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Architetture

MA0. Piazza Risorgimento, Bari



PLAYGROUND 01: SITTING AROUND

Una piccola piazza a Bari, nella parte murattiana della città, circondata su tre lati da un tessuto storico proporzionato, contaminato da qualche più recente ed ingombrante intrusione, una scuola media in via di ristrutturazione che definisce, con la sua monumentalità domestica, uno dei due lati lunghi, in asse con una strada che porta dritta dritta fino alla facciata Teatro Petruzzelli. La piazza oggi è a tutti gli effetti un affollatissimo parcheggio a raso, dove sopravvive una fontana novecentesca piuttosto modesta, da lasciare lì dov'è e com'è.

[31jan2004]

Inquadramento.


Pianta.
Le cose da fare: quasi nulla. Ripavimentare, definire i limiti -quelli sì- tra lo spazio delle automobili -privato, dannoso, inabitabile- e quello dei pedoni. Quasi nulla: e poi spostare gli alberi per riconciliare il contesto con la grazia della scuola, e mediare tra spazio della piazza e gli edifici più recenti e più alti. Un'occasione concreta -una delle prime per il ma0- da affrontare con umiltà, piegandosi alla simmetria -la simmetria!-di questa piccola piazza. Ci viene in mente un progetto di Lacaton e Vassal a Bordeaux, dove sono riusciti a convincere l'amministrazione a mantenere una piazza così com'era, a rispettare il delicato equilibrio di un contesto con la sua identità, e a limitarsi a qualche semplice intervento di manutenzione straordinaria... e infine a farsi pagare perché aver fatto cambiare il punto di vista su uno spazio è in sé atto progettuale tanto quanto un esecutivo con i dettagli in scala 1:2...


Stato attuale.
Ma a questa piazza barese manca ancora un uso pubblico, invasa com'è dalle automobili e senza un luogo dove sedersi, fermarsi, ritrovarsi. La sua dimensione, la sua urbanità lieve, ci fa pensare ad uno spazio domestico, quasi ad una corte, che gli abitanti possano utilizzare nei diversi momenti della giornata e in diverse situazioni. Ma in uno spazio pubblico al progetto si richiede di definire con chiarezza ambiti e attività, i comportamenti ammessi e non. A volte addirittura è l'arredo stesso ad impedirli materialmente: panchine su cui non si può dormire, prati su cui non ci i può sdraiare e così via. A differenza dello spazio domestico, in cui l'abitante può disporre come vuole degli elementi che lo circondano, spostandoli, riconfigurandoli, nello spazio pubblico l'inaspettato e l'improprio deve essere minimizzato dal progetto, vero e proprio strumento di definizione delle regole di uso di uno spazio. Ma è proprio nello spazio pubblico che è più evidente questa contraddizione dell'architettura, di essere strumento d'ordine in un contesto in continuo mutamento, resistente alla trasformazione, per natura strumento di "separazione" tra gli spazi e le funzioni.


Jardins de Luxembourg.

Pensiamo allora alla bellezza dei Jardins de Luxembourg a Parigi, dove il piacere di lunghi momenti passati a leggere o a chiacchierare è tutto nello scegliersi la sedia -sono tutte di metallo dipinto di verde, belle e tradizionali sedie da giardino, alcune delle quali in versione chaise longue, da combinare con una sedia normale a fare da comodissimo poggiapiedi...- di portarsela all'ombra o al sole secondo la stagione, o nel vostro angolo preferito, quello da cui la visuale e migliore, o più visibile dalla direzione dalla quale arriverà la persona che aspettate...

