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DAP
STUDIO. Gipsoteca a Casalbeltrame |
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nuova Gipsoteca della scultura italiana del '900 sarà parte integrante
di Artis Pagus, un Centro interamente dedicato all'arte localizzato
a Casalbeltrame (No) all'interno del Palazzo Bracorens di Savoiroux
e degli edifici ad esso contigui. Il Palazzo è l'elemento centrale attorno
al quale si sviluppa un ex-impianto agricolo fortemente caratterizzato
in senso tipologico: corpi di fabbrica, porticati e percorsi si rapportano
tra loro attraverso un ordinato disegno di corti e di spazi aperti. Il progetto del nuovo museo con cui Dap studio ha partecipato al Concorso introduce, all'interno di quest'area una nuova assialità: da una parte il sistema del costruito gravitante intorno al Palazzo Bracorens, dall'altra quello degli spazi aperti e della campagna. La Gipsoteca è insieme elemento d'unione e di separazione tra questi due ambiti e l'intero progetto è caratterizzato da questo duplice rapporto. |
[13feb2003] | ||||
L'impianto
è, infatti, generato da pochi segni che interagendo si rapportano in
modo ambivalente con la complessità del centro Artis Pagus e con l'orizzontalità
della campagna novarese: un corpo di fabbrica lineare e compatto, un
muro 'spesso' che ridefinisce, tracciando una nuova linea di confine,
il sistema di spazi aperti intorno al Palazzo Bracorens; una grande
vasca d'acqua (una sorta di proiezione a terra del volume principale)
che si sviluppa in corrispondenza di tutta la lunghezza dell'edificio
creando una distanza tra il museo e la campagna; il disegno del verde
che, oltre lo specchio d'acqua, riprende la logica e le partizioni dei
campi coltivati e individua delle aree esterne, parte integrante del
sistema museale (per allestimenti all'aperto o interventi di Land Art...). Da un punto di vista percettivo la visione del Palazzo Bracorens e della Gipsoteca è simultanea ed è giocata sul contrasto tra la ricchezza dell'uno e l'essenzialità dell'altro. L'architettura del nuovo edificio si presenta infatti con un fronte chiuso, caratterizzato da pochi segni, una superficie muta che crea una quinta al Palazzo senza oscurarlo. Sul lato opposto, verso gli spazi aperti e la campagna, il fronte acquista una maggiore complessità: una serie di volumi di dimensioni e altezze diverse aggettano, dinamicamente, verso l'esterno. Lo specchio d'acqua parallelo all'edificio riflette e amplifica i corpi aggettanti proiettando le loro sagome a terra. L'intera architettura esprime sia il rapporto ambivalente con il contesto (rigore e misura verso il costruito, dinamismo verso il paesaggio naturale…) sia la scansione del percorso museale all'interno: la verticalità esasperata del corpo lineare si contrappone alla successione di 'stanze' agganciate al corpo principale. |
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Schema percorsi espositivi. Schema collegamenti secondari. |
Il
sistema degli spazi espositivi è, infatti, giocato sui seguenti contrasti:
orizzontalità e verticalità, grandi spazi aperti e articolazione per
piccoli ambiti Si tratta di una sorta di spazio – percorso concepito
come successione di esperienze percettive: obiettivo del progetto è
quello di creare situazioni spaziali sempre diverse, in grado di valorizzare
le opere d'arte e di accompagnare il visitatore alla loro scoperta La
prima parte del percorso è al piano terra e consiste in un lungo spazio
illuminato dall'alto in cui l'orizzontalità del percorso si contrappone
alla verticalità del volume alto 11 metri: in questo spazio, saranno
collocate ed enfatizzate le opere di maggiori dimensioni secondo un
allestimento che accompagni il procedere dei visitatori. Prospetto Nord. Il rapporto tra larghezza e altezza del volume principale origina uno spazio dalle proporzioni inaspettate. La verticalità è amplificata dalla chiusura del fronte verso l'esterno e dal grande lucernario previsto nella copertura: lo spazio in cui i visitatori si ritrovano entrando risulta delimitato da pareti piene verticali che inquadrano, in alto, un soffitto luminoso. |
Pianta terzo piano. Pianta piano terra. |
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Al
termine del percorso orizzontale è possibile accedere al sistema 'verticale',
organizzato su quote differenti e delimitato da un elemento di spina
centrale: un muro parallelo al fronte dell'edificio lungo cui si snodano,
in successione, le rampe di scale che conducono ai livelli espositivi
superiori. La separazione, tuttavia, non è mai netta in quanto le 'bucature'
del muro centrale permettono un costante rapporto visivo tra percorsi
orizzontali e percorsi verticali. Salendo l'esposizione si articola
