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Architetture

ANITA SARDELLINI. Nuova Sede dell'Autorità Portuale di Ravenna




Darsena di città.
La dismissione portuale dell'ultima parte del Canale Candiano e la riconversione a fini urbani della Darsena di città, rappresenta l'innovazione urbanistica più rilevante del PRG '93 del Comune di Ravenna. Il ridisegno della città parte, quindi, da una riflessione sul rapporto tra struttura portuale e città stessa; ciò comporta una prima reintegrazione formale e funzionale di una zona che, per troppo tempo era rimasta lontana e separata dallo sbocco verso il mare. La costruzione della sede dell'Autorità Portuale è, quindi, punto di partenza necessario e fondamentale collegamento tra città storica e porto. Il progetto è, allora, il simbolo della riappropriazione di un luogo e poiché nasce come primo di una serie di interventi previsti dal P.R.U. si presenta come un'occasione interessante per tentare di fare un'architettura di qualità. Inoltre, il ruolo istituzionale dell'Autorità Portuale ci offre l'opportunità di tentare una ricerca d'immagine e rappresentatività, non solo legata alla funzionalità e al soddisfacimento di spazi e servizi, ma anche capace di inserirsi correttamente nel disegno del P.R.U. e nello stesso tempo di assumere un ruolo di riferimento per l'intera Darsena di città e per il suo futuro sviluppo.

[30aug2002]
Il tema, comunque, non è di immediata e semplice risoluzione e, nonostante i vincoli normativi fossero estremamente restrittivi riguardo l'impianto tipologico (a corte aperta verso il canale, 4 piani fuori terra, utilizzo di materiali tradizionali, ecc..), si è cercato di partire dalla difficoltà posta come dato centrale del processo creativo.


Vista sud-ovest.

Infatti, la realtà edilizia che circonda l'area di progetto si presenta più come un "vuoto" che come agglomerato, vista la discontinuità dei volumi, con enormi differenze di altezza e la generale orizzontalità delle costruzioni produttive che, unita alle distanze amplificate, non rendono facile la lettura dell'ambiente costruito. Senza poi considerare il fatto che il progetto si inserisce in un luogo che partecipa a una duplice realtà, e cioè una realtà dell'esistente come parte terminale del porto canale, ancora densamente presente in tutte le sue molteplici manifestazioni: fabbriche, depositi, silos e gru e una realtà futura indirizzata alla completa riconversione dell'area. Ciò fa sì che questa duplice realtà si trasformi in una realtà semivirtuale dove la progettazione ha il fondamentale ruolo di inserirsi e di mediare il passaggio tra le due delicate fasi.


Vista sud-est.


Ingresso verso il canale.


Ingresso sulla corte.

Le scale e lo sbalzo.

Si trattava di cogliere il valore del vuoto, del rapporto con il mare/canale (con l'acqua?), di capire i piccoli meccanismi che regolano i dispositivi di unione, di passaggio, di attraversamento urbano, lavorando, consapevoli di una realtà storica come quella della città di Ravenna, sugli spazi vuoti e sulla tensione generata da questi ultimi attraverso l'acqua e lo spazio circostante. Il confronto con l'ambiente circostante è avvenuto, quindi, sia su un piano morfologico, sia materico, cercando di trovare la giusta mediazione tra il nuovo manufatto architettonico e le vecchie strutture portuali, cercando di dar vita ad un episodio edilizio di qualità.


Ingresso.

Planivolumetrico.
L'edificio si dispone parallelamente al Canale Candiano come un volume solido e di grande forza architettonica ma, nello stesso tempo, semplice e di facile lettura. Innanzitutto la scelta fondamentale del progetto è stata quella di far vivere l'edificio in rapporto continuo e diretto con il Canale sin dal piano terra. L'edificio, infatti, è avvolto da un basamento in pietra che innalza il piano terra fino alla quota +1.50 creando una piazza aperta verso il Canale. La piazza è raggiunta da tre lati da un sistema di portici/rampa e gradonate che si articolano, si snodano e disegnano la complessità dei percorsi e delle fughe moltiplicando le viste e gli scorci, garantendo la continuità pubblica tra i due fronti stradali.


Piano terra e sezione.


Secondo piano, prospetto, sezione.
Il sistema lineare della banchina e del canale, quindi, dopo aver generato il basamento e la galleria/piazza si avvolge attorno ad un corpo cavo centrale, si solleva verso l'alto per due piani, creando una corte totalmente trasparente e di ampio respiro, dopodiché si espande aprendosi nel sistema delle terrazze e della copertura. Al di sopra del basamento in pietra, una pelle in mattoni descrive l'intero volume dell'edificio, avvolgendo le complessità interne e coniugando le necessità tecniche con un materiale, le cui caratteristiche espressive coincidono con la memoria stessa della città.

La struttura lineare della banchina esercita, inoltre, un'interessante tensione sulle facciate dell'edificio che risulta fortemente caratterizzato da tagli orizzontali che segnano le aperture a nastro lungo quasi tutto il perimetro e, dove la tensione è più forte, ovvero lungo le facciate verso le vie di scorrimento, i tagli, entrando e uscendo dalla sezione dell'edificio, enfatizzano l'orizzontalità delle facciate rendendole dinamiche e creando interessanti soluzioni volumetriche ed effetti d'ombra. Il sistema delle aperture è parte fondamentale del progetto, sia dal punto di vista dell'immagine architettonica, sia da quello funzionale e del benessere ambientale. La scansione verticale dell'edificio è, quindi, riassumibile in tre zone: un basamento rialzato dall'aspetto solido e materico e che costruisce l'ambiente urbano e i percorsi, un doppio livello vetrato leggero e trasparente e un sistema di copertura schermante che dialoga con l'ambiente circostante.

Anita Sardellini
asard@tin.it

ANITA SARDELLINI. Nuova Sede dell'Autorità Portuale di Ravenna


Sistema bioclimatico.
Progetto vincitore del concorso indetto dal Comune di Ravenna nel maggio 2001 per l'area "Darsena di città".

Progettista:
Anita Sardellini

Collaboratori:
Federico Marcaccio, Andrea Marasca

Strutture:
Paolo Zoppi, Andrea Dall'asta

Impianti:
Elleci Progetti

Costi:
Paolo Marasca

Dimensioni:
2600 mq

Date:
Concorso di progettazione: maggio 2001
Premiazione: luglio 2001
Incarico progetto preliminare: luglio 2001
Incarico progetto definitivo ed esecutivo: ottobre 2001
Consegna: novembre 2001
Appalto: marzo 2002
Anita Sardellini si è laureata in Architettura presso l'Università degli Studi di Roma con Ludovico Quaroni nel 1970. Da allora svolge la professione di architetto ad Ancona occupandosi anche di restauro e urbanistica. Dal 1994 è "Cultore della materia" presso il corso di Progettazione Urbana della Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno. Opera prevalentemente nell'ambito della progettazione architettonica e delle trasformazioni urbane partecipando con successo a concorsi nazionali e internazionali. Tra le opere più significative realizzate: Scuola elementare al Q2 ad Ancona; Scuola media a Filottrano (progetto vincitore a seguito di concorso ad inviti); Impianto di stoccaggio carbone per l'ENEL al porto di Ancona; restauro Palazzo del Governo e Palazzo Cresci Antiqui ad Ancona; stazione di autocorriere a Macerata; magazzini ed uffici al porto di Ancona.

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