inter-culturale per una capitale ritrovata




Volumetrico degli elementi distributivi.
IL RAPPORTO CON IL CONTESTO E LE PREVISIONI DI PIANO. Il progetto si propone di svolgere una lettura attenta del contesto orientandosi verso l'esplicitazione di tracce e forme che vadano in qualche modo a costituire una visione "altra" dei luoghi, introducendo, o se vogliamo, recuperando direttrici cui affidare il compito di stabilire un rapporto dialettico con tutte le parti della città.

Segnando la giacitura che caratterizza i tessuti urbani posti a monte di corso Francesco Ferrucci, pur rimanendo nell'ambito delle previsioni indicate, si realizza una composizione trasversale che attribuisce al centro culturale una valenza critica che gli consente di confrontarsi con gli elementi strutturanti del territorio torinese, individuando, in una sorta di confronto a distanza con Il Lingotto, con la Mole, le Alpi, la possibilità di leggere la città da un nuovo punto di vista.


Prospettiva degli elementi distributivi.

[12jan2001]
Il GRUPPO SUBURBIA è una struttura costituita nel 1999 per studiare la città ed il territorio contemporaneo. Ognuno dei quattro membri del gruppo si è interessato di approfondire la ricerca sullo strumento del progetto urbano come chiave d'intervento per la realtà complessa, approcciando ambiti disciplinari diversi e complementari, dall'urbanistica degli aspetti economico-finanziari alla progettazione esecutiva di dettaglio. Dopo le lauree, avvenute tra il 1996 ed il 1998 con tesi in progettazione urbana a conclusione di un percorso di studi che ha visto alternarsi periodi di riflessione teorica a momenti di esperienza nella pratica progettuale, la volontà di proseguire la ricerca collettiva ha dato luogo alla fusione delle individualità nel gruppo di lavoro che ha scelto il nome a sottolineare la condizione di suburbanità nalla quale il progetto si esplica, caduti nella condizione metropolitana i tradizionali riferimenti derivanti dalla chiara dicotomia città/territorio. Nel settembre 2000 si uniscono al Gruppo due architetti collaboratori progettisti ed esperti informatici per ampliare le possibilità operative del gruppo soprattutto in funzione della partecipazione agli eventi concorsuali che restano la massima espressione delle possibilità dell'architettura in Italia oggi. LE SOLUZIONI DI PROGETTO. Il sistema di assi, di giaciture e di percorsi pubblici che dal parco e dalla città convergono verso il Centro Culturale strutturano l'intero complesso e in modo particolare la biblioteca. Dall'ingresso principale al parco, posto su corso Vittorio Emanuele II, si svolge un tracciato trasversale che separa e costruisce il volume stesso della biblioteca; un tracciato che si pone come l'asse fondativo dell'impiato. Ortogonalmente a questo, un secondo asse parte dall'atrio per raggiungere via Carlo Boggio organizzando un "corridoio attrezzato" verso il nuovo quartiere di progetto a nord dell'area di concorso.


Sezione nord-sud.


Sezione est-ovest.


Prospetto sud.


Prospetto est.

Si viene a creare così un "nucleo spaziale", una vera e propria piazza nella quale convergono tutte le funzioni del centro culturale, uno spazio rappresentativo dello "stare", luogo dove svolgere attività all'aperto ma in maniera appartata. L'atrio si configura così non uno spazio funzionale ma un luogo riconosciuto e riconoscibile in cui possa avvenire un processo d'identificazione.


Inquadramento.
Una leggera copertura piana di metallo sorretta da esili pilastrini tenta di unificare, in assialità bilanciata, il nuovo volume e la preesistenza. Le richieste del bando di concorso spingono verso una concezione tipologica vicina al modello pensato da Gropius e Piscator per il loro Teatro Totale in cui la scena mutava da classica ad elisabettiana, attraversando epoche e modi della rappresentazione. Abbiamo ritenuto tuttavia che la sacralità dello spazio scenico meriti una "pietrificazione" che affermi la realtà della finzione attorno alla quale si muove l'uomo con la sua commedia/tragedia che s'interrompe e si ferma per ascoltare il canto ed il racconto degli altri uomini. Il progetto cerca per questo di lasciare al mutamento la possibilità di dispiegare la massima parte delle sue possibilità, ma si ancora saldamente alla scena per controllarne lo svolgimento. Sul lato opposto della platea principale, capace di 1100 posti, c'e una seconda platea per 250 spettatori alla quale si può accedere tramite un corridore che fiancheggia la scena oppure da un secondo foyer ad essa sottostante.


Pianta del I livello.


Pianta del II livello.


Pianta del III livello.

Fotomontaggio.
Sul lato esterno dell'edificio trovano posto i locali tecnici di servizio alla realizzazione ed alla conservazione delle scene e del materiale di scena ed al livello superiore gli spazi dedicati agli attori ed ai tecnici, conclusi da una sala prove e registrazione. Il progetto del parco si basa su l'idea di relazionare il centro culturale con l'esistente attraverso una sottile rete di percorsi pedonali e spazi pubblici che collegano fra di loro vecchie e nuove funzioni, determinando lo spazio per numerose attività all'aperto, dall'orticoltura allo sport, al tempo libero, alla cultura.

Posto in corrispondenza delle uscite dal parcheggio interrato e prospiciente la biblioteca, un bacino d'acqua introduce al parco, ponendosi come elemento di relazione tra il centro, i parcheggi interrati di cui costituisce il piano di copertura, e il parco vero e proprio.





Concorso per la progettazione di un centro culturale comprendente la nuova Biblioteca civica centrale e una sala teatrale a Torino.







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