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LORENZO
GRIFANTINI. Appartamento a Roma |
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Un
parallelepipedo vuoto di 10 x 5 x 8m di altezza. Poche le indicazioni
nel briefing per la ristrutturazione dell'appartamento di un noto uomo
di spettacolo a Roma, in uno degli edifici IACP degli anni 30. Interessante
il metodo del concorso esteso ad un gruppo partecipanti, tutti romani,
scelti tra amici e conoscenti. La proposta di Lorenzo Grifantini si
distingue per una chiara articolazione degli spazi, forte della recente
esperienza presso lo studio di Zaha Hadid. In particolare, la ricerca
di una discontinuità spaziale, poi superata attraverso elementi di interconnessione,
e la plasticizzazione delle pareti di contenimento sono gli aspetti
che allineano questo progetto ai temi della più recente ricerca architettonica
dello studio inglese. |
[02may2003] | ||||
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Nel progetto per questo appartamento, data l'altezza del locale, la suddivisione in tre livelli ha imposto uno sviluppo verticale degli ambienti, che si articola intorno al vuoto del ballatoio. Ma la scala, l'elemento più interessante del progetto, piuttosto che ricercare una possibile continuità attraverso le rampe che si sfogliano dalla superficie più interna del solaio, affronta questo vuoto ripetutamente e in direzioni diverse. I piani d'arrivo rappresentano tre momenti distinti. Tre schemi diversi di mappatura delle possibilità di interconnessione tra pubblico e privato. Il passaggio dalla sfera dell'uno a quella dell'altro, per quanto omogeneo, è ancora chiaramente leggibile e imposta la gerarchia funzionale dell'appartamento su delle soglie precise. Sono queste soglie che consentono un'identificazione sicura degli spazi dedicati alle varie attività: abitative in senso stretto, camera da letto-bagno, semi pubbliche, cucina-pranzo, e via via più sociali, soggiorno-ricevimento. |
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Nello stesso tempo, nel tentativo di forzare la rigidità del contenitore e quasi a ricercare invece la possibilità di un rimbalzo elastico, le pareti lisce del locale si articolano secondo la logica procedurale linea-arco-linea. Il sistema di tagli alle pareti produce come effetto l'estensione dello spessore di queste. Lo spazio interno si deforma spingendo e attraendo secondo geometrie controllate che espandono la percezione del confine. Rimodellato il contenitore e predisposte le relative ‘prese' l'arredamento diventa poi la sistemazione dei pezzi nei relativi incastri e, suggerendo la possibilità di un'eventuale riconfigurazione, un vero e proprio programma di plugin studiati apposta per le varie esigenze. Filippo Innocenti (SPIN+) |
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LORENZO
GRIFANTINI. Appartamento a Roma |
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Proposta
sviluppata nell'ambito di una consultazione privata avviata nel dicembre
2002. progetto: Lorenzo Grifantini modello fisico: Gianluca Brancaleone responsabili rapporti con la committenza : Romina Yamile, Simona Banchi (teatro Ambra Jovinelli, Roma) responsabile della ditta costruttrice: Vincenzo D'Errico |
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Lorenzo Grifantini (Roma, 1973) ha studiato architettura presso la Facoltà di architettura dell'Università "La Sapienza" a Roma. Durante la carriera universitaria ha partecipato, fra le altre cose, alla Biennale dei giovani artisti a Roma come regista di un cortometraggio intitolato "due giorni bestiali" e al congresso di Architettura e Multimedialità con l'animazione "L'architettura disegnata dalla luce" realizzata durante il corso di Progettazione architettonica assistita tenuto dal professor Antonino Saggio (Dipartimento di Progettazione Architettonica e Urbana). Si è laureato nell'aprile 2002 con la professoressa Cristina Benedetti (direttrice del Master di secondo livello in Progettazione Ambientale) con una tesi sperimentale su una scuola materna, poi pubblicata nel volume "Progetto Ambiente" curato della stessa Cristina Benedetti. Dal giugno 2002 al febbraio 2003 ha collaborato con lo studio di architettura Zaha Hadid a Londra. | |||||
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