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STUDIOATA. Palestra a Asti





La necessità di costruire una nuova palestra, e la difficoltà di farlo in un contesto caratterizzato sotto il profilo architettonico, ambientale e storico-artistico sono state le motivazioni indicate dalla Provincia di Asti, in accordo al Comune, che hanno portato all'applicazione della procedura del concorso di progettazione; per noi queste stesse hanno rappresentato uno stimolo a dare risposte concrete a temi con i quali spesso troviamo a confrontarci.

[09jan2003]









Nella definizione della volumetria del nuovo edificio, si è innanzitutto posta attenzione al "genius loci" adottando un atteggiamento non mimetico ma interpretando le valenze del luogo fisico e l'insieme delle relazioni umane che vi si svolgono. La piazza San Giuseppe, vuoto urbano raccolto e equilibrato, rappresenta il punto di relazione con la città storica: nella quinta di facciate su piazza spicca la chiesa barocca della quale l'edificio progettato ricerca i ritmi.

L'invaso di fronte all'ex casermone (ora tribunale) è un'area in forte evoluzione formale e funzionale, l'ampio spazio tra gli edifici non pare possedere un'identità chiara ma si legge piuttosto come vuoto ottenuto dalla rimodellazione dei pieni; il volume della nuova palestra si propone come sfondo e limite definito tra esso e la piazza storica. Il cortile della scuola risulta fondamentale dal punto di vista della fruizione; qui è localizzato l'ingresso degli studenti e degli atleti; anche su questo lato la facciata dell'edifico sportivo si confronta volumetricamente con la cortina edilizia, completando e ridefinendo il cortile.

Nell'area libera tra la nuova palestra e il fianco della chiesa è localizzato l'ingresso del pubblico; in questo modo si intende valorizzare questo spazio, che invece di essere percepito come ritaglio tra edifici si presenta come spazio pubblico raccolto. Allo stesso tempo si evita di stabilire un confronto diretto tra l'ingresso ad uno spazio per lo sport e quello alla chiesa, rispettandone e il ruolo predominante sulla piazza.



La progettazione dell'involucro della palestra ha voluto mediare il carattere monumentale tipico di manufatti di questa natura con caratteristiche di equilibrio ed eleganza più adatte all'inserimento in un tessuto storico e dialogare con il contesto nella scelta dei materiali e delle tonalità cromatiche.

L'edificio può essere sintetizzato formalmente in due elementi. Si tratta di un oggetto materico, appoggiato al suolo, che contiene e organizza al suo interno gli spazi per lo sport, sovrastato da una copertura leggera, metallica che lo completa. I due elementi non si chiudono su se stessi ma diventano il pretesto per dialogare con il tessuto urbano circostante.

Il corpo dell'edificio si chiude verso la piazza della chiesa e diventa sfondo e limite di uno spazio pubblico sfumato; si apre, nell'atrio, verso il fianco della chiesa e diviene permeabile, con ampie vetrate, verso il cortile della scuola. Un alto muro delimita ed isola il piano del gioco definendo un aula a forte carattere introspettivo; un'ampia e leggera copertura si tende verso la piazzetta definendo uno spazio protetto.





La copertura, sorretta da esili elementi crea un percorso coperto nella piazza, disegna ombre e ricerca gli allineamenti con la facciata della chiesa.





I materiali che s'intendono impiegare nella nuova costruzione sono pietra, mattoni, manufatti in cemento impastato a laterizi, comunque in colorazioni che riprendano le tonalità delle argille locali; la struttura leggera della copertura sarà metallica con accostamento a parti in legno. Le superfici vetrate affacciate sul campo di gioco, interposte tra la copertura e la facciata ad un'altezza minima di sette metri, evitano il contatto visivo tra la piazza storica e l'interno della palestra. La fascia vetrata che si crea evidenzia l'indipendenza dei due elementi (scatola e copertura) e alleggerisce la composizione; le vetrate ad altezza uomo affacciano invece verso la scuola. Maggiore permeabilità visiva e funzionale si ha nella parte dell'atrio, nella ricerca di aprire possibilità di utilizzo dello spazio diverse o complementari a quelle prettamente sportive e di stabilire una possibilità di connessione con lo spazio espositivo all'interno della chiesa e lo spazio pubblico antistante.


