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Architetture

MICHELE MORENO, GIOVANNI SANTAMARIA. Open-Air Theatre in Atene



FOLDING SPACE. Lo spazio ambiguo della piega sostanzia la genetica di questo progetto per un teatro all'aperto. Il ritmo sincopato, con le accelerazioni, le rotture, le riprese lente, caratterizzando uno stato di mutazione continua ed imprevedibile, determina lo svolgersi di piani dalle diverse inclinazioni: ora lievi e quasi impercettibili, ora invece più marcate, per garantire non solo le esigenze funzionali del progetto, ma anche l'adeguamento della struttura alle caratteristiche del territorio su cui di volta in volta viene collocata. La condizione di potenziale spaesamento propria di una morfotettonica in continua e repentina traslazione, si presenta quale condizione a priori dell'essere, per il quale un suolo artificiale, l'ambiguità di un piano inclinato, privo di segni di riconoscimento e per questo fortemente caratterizzato, è l'unica modalità attraverso la quale ricostruire un nuovo possibile legame terraneo. Il radicamento si nutre dunque della stessa arcana energia che, scuotendo, scardinando e rompendo le zolle-piastre, ne mette in crisi l'apparente stabilità e l'isomorfismo compositivo. Il gesto della piega si declina in ricerca di uno stato potenziale dove, la tensione determinata da un avvallamento,l'incidente morfologico costituito da una forma "senza forma" che si autogenera dalla piega per continue involuzioni e per questo sfugge ad ogni geometria tradizionale tendendo ad uno spazio fluido e magmatico in cui è incisiva la dinamicità determinata della introduzione della dimensione temporale; accanto al fascino di tali forme, la presenza dell'asperità di una cuspide, lo svelamento prodotto nello spazio interstiziale di una frattura, o il mistero di uno sprofondamento underground, divengono occasione per la formulazione di importanti atti fondativi.



[20mar2003]
FLUID TRACE. La fluidità dello spazio striato definisce il legame profondo del progetto con la dimensione spazio-temporale della contemporaneità. Aritmie, sovrapposizioni ed intersezioni, accostamenti e ripetizioni, rotture e deformazioni, caratterizzano le dinamiche evolutive dalla microscala della biologia alla macroscala delle metropoli globali su un orizzonte rispettivamente di manipolazione e delocalizzazione. Questi fattori, portati nel DNA del progetto, si traducono in una composizione aperta ad infinite variabili: la quinta scenica del teatro, opportunamente inclinata, diviene essa stessa palcoscenico oppure schermo per proiezioni cinematografiche, mentre le rampe di accesso nella parte terminale, ruotate, divengono estensione della platea. La casualità e l'imprevedibilità che ciò determina, sottolinea la forza e la coerenza dell'idea generatrice: la striatura è flusso mediatico, sistematizzazione del circuitare veloce di comunicazione, immagini, estetiche, merci. Queste tracce fluide si dispiegano, con le modalità su descritte, in uno spazio caratterizzato dalla profonda componente virtuale che, delineandosi quale unica realtà possibile per l'interazione di contro alla solipsistica dimensione psicologico-sentimentale dell'individuo, non è soltanto uno strumento, ma anche l'epifania di un "mondo altro" di significati e modalità percettive che sono sempre più rizomaticamente presenti nella dimensione del quotidiano con il fascino e le potenzialità, le problematiche e gli eccessi di un ambito in continua dissolvenza. Il teatro come luogo della rappresentazione artistica, diviene dunque esso stesso rappresentazione, costituendo la scena per uno "spettatore" che, proprio perché sconcertato e straniato, è potenzialmente coinvolto nella genesi del progetto con l'intensità delle questioni che esso assume.










