home > architetture

Architetture

SPIN+ CON PAOLA MARIOTTO. Muthabitat. Stazione turistica Etna Nord



MUTABILITÀ. Tempo umano e tempo geologico sono, normalmente, due dimensioni temporali non equiparabili. Il paesaggio naturale è da noi letto come un contesto sostanzialmente immutabile, un dato del problema. La straordinarietà delle aree vulcaniche è che la non coincidenza temporale va completamente ad annullarsi: tempo umano e tempo geologico si sovrappongono, talvolta sono addirittura coincidenti.

La carta topografica dell'area di progetto riporta accanto alle curve di livello l'anno della loro formazione, cosa assolutamente unica, ancor più perché queste date risalgono agli ultimi cento, cinquanta, addirittura dieci anni. La mutabilità è il carattere predominante del sito: l'incostanza della sua morfologia è l'unica costante che lo contraddistingue.



Mutabilità significa trasformazione, movimento. Il muoversi implica lo spostarsi da un punto ad un altro della superficie terrestre. Dato l'elevato grado rischio pensare di "mettere in moto" l'elemento architettonico significa "salvarlo". Muthabitat è un sistema integrato di moduli architettonici energeticamente autosufficienti in grado di spostarsi lungo percorsi attrezzati che dalla quota del rifugio di Monte Conca (1800 mslm) scendono sino alla quota di 1400m.

[12feb2004]
MODULARITÀ E FLESSIBILITÀ PROGRAMMATICA. La trasposizione in una logica modulare degli elementi di programma funzionale richiesti dal bando ha portato alla definizione di quattro elementi tipologici base, rispondenti alle quattro attività principali suggerite: residenziale, commerciale, di ristoro e servizi comuni.



Le superfici richieste per gli spazi comuni attrezzati sono state ottenute per mezzo di percorsi la cui duplice valenza di sistema infrastrutturale e sistema di "promenade" montano si attualizza attraverso l'immagine di colate laviche che dal monte scendono a valle.

La possibilità dei moduli architettonici di spostarsi lungo i percorsi attrezzati offre l'opportunità di un ampio range di combinazioni programmatiche: da aggregazioni ad alta densità a carattere stagionale (massima concentrazione nel periodo invernale in corrispondenza del rifugio di Monte Conca (connesso all'impianto a fune alta che connette alle piste sciistiche) sino a ipotetiche distribuzioni low density di attività commerciali, residenziali e di ristoro lungo tutto il percorso.



La stazione turistica diviene quindi un sistema in grado di offrire ai suoi fruitori varie modalità di "utilizzo" dell'area: da stazione sciistica a sistemi di rifugi montani a quote diverse sino a percorso montano "servito" da attività commerciali, servizi informativi, ecc; l'estrema "flessibilità funzionale" è mirata ad espandere e massimizzare la capacità di offerta turistica. La stazione di partenza (quota 1400m) presuppone la presenza delle aree di parcheggio richieste dal bando, al fine di limitare al massimo l'accesso degli automezzi privati ai rifugi stessi: i turisti e gli ospiti dei rifugi potranno raggiungere la loro meta per mezzo di navette alimentate ad energia elettrica.



La logica compositiva dei moduli si basa sulla ripetizione di un elemento fascia strutturale (scocca) di 1metro di larghezza con rivestimento leggero e una serie di possibili moduli interni con arredo integrato, che definiscono gli spazi interni. La stessa fascia strutturale può quindi potenzialmente diventare parte di uno qualsiasi dei quattro moduli funzionali.

ARCHITETTURA "AUTOTROPA". L'autosufficienza energetica dei moduli è un punto nodale di tutto il progetto: un accurato studio delle possibilità di utilizzo delle energie ambientali rinnovabili e delle contemporanee strategie di ottimizzazione delle performance climatiche del manufatto tecnologico ha reso possibile la supposizione di un programma di attento utilizzo delle risorse offerte dall'ambiente-Etna.



La strategia energetica ruota attorno a due principi di base: da un lato la minimizzazione dei consumi energetici, ottenuta tramite accorgimenti tecnici come l'utilizzo di un involucro intelligente (le cui performance termiche possano variare in funzione del clima), di schermi solari (per la riduzione dell'irraggiamento solare in estate ), di superisolamento termico e scambiatori di calore, oltre ad un attento utilizzo della ventilazione naturale; dall'altro il perseguimento di una autonomia energetica utilizzando le risorse rinnovabili di cui l'area etnea dispone: energia solare (per illuminazione, catering, impianti, spostamento modulo), energia geotermica (per riscaldamento, acqua calda ed uso elettrico)ed energia eolica (per l'illuminazione esterna e trasporto pubblico).

Il sistema Muthabitat è un organismo che necessita di un complesso sistema energetico: il nostro scopo è far si che tale sistema sia l'environment stesso e che le singole architetture siano in grado di auto produrre e gestire il proprio fabbisogno energetico, attualizzando così l'idea di una architettura "autotropa".

Scendendo nel dettaglio la sezione tipo dei moduli è stata concepita in modo che ciascuno di essi possa esporre a diretto irraggiamento solare almeno 20 mq della superficie di copertura: così facendo, anche cambiando il suo orientamento nei confronti del sole, ogni modulo può catturare tramite le piastrelle fotovoltaiche del rivestimento energia solare sufficiente a soddisfare il fabbisogno elettrico.



I percorsi infrastrutturali, concepiti come sezioni di 6 metri collegate tramite giunti sismici in grado di tollerare scosse lieve intensità, alimentano i moduli ed "autoproducono" l'energia necessaria alla illuminazione e al movimento di eventuali navette pubbliche per mezzo di rotori eolici ed ancora piastrelle fotovoltaiche. Il loro rivestimento sfrutta le possibilità offerte dalla pietra lavica: da lastre lavorate a ghiaia naturale, al fine di integrarsi matericamente con l'environment.



RESPONSIVE BEHAVIOUR. I percorsi si comportano nei confronti dei moduli come "sismografi": avvertendo le prime scosse di preavviso che normalmente precedono l'eruzione, innescano il movimento verso valle delle architetture. Sotto questa ottica il sistema Muthabitat cerca di tradurre sul piano territoriale un principio di "responsive behaviour": una interazione dinamica dell'architettura con il suo environment, naturale e/o antropico.

Maurizio Meossi (SPIN+) e Paola Mariotto


Muthabitat

Chissà se i nutriti gruppi di turisti che si avventurano sui fianchi dell'Etna alla ricerca maestosi paesaggi e pathos avrebbero mai immaginato di alloggiare in casine/caramelle pronte a scivolare lungo le pendici al primo tremore... E perché no? Muthabitat di SPIN+ e Paola Mariotto ce lo spiega. Gli elementi