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NEGRINI E SCHIAVON. claDIS: una mostra del corso di laurea in Disegno Industriale di Treviso



I CONTENUTI. Il corso di laurea in Disegno Industriale, attivo all'interno della facoltà di design e arti dello IUAV Università degli Studi di Venezia, ha scelto quest'anno di mostrare a un pubblico allargato i risultati della propria attività più recente. La mostra presenta le caratteristiche del corso di laurea e la metodologia di approccio progettuale attraverso il lavoro degli studenti dei tre anni di corso. Si tratta di un'esposizione itinerante, che richiede un allestimento facilmente riproponibile in luoghi e tempi diversi.

[12may2003]
L'esposizione vuole fare il punto sulla ricerca progettuale all'interno del corso di laurea in Disegno Industriale e proporre uno specifico modello formativo e didattico. Tale modello è caratterizzato da un approccio innovativo, basato sul dialogo stretto fra un corpo docenti qualificato e un numero selezionato di studenti; da una relazione forte fra l'attività didattica e il mondo della ricerca; dalla collaborazione dell'università con le realtà del territorio e, più in generale, con il mondo esterno.



L'ALLESTIMENTO. Esporre il lavoro di un'università di design significa mostrare materiali di natura molto varia, dai disegni tecnici ai modelli, dalla grafica ai materiali multimediali. La prima esigenza dell'allestimento è quella di risolvere con una soluzione unificante le esigenze espositive di tutti i materiali esposti.



La mostra è destinata a spostarsi e ad essere ospitata in tre ambienti molto diversi tra loro, sia per dimensioni che per carattere. Da qui la scelta di considerare la struttura espositiva come un oggetto autonomo, fortemente connotato e distinguibile dal contesto; capace di rapportarsi con punti di vista di volta in volta variabili.













L'idea è semplice e consiste in un grande piano orizzontale su cui si possano appoggiare oggetti di natura e "peso" diversi e che sia contemporaneamente supporto per video e proiezioni di immagini in rotazione, una sorta di "tavolo schermo" in cui tutti gli strumenti di rappresentazione di un progetto possono mischiarsi e confondersi senza gerarchie e ordini predeterminati. Alcuni materiali esposti hanno dimensioni considerevoli, richiedono una lettura da una certa distanza e necessitano di essere disposti in posizione verticale, per meglio offrirsi all'osservatore. La superficie omogenea del grande "tavolo" si ritaglia in alcune parti e piega verso l'alto in modo da trasformarsi in supporto verticale e accogliere grafica, tavole di grande formato e immagini video. La geometria dell'oggetto è irregolare ma compatta, e consente di controllare la distanza del materiale esposto rispetto la posizione dell'osservatore che si muove solo lungo il perimetro. Le lingue che si piegano verso l'alto ritagliano la superficie interna del piano e offrono un prospetto espositivo, visibile anche da lontano.

Il telaio portante è realizzato mediante una struttura metallica scomponibile a blocchi, che si trasporta e assembla con facilità. Il piano di appoggio è una membrana elastica molto resistente, bianco-traslucido, che riveste la struttura in ogni sua piega, sale lungo i piani inclinati e ripiega lungo il bordo, si deforma sotto il peso degli oggetti, si solleva in corrispondenza dei supporti dei monitor, trasforma il piano espositivo in un paesaggio ondulato, un suolo fluido che registra e influenza la vita degli oggetti che sostiene. Il materiale utilizzato non è nuovo, si tratta di una pellicola elastica utilizzata comunemente per soluzioni di controsoffitto; il progetto ne interpreta le potenzialità, lo trasforma da rivestimento a supporto ed esplora l'idea di tavolo che da piano rigido e opaco muta in sostegno luminoso e deformabile.






Le attrezzature tecniche si dispongono tutte sotto il piano espositivo, interamente a vista. Videoproiettori e carousel per diapositive sfruttano la trasparenza del materiale e trasformano il piano espositivo in un grande schermo tridimensionale su cui le immagini si compongono e dilatano in funzione delle deformazioni indotte dall'oggetto che vi poggia. La struttura espositiva non richiede un'illuminazione esterna: sono le immagini dei progetti che danno luminosità ai materiali che non hanno luce propria.



L'università è un luogo di sperimentazione e gli esiti di tale sperimentazione rappresentano fasi di una ricerca, momenti di una riflessione che si basa sul confronto aperto e libero tra le parti. La mostra non celebra la perfezione di un risultato, non propone la contemplazione di un prodotto finito ma presenta gli esiti di una fase, li offre alla riflessione, al confronto e all'interpretazione aperta. L'allestimento vuole essere questo, un suolo vivo e irregolare, sensibile alle trasformazioni, capace di accogliere l'oggetto in modo imprevedibile. La natura dei materiali, il loro peso, la loro luminosità sono fattori attivi della mostra, condizionano e determinano la forma dell'allestimento. La posizione delle cose, la loro inclinazione casuale rispetto al piano, l'interferenza continua tra digitale e materiale, tra sorgente luminosa e materiale opaco, non si vogliono comporre in una soluzione conclusa ma offrirsi apertamente alla critica e all'interpretazione, aprire il campo al libero confronto.
NEGRINI E SCHIAVON. claDIS: una mostra del corso di laurea in Disegno Industriale di Treviso


Allestimento della mostra del corso di laurea in Disegno Industriale (DEZINE), facoltà di design e arti dello IUAV, sede di Treviso. La mostra è stata aperta a Treviso (Camera di commercio, 7 febbraio 2003), a Venezia (Palazzo Ducale, 7 marzo 2003), a Milano (spazio ADI, 9 aprile 2003).

progettisti:
Laura Negrini
Gabriele Schiavon

descrizione tecnica:
- struttura portante (a vista): tubolare calandrato composto per moduli aggregabili;
- piano di appoggio e proiezione: pellicola estensibile Barrisol, bianco traslucido con profili estrusi in alluminio, ancorati alla struttura metallica;
- apparechiatura video per diapositive e proiezione, computer e-mach.
Laura Negrini è nata a Verona nel 1969 e vive attualmente a Roma. Collabora con lo Studio De Lucchi e svolge attività professionale nel campo della progettazione architettonica e del design. Collabora con riviste specializzate e svolge attività didattica presso l'Istituto Universitario di architettura di Venezia e l'Istituto Europeo di Design di Roma.

Gabriele Schiavon è nato a Padova nel 1973. Collabora come tutor presso il Dipartimento di Design di Fabrica, a Treviso. Lavora come consulente per la progettazione di artefatti (allestimenti, prodotti, interni) per Benetton group. Nel 2001 ha fondato lo studio di design lagranja a Barcellona (www.lagranja.it)

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