Il progetto si compone di quattro fasce disposte longitudinalmente ed a giacitura variabile l'una rispetto all'altra, a determinare sovrapposizioni, accostamenti ed intersezioni reciproche. Queste, suddivise a loro volta in elementi modulari, danno forma alla platea, alla scena ed alla quinta scenica sulla quale la piega si deforma in form-less, mentre la parte terminale delle stesse fasce, che consente l'accesso alla platea inclinata dalla sua parte più alta quando questa accoglie 250 spettatori, si solleva secondo l'inclinazione della platea e ne costituisce, accanto ad una quinta fascia aggiunta a lambire il lato longitudinale destro dell'impianto, la configurazione finale del teatro per 500 spettatori.



La misura delle cinque fasce da sinistra a destra, è rispettivamente di m 4.80x38 per la prima, m 5.20x42 per la seconda, m 4.40x38 per la terza, m 3.20x34 per la quarta e m 4.20x24 per la quinta ed ultima, lunghezze considerate linearmente, quindi superiori all'estensione effettiva ridotta dalle piegature che porta la superficie delle fasce a mq 780.



Tre rampe parallele tra loro e due delle quali inclinate con pendenza del 3% che, intersecate alle fasce, consentono l'accesso alla platea ed alla scena che può essere raggiunta direttamente dalla quota esterna essendo a m 0.18. La misura delle rampe, anch'esse costituite da elementi modulari è, da sinistra a destra, rispettivamente di m 1.20x12.2 per la prima, 1.20x11.30 per la seconda e di 1.20x15 per quella orizzontale più esterna che collega la scena ai camerini, per un totale di mq 46.

Due camerini, ciascuno dei quali per due persone, disposti oltre la quinta scenica, con la deformazione dei due lati disposti lungo la passerella di accesso in corrispondenza dei quali è anche il taglio in copertura per l'illuminazione naturale come da programma. La misura di ogni camerino è di m 2.2x2.4, per una superficie totale netta di mq 10.

Un deposito disposto anch'esso dietro la scena ed allineato con uno dei camerini, la cui parete verso il teatro è costituitala una superficie form-less, visibile quando la quinta scenica si abbassa per ampliare la superficie del palcoscenico. La misura del deposito è di m 2.2x3.8, per una superficie netta di mq 8.

Un podio posto nella parte opposta alla scena, per la collocazione della cinepresa in caso di utilizzo del teatro per proiezioni cinematografiche ed anch'esso con superficie form-less e pensilina di copertura, per una superficie di mq 6. La superficie complessiva del teatro risulta così di circa mq 840, variabili a seconda delle differenti possibilità di posizionamento delle singole componenti che formano le piegature delle fasce.



TECNOLOGIA E MATERIALI. Il sistema strutturale delle cinque fasce costituenti il teatro, è suddiviso in sottomoduli di lunghezza costante in corrispondenza della platea e pari a m 4.80, variabili invece nelle parti corrispondenti alla scena, alla quinta scenica ed all'estensioni della platea per l'ampliamento a 500 posti. La struttura di ciascun modulo è quindi la medesima, con le relative variazioni di multipli e sottomultipli di m 4.80, sia in lunghezza che in larghezza.

Questa è costituita da: tre travi metalliche portanti scatolari con altezza di m 0.26, due di bordo ed una in mezzeria; un sistema secondario di travetti metallici trasversali con altezza di m 0.12, sui quali sono gli ancoraggi delle sedie della platea; una orditura ulteriore di travetti metallici longitudinali di irrigidimento dei travetti trasversali con altezza di m 0.06; una lamiera metallica forata di spessore m 0.026; su questa viene ancorato il manto di pavimentazione in linoleum antisdrucciolo che riveste l'intera superficie del teatro.

