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AGNOLETTO,
CAVANI, VECCHIONE. Rebuilding Tetra Pak |
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Luce, flessibilità
e chiarezza distributiva sono i concetti primari che hanno guidato
la progettazione dei nuovi uffici Tetra Pak (Building A). Seguendo
la logica degli open space, i grandi ambienti liberi permettono di
ottimizzare la superficie disponibile, garantendo un numero più elevato
di postazioni rispetto allo stato attuale. Si è ritenuto indispensabile
sfruttare al massimo le potenzialità di illuminazione (luce indiretta
non abbagliante) e di aerazione della facciata continua sul lato Nord,
concentrando qui la maggior parte dei reparti operativi e consentendo
la loro suddivisione con le sole divisorie vetrate mobili. In questo
punto si ottiene la maggior estensione visuale dell'open space, avvalorata
dalla grande vetrata esistente. L'effetto di massima apertura così
ottenuto dilata lo spazio e crea la piacevole sensazione di stare
in un luogo più grande. |
[27nov2003] | ||||
Area dell'open space con soluzione estensiva delle postazioni di lavoro. Vista sulla corte giardino. Tale soluzione ha migliorato di conseguenza l'ubicazione dei sette uffici dirigenziali (disposti sui due piani del Building) collocati a sud, in una zona più riservata e a diretto contatto con i servizi di distribuzione e le aree di riunione. In questo modo gli uffici godono contemporaneamente di una propria privacy, ma al tempo stesso sono disposti e "guardano" verso gli altri ambienti di lavoro, interagendo direttamente con essi. Funzionalmente si è ritenuto importante distribuire alcune quiet rooms più libere all'interno degli open space, a diretto contatto con le postazioni di lavoro. Le meeting rooms più grandi e separate sono state distribuite su entrambi i piani del Building per garantire la piena efficienza delle aree di lavoro e ridurre al minimo gli spostamenti degli utenti, che in tal modo possono usufruirne direttamente ai rispettivi livelli. Product room. Product room con le pareti opache in vetro a cristalli liquidi. A questa idea progettuale corrisponde una chiara immagine architettonica che si esprime nell'utilizzo di alcuni specifici materiali. I pavimenti sono di colore chiaro, realizzato con resine dalla tonalità bianca-grigio tenue o, in alternativa, con un prodotto ceramico. I rivestimenti chiari aumentano la luminosità, necessaria nelle zone più lontane dalle fonti dirette di luce. |
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Anche la trasparenza ha connotazioni spaziali e percettive significative:
l'impiego di pareti di vetro (da quello satinato extrawhite fino al
vetro a cristalli liquidi) aumenta l'effetto di apertura, quasi di leggerezza
dell'intera struttura, permettendo alla luce di passare attraverso le
pareti e di diffondersi lungo i corridoi e gli archivi. Le meeting
rooms saranno dotate di speciali vetri oscuranti, per dare la possibilità
di chiudere e isolare gli ambienti solo nei casi speciali di riunioni
o proiezioni, ma conservando le caratteristiche di trasparenza durante
il loro inutilizzo. La struttura esistente è costituita da un telaio
di travi e pilastri in acciaio, oggi interamente rivestito. |
Concept. |
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La
struttura portante è valorizzata attraverso l'eliminazione dei carter
che la rivestivano. I pilastri lasciati liberi e visibili scandiscono
lo spazio in maniera rigorosa e nelle lunghe prospettive visuali il
loro allineamento risulta suggestivo conferendo già di per sé una forte
caratterizzazione architettonica. Tra la maglia di pilastri si inseriscono
le pareti divisorie e i blocchi chiusi e più protetti. Le pareti divisorie
sono sempre parallele in ogni lato dell'edificio: le prospettive risultano
così serrate e di forte impatto percettivo. I blocchi chiusi isolati
contengono servizi e scale. Sono pensati come piccoli elementi separati
per non interrompere la continuità spaziale ed essere di più facile
individuazione. In contrasto con la neutralità cromatica dello spazio
di lavoro hanno colori molto accesi all'interno, quali rosso e blu elettrico. |
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Studio del frangisole luminoso, particolare del modello. |
Per i piani orizzontali
degli elementi di arredo si ritiene il legno (wenghè o sicomoro) il
materiale più adatto, poiché in grado di creare un delicato contrasto
con le superfici e i rivestimenti bianchi degli ambienti. L'intervento
prevede inoltre il recupero della corte interna, dove ci saranno vegetazione
e spazi praticabili. Il suo perimetro è ripensato interamente vetrato.
