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PIETRO CARLO PELLEGRINI. La casa
dell'apicoltore a Ponte a Mariano, Lucca |
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Ogni casa ha una sua storia di costruzione... una storia fatta di fatica di sudore umano di tempi di vita Ma altre case hanno qualcosa di più... un racconto... una narrazione che sta già nella stesura del progetto e penso ai sogni di Malaparte e di Libera che s'intrecciano su quello scoglio davanti ai faraglioni penso a Gio' Ponti e alla sua corrispondenza con la Famiglia Planchart per una casa costruita poi su indizi e frammenti di paesaggio fotografico venezuelano. Penso e ricordo le evoluzioni disegnate di un Purini a Gibellina e di un Prati per "la casa più bella del mondo". Visioni & sogni che s'annodano tra committente e progettista Storie complesse a trama che dilatano il tempo del progetto... tempo che assume il senso di vite parallele, vissute, discusse, trattate, ritualizzate... come un lento procedere verso una iniziazione del luogo nel rispetto della lentezza Kunderiana in una sospensione di tempo. Un senso di rigore e rispetto aleggia, anche per l'ambiente, ma soprattutto per generare reazioni poetiche, in questo ne era grande funambolo John Hejduk che lo ricordiamo per le sue case raccolte nel campionario de "la comunità delle differenze" o gli esercizi attorno ai temi secondo Ungers... Ma soprattutto rievoco casa Barbieri di gardelliana memoria, detta "del viticultore"... Tutto questo guardando quest'ultima realizzazione di Pietro Carlo Pellegrini già pubblicata nel suo libricino edito da Libria ancora in fase di esecuzione... ora ultimata. Inseguo il Pellegrini da tempo per il suo fare sempre più sapiente e raffinato nell'uso dei materiali con finalità sensoriali... semplice e asciutto nel suo proporre lo spazio ma con ironia toscana, radicato & manipolatore dei linguaggi decodificando con semplicità una raccolta di dettagli dalla pineta versigliese-maremmana ma ridonati con garbo e attualità nella tradizione. Questo racconto innestato attorno alla casa dell'apicoltore, estesa nel tempo di nove anni esprime la coerenza di un progetto fatto per parti, fatto per frammenti ma dove l'intenzione era chiara sin dall'inizio. Un racconto di microstorie fatto d'interni ed esterni frammenti legati ai finanziamenti intermittenti e graduali... Il Pellegrini sorprende sempre più nella sua forte ostinata linearità di portare avanti con opere una cadenza italica fatta di una mistura di internazionalismo e artigianato che si ritrova negli anni 50/60 con Asnago&Vender, Albini, Gardella, De Carlo, Magistretti Zanuso, Gandolfi, Gabetti & Isola... pur rimanendo fortemente radicato alla sua terra lucchese si coglie lo sguardo oltre i confini in alti orizzonti. Brunetto De Battè bdebatte@libero.it |
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Il progetto prevede la realizzazione di due edifici con diversa destinazione: una a civile abitazione e l'altra a laboratorio artigianale per la lavorazione del miele e del succo di mela.
Con questi presupposti si è voluto progettare due corpi di fabbrica distinti, ma uniti da un ponte che collega l'abitazione ad una terrazza con pergolato che corona il laboratorio, riferimento alla memoria dei giardini pensili delle dimore Lucchesi. |
[05jul2002] | ||
Il materiale usato per la loro costruzione è il mattone a faccia vista del tipo fatto a mano, con cornicioni di gronda realizzati con pezzi speciali in travertino di Rapolano. Il mattone a faccia vista riveste anche l'interno del doppio volume dell'ingresso principale dell'abitazione. Particolare attenzione è stata data allo studio dei ricorsi in mattone, messo in opera con diverse dimensioni e fughe, ad esempio il corpo cieco dei servizi della residenza è rivestito di mezzane. |
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Il dettaglio dei grandi infissi esterni ha voluto legare la parte strutturale metallica con il rivestimento in legno di Douglas. all'interno le pareti e i soffitti sono in legno di acero.
In questo lavoro è stato importante misurarsi con l'intorno, dove un vicino complesso industriale dismesso, un raro esempio di archeologia industriale, ha condizionato e stimolato il disegno generale. Pietro Carlo Pellegrini pellegrinipietro@lunet.it |
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Pietro Carlo Pellegrini, nato a Lucca nel 1957, studia a Roma e Pescara dove si laurea nel 1983. Inizia la sua attività nel 1985 a Lucca e realizza interventi dove la modernità del progetto colloquia con il preesistente. Ha svolto attività didattica all'IUAV di Venezia e alla Facoltà di Architettura di Ferrara; attualmente è professore a contratto di Progettazione alla Facoltà di Architettura di Genova. Dal 1999 è coordinatore del comitato scientifico di "Arredare la città" e del master "Il progetto dello spazio pubblico" con sede a Lucca, dove ha curato i libri:" Lo spazio pubblico in Italia 1990-1999", Alinea, Firenze, 1999; "Lo spazio pubblico in Spagna 1990-2000", Alinea, Firenze, 2001 e realizzato il libro "il negozio storico nella Lucca contemporanea", Maria Pacini Fazzi, Lucca, 2001. Tra i suoi lavori più significativi sono da ricordare: il restauro del Museo della cattedrale di San Martino (Lucca, 1992), il restauro e l'ampliamento dell'Hotel San Marco (Lucca, 1992), l'ampliamento di un chiostro esistente nel Monastero Santuario di Santa Gemma (Lucca,1997), edificio per uffici e abitazioni a (Segromigno in Monte
- Lucca,1997), un complesso edilizio residenziale per 40 appartamenti denominato "le gemelle" (Lucca, 2000). |
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