Lo spazio di gioco è stato definito secondo caratteristiche di polivalenza (1 campo da pallacanestro, 1 da pallavolo longitudinale, 2 trasversali, 6 badmington, secondo le norme CONI-FIP). Lo schema permette lo svolgimento delle lezioni ginniche in contemporanea da parte di due classi grazie alla divisibilità del campo da gioco (tende scorrevoli), ma soprattutto grazie all'ampio spazio alle spalle degli spalti; la dimensione di quest'ultimo permette di svolgere attività di corpo libero e esercizi preparatori, inoltre il trattamento della pavimentazione e la possibilità di riscaldamento autonomo incontra efficacemente le esigenze di comunità extrascolastiche.





Gli spogliatoi per gli allievi-atleti sono disegnati in modo da permettere un uso flessibile adatto alle utenze differenziate che si alterneranno nell'impianto. Ogni unità è studiata in modo da poterne utilizzare una sola parte, entrambe contemporaneamente, o a fasi alternate. Inoltre, sfruttando il dislivello tra atrio e campo, è possibile ricoverare pedane che permettono, una volta estratte, di sfruttare la grande aula della palestra per altro tipo di attività collettive; l'idea nasce dalla volontà di creare una struttura capace di offrire opportunità di contatto e scambio con l'ambiente cittadino.

L'area per il pubblico può ospitare 175 spettatori, di cui fino a 20 portatori di handicap; l'accesso agli spalti avviene dall'alto per garantire minor disturbo del gioco.

Lo schema strutturale è composto da un piedritto principale in calcestruzzo, da un tirante e da una biella secondaria in metallo. Lo sbalzo della trave oltre il pilastro in calcestruzzo trattenuto dal tirante crea un momento che permette di alleggerire l'appoggio all'altra estremità della trave. Questa soluzione consente di portare all'interno dello spazio di gioco gli elementi strutturali più importanti e di caratterizzare la facciata esterna con esili pilastri metallici. Lo spazio interno viene diviso dalla struttura in due ambienti, uno più importante che contiene l'aula di gioco, l'altro di servizio che ospita spogliatoi e attività secondarie. La trave in legno lamellare che regge la copertura è arcuata in modo da alleggerire il segno della copertura e al tempo stesso da provvedere alla raccolta delle acque piovane e al loro smaltimento. I pilastri centrali sorreggono anche il peso degli spalti e di parte della palestra d'appoggio.

Studioata
mail@studioata.com




STUDIOATA. Palestra a Asti


Progetto elaborato in occasione del concorso per la realizzazione di una palestra a servizio dell'Istituto Magistrale "A. Monti" e di altri istituti scolastici, Asti 2002.

progetto:
concorso di progettazione in due fasi
elaborati presentati per la prima fase

ente banditore:
Provincia di Asti

progettisti:
Studioata, Torino
con Franco Galvagno architetto-ingegnere, Rivoli (TO)

collaboratori:
Francesca Garino
Marcella Graffione

consulenti:
per le indagini geologiche: Paolo Baggio
per lo studio storico: Flavia Vacchero
Studioata è un gruppo di 12 professionisti e laureati in architettura. I fondatori sono provenienti dalla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, la maggior parte di loro ha svolto esperienze in Università europee (in Inghilterra, Francia, Spagna, Finlandia), dottorati, workshop e master in Italia e all'estero. Studioata vuole essere un ricettore e un elaboratore di informazioni sullo stato dell'architettura contemporanea e sulle nuove prospettive e gli inediti scenari professionali con i quali i giovani architetti si trovano a confrontarsi. Fondato nel 1997, Studioata partecipa a diversi concorsi per studenti e professionisti ottenendo premi e segnalazioni. Lo studio opera in settori diversi, quali quello del design, della grafica, del web design ecc, ma si definisce uno studio di architettura rifiutando l'appellativo multidisciplinare in quanto ritiene che i diversi apporti che è in grado di fornire siano una estensione dell'architettura stessa, intesa non solo come disciplina del costruire ma come scienza che indaga ciò che ci circonda. Fanno parte di studioata Giorgia Amodeo, Silvia Chierotti, Alessandro Cimenti, Daniela Ciaffi, Andrea Coppola, Elena Di Palermo, Elisa Dompè, Daniele Druella, Gian Luca Forestiero, Giulia Giammarco, Romina Musso, Alberto Rosso.
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