Su questo giardino pensile centrale che crea un recinto verde all'interno
del quale non si percepisce più la presenza dell'architettura si affacciano,
ad entrambi i piani, i corridoi interni. Un elemento frangisole opalescente
protegge dall'irraggiamento solare diretto, modulando la luce che proviene
dal cavedio centrale e creando suggestivi effetti di diffusione e riflessione
luminosa. I singoli pannelli, in policarbonato semitrasparente sono
appesi ad una leggera struttura metallica reticolare. Alla sera un fascio
di luce continuo gira come una corona immateriale luminosa intorno al
giardino pensile. |
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Altri
interventi progettuali hanno riguardato la nuova reception di ingresso,
in vetro blindato autoportante senza telaio a vista; un passaggio pedonale
sopraelevato per i dipendenti, disposto al di sopra delle aree di manovra
dei mezzi pesanti a collegamento di tutti i Buildings dello stabilimento.
Realizzata in materiali leggeri, la passerella è l'elemento cerniera,
di connessione fisica, ma anche fascio luminoso orizzontale che di notte
diventa l'elemento "faro" all'interno della Tetra Pak. Anche le celle
frigo sono state riposizionate in altra area. Ricavate al di sotto del
giardino che piegandosi crea una copertura naturale del nuovo manufatto,
nascondendo le zone operative di lavoro dietro il manto verde. Matteo Agnoletto agnoletto@architettura.it Andrea Cavani andrea.cavani@hotmail.com Antonio Vecchione av_prj@libero.it |
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AGNOLETTO,
CAVANI, VECCHIONE. Rebuilding Tetra Pak |
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Proiezione ortogonale del modello del Building A. |
Fotografia aerea con i tracciati della mobilità. Lo studio di fattibilità, finalizzato alla riqualificazione funzionale ed architettonica del sito Tetra Pak a Modena, è stato concepito in funzione di specifiche esigenze che la committenza aveva ricercato. Il progetto, in assetto di massima, ha avanzato proposte in merito a: - accrescimento della qualità ambientale del sito (interna al luogo di lavoro) - rinnovamento dei percorsi di rappresentanza (guardiola, reception, uffici) - separazione e potenziamento livelli di sicurezza (ingresso, uscita, percorsi interni tecnologicamente controllati) - diversificazione percorsi carrai e pedonali (miglioramento della circolazione) - riorganizzazione funzionale e movimentazione, deposito merci. |
Collage di studio con la passerella di progetto. Planimetria generale. Pianta Building A, livello A1 +8,60 mt. |
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La
riqualificazione funzionale e architettonica si attua attraverso un
progetto organico in fasi di intervento successive secondo una timetable
di tre anni di lavori per giungere al completamento delle opere.
Gli interventi più significativi riguardano: - la ristrutturazione interna dei nuovi uffici direzionali Tetra Pak, delle aree di rappresentanza ad essi connesse, e della nuova reception di ingresso (Building A), per il quale è stato sviluppato il progetto esecutivo - l'inserimento di un nuovo percorso sopraelevato di distribuzione interna (studio di fattibilità) - la riqualificazione delle aree esterne - le celle frigo (progetto esecutivo). cliente: Tetra Pak Carton Ambient località: Modena progetto architettonico: Matteo Agnoletto, Andrea Cavani, Antonio Vecchione (Project Manager) progetto impianti, strutture, contractor: Sistemi Ingegneria e Architettura s.r.l. cad: Sentimenti Rossano rendering: Studio DIM collaboratori: Giulio Costa (progetto architettonico frangisole) cronologia: consultazione di progetto: ottobre/novembre 2001 studio di fattibilità: maggio/settembre 2002 progetto di massima: ottobre/dicembre 2002 progetto definitivo building A, celle: gennaio/maggio 2003 inizio lavori: settembre 2003 |
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Per
candidare progetti laboratorio
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