Ogni modulo è vincolato al successivo mediante una cerniera a due snodi che consente la rotazione di un modulo rispetto all'altro, il libero assestamento di ciascuno di essi alle condizioni del suolo, la piegatura per il trasporto. L'unione dei singoli moduli compone una fascia, queste sono tenute insieme tra loro con sistemi di aggancio metallico tra le travi di bordo tangenti che rendono la struttura unitaria. L'appoggio a terra e la variazione delle altezze di ogni modulo viene garantita attraverso un sistema binato di cilindri ad aria compressa, entrambi estendibili e vincolati ad una cerniera che poggia su un supporto metallico posizionato sul terreno. Queste coppie di cilindri sono collocate nell'intradosso alle due estremità delle tre travi longitudinali principali: ogni modulo ha sei sistemi di appoggio regolabili in altezza ed equilibrate nella cerniera dalla posizione reciproca. La superficie form-less che costituisce la quinta scenica, la parete del deposito e quella del podio di proiezione, sono realizzate in vetroresina che, opportunamente ancorata al pannello in cartongesso con nervatura metallica, consente modellazioni complesse e cromatismi traslucidi.





MONTAGGIO E SMONTAGGIO. Il sistema di montaggio e smontaggio del teatro, prevede la chiusura "a fisarmonica" di ogni fascia, dopo averle svincolate dai reciproci agganci e da quelli alle rampe di accesso. Utilizzando la cerniera che vincola ogni elemento modulare all'altro, è possibile infatti piegare gli stessi dopo aver staccato la porzione di lamiera e pavimentazione in corrispondenza della cerniera ed aver fatto rientrare nei rispettivi cilindri i sistemi di appoggio, che si posizionano quasi parallelamente all'intradosso della trave di bordo. La stessa cerniera, oltre a garantire la rotazione di ogni elemento sia verso l'alto che verso il basso, consente anche l'appoggio a terra e la traslazione orizzontale per le fasi di montaggio, smontaggio e trasporto, attraverso una piccola ruota collocata sul terzo dei tre lobi della sua forma a "trifoglio".

I volumi occupati dalle singole fasce nella loro massima chiusura e considerando il modulo con l'estensione maggiore è pari a: mc 115 per la prima fascia, mc 122 per la seconda fascia, mc 93 per la terza fascia, mc 66 per la quarta fascia e mc 96 per la quinta ed ultima, per un totale di mc 480 ed un'altezza massima di m 6.

I camerini ed il deposito sono costituiti da elementi planari che si montano e smontano in sito, forniti di un sistema di incastro e bullonatura interni e, nel caso dei camerini, illuminati ed arieggiati dall'alto attraverso un taglio nel pannello di copertura fornito di anta trasparente apribile. Il volume degli elementi planari che costituiscono i camerini, dopo lo smontaggio è pari a mc 66, con una altezza di m 2.80; il volume degli elementi costituenti il deposito, dopo lo smontaggio è pari a mc 60, con un'altezza di m 2.8; il volume del podio di proiezione, dopo lo smontaggio è di mc 15, con una altezza di m 2.4. Il volume totale per il trasporto e la conservazione delle componenti delle teatro e delle sue strutture annesse è di mc 585.

Michele Moreno
Giovanni Santamaria
michelemoreno@libero.it
MICHELE MORENO, GIOVANNI SANTAMARIA. Open-Air Theatre in Atene

Progetto per un Open-Air Theatre, elaborato all'interno del concorso internazionale di architettura "Ephemeral Structures in the city of Athens", sezione architetti professionisti. Progetto vincitore del primo premio.
Michele Moreno (1973) e Giovanni Santamaria (1973) si sono laureati con il prof. Franco Purini con la correlazione dell'arch. Raffaella Laezza, presso lo IUAV di Venezia con una tesi progettuale dal titolo "Fuga attraverso spazio e tempo. Tra le pieghe di una città invisibile e del suo sogno interrotto" discussa nell'aprile 2001. Hanno partecipato a diversi seminari e concorsi internazionali di architettura ricevendo menzioni e riconoscimenti. Attualmente svolgono attività di ricerca all'interno del XVII ciclo del Dottorato di Progettazione Architettonica ed urbana presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e collaborano alla didattica presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Parma con la prof. Raffaella Laezza con la quale condividono diverse esperienze di ricerca (www.studio-laezza-eu.com).

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