Certo, quella libertà si paga con l'installazione di una vigilanza attentissima ad intervenire appena si commette qualcosa di proibito -giocare a pallone, andare in bicicletta, oltre che ovviamente portarsi a casa una delle bellissime chaise-longue su cui avete trascorso così comodamente un'oretta di lettura. È una apertura al disordine e alla "plasticità" nell'uso dello spazio che si paga, non solo monetariamente, con un aumento della sorveglianza inconcepibile soprattutto in uno spazio che non può essere recintato, e che anzi deve essere aperto quanto più possibile agli usi più diversi, accogliendoli con il trascorrere delle giornate e delle stagioni.

È una questione che, se avessimo avuto tecnologie e risorse di un altro livello -e per un altro luogo-avremmo potuto definire di "interattività". In fondo una sedia che si può prendere e spostare al sole in una tiepida giornata di primavera, o accanto a quella un amico, è un dispositivo interattivo a tecnologia zero molto performante, nel senso che rende possibile una interazione con l'ambiente, lasciando a chi lo abita di mescolarne gli elementi -illuminazione, visibilità, apertura o chiusura etc...




Immagini dal sito web.

Concept.

Il dispositivo che abbiamo pensato è molto semplice, quanto una vecchia giostra dei playground per bambini: due file di panchine ai lati corti della piazza, in prossimità dei nuovi filari di alberi, "rotanti" intorno ad un estremo incernierato nella pavimentazione della piazza, in modo da potersi spostare sotto le chiome, rivolgersi verso qualsiasi direzione, e l'una verso l'altra. La posizione delle cerniere è distribuita casualmente, in modo da moltiplicare le possibilità di combinazioni tra le sedute. E così l'illuminazione disposta in modo che i lampioni non ostacolino la rotazione delle panchine.




Viste.

Stills.

È un dispositivo che si propone di moltiplicare le opportunità di plasmare uno spazio secondo i propri desideri: per incontrarsi con molti amici al calar della sera, per aspettare l'uscita di un figlio da scuola, o l'arrivo di qualcuno dalla vicina piazza Garibaldi, per leggersi il giornale all'ombra in un caldo pomeriggio d'estate, o alla luce di un lampione la sera, o al contrario appartarsi nell'ombra con chi vi piace... È lo strumento con cui immaginiamo di trasformare quello spazio in interattivo, con un impiego tecnologico minimo, plasmabile sui desideri dei suoi abitanti, playground per produrre situazioni -parola che poi viene da situarsi, collocarsi, e che descrive l'appropriazione di un luogo. Il progetto preliminare consegnato lasciava in sospeso il dettaglio, per sua natura, rimandando al definitivo l'approfondimento della panchina, nelle prime immagini rappresentata da una semplice modificazione di una seduta di serie. Avremmo poi dovuto affrontare i problemi di normativa, capire la possibilità di far passare un arredo, che per legge deve essere inamovibile, alla stregua dei giochi per bambini - che al contrario sono spesso mobili, come la giostra o l'altalena, dispostivi per attivare nuove caleidoscopiche interazioni e per cambiare la nostra percezione dello spazio.


Notte.
Poi è successo che i commercianti della zona richiedono, anche giustamente, di utilizzare quest'occasione per realizzare un parcheggio interrato e risolvere l'endemico problema della sosta, e che l'incarico si ferma a questa fase preliminare, lasciando "sitting around" -che in inglese descrive un far niente ozioso ed urbano- allo stato di un'idea da sviluppare ancora, in queste immagini esemplificative più recenti, o sul nostro sito dove la moltiplicazione delle panchine diventa un gioco per scompigliare un sistema ordinato...

Queste panchine sono gli elementi di un playground urbano da ampliare ancora, fino al playscape di Drancy, per Europan 7 a Parigi dove l'idea, gira e rigira, è alla fine ritornata e dove ci auguriamo di poterla realizzare.

ma0
ma0@libero.it
MA0. Piazza Risorgimento, Bari

progetto preliminare

committente:
Comune di Bari

progetto:
ma0 (Alberto Iacovoni, Ketty Di Tardo, Luca La Torre)

website realizzato con la collaborazione di Natalie Ziesemer
> MA0

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