in spazi più piccoli in corrispondenza dei volumi aggettanti sul retro
del museo: si tratta di 'stanze' dalle proporzioni via via diverse pensate
per valorizzare opere di dimensioni più contenute oppure per isolare
singoli pezzi. Le 'stanze' sono caratterizzate da una diversa modulazione
della luminosità naturale al fine di creare situazioni diverse in grado
di rispondere a varie esigenze espositive: in alcuni casi sono previsti
spazi con ampie vetrate sul paesaggio esterno, che farà da sfondo alle
opere esposte; in altri casi lo spazio è illuminato dall'alto con una
luce uniforme e priva di ombre; in altri ancora l'illuminazione naturale
è del tutto assente in modo da rispondere a particolari esigenze di
tipo conservativo. |
Prospetto Ovest. Prospetto Est. |
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Esternamente
la scelta dei materiali riflette la logica dell'impianto compositivo
dell'edificio: il corpo principale è un volume bianco giocato sull'accostamento
di materiali che riflettono diversamente la luce. In basso una fascia
in vetro opalino segna, per tutta la sua lunghezza, l'attacco a terra
del museo individuando aperture e uscite di sicurezza; al di sopra il
volume è in cemento bianco liscio. La particolarità dell'edificio è
data dal rovesciamento, in senso percettivo, di quella che è la natura
dei materiali utilizzati: il vetro, materiale leggero per eccellenza,
sostiene il cemento che risulta così privato della matericità che gli
è propria. L'uniformità del prospetto è rotta da un elemento scultoreo,
un piccolo volume rosso esterno all'edificio che, in prossimità della
testa di ingresso, segnala l'entrata al museo. I volumi in aggetto sul
lato opposto sono, invece, in rame prepatinato su tutti i lati e sono
caratterizzati da ampie superfici vetrate posizionate in modo da rivelare
particolari zone del percorso espositivo. DAP studio |
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DAP
STUDIO. Gipsoteca a Casalbeltrame |
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Progetto
elaborato in occasione del concorso di progettazione indetto dal Comune
di Casalbeltrame (NO) per la realizzazione di una Gipsoteca della scultura
italiana del '900. Il concorso, vinto dal gruppo di Vittorio Gregotti
designato dalla giuria composta da Emanuela Scio, Pierluigi Benato,
Raffaella Comolli, Amedeo Strada, Giorgio Giudice, Gianfranco Brera
e Alberto Rigolone, richiedeva la definizione di un progetto preliminare
per la realizzazione di un edificio che dovrà ospitare un'esposizione
di gessi realizzati dai principali scultori italiani del XX secolo. progetto architettonico: DAP STUDIO Elena Sacco Paolo Danelli collaboratori progettisti: Silvia Dell'Olio, architetto Fabrizio Pusateri, architetto Anna Trillo, architetto progetto impianti: Milano progetti Spa anno di progetto: settembre 2002 luogo: Casalbeltrame (NO) dati dimensionali: Piano terra: mq 650 Piano primo: mq 400 Piano secondo: mq 250 Volumetria complessiva: mc 8708 |
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DAP
studio ha sede a Milano ed è nato nel 1992 dalla collaborazione
tra Elena Sacco e Paolo Danelli. Partecipa a concorsi e lavora per privati
ed enti pubblici: la 'pratica del fare' costituisce un momento di fondamentale
verifica della riflessione teorica. Nel 2002 riceve il premio Dedalo
Minosse - Assoarchitetti U40 con il progetto degli uffici Ferretti International
a Dalmine, esposto alla Basilica Palladiana di Vicenza. Attualmente
sta lavorando alla riqualificazione del lungofiume Olona a Castellanza,
dove ha anche progettato la nuova Mediateca Civica. Il progetto è stato
selezionato nell'ambito del concorso "Il Principe e l'Architetto" ed
ha partecipato alla mostra "Progetto città" all'Urban Center di Milano.
Nel 2002 è stato invitato a partecipare al concorso internazionale per
la realizzazione dell'Adidas Factory Outlet a Herzogenaurach. DAP studio ha affiancato alla progettazione architettonica una specifica sezione destinata allo sviluppo di progetti e sistemi culturali. In tale ambito attualmente sta coordinando il progetto di cooperazione europea "Educazione all'Architettura e Nuove Tecnologie" sviluppato all'interno del programma comunitario Cultura 2000. Per il progetto i partner coinvolti stanno raccogliendo contributi e punti di vista e invitano chi interessato a partecipare a questa ricerca. Le testimonianze raccolte confluiranno in un CD ROM prodotto dai partner del progetto e distribuito nei rispettivi Paesi con la partecipazione della Regione Lombardia e della Comunità Europea Direzione Generale Istruzione e Cultura. Per maggiori informazioni sul progetto visita il sito dello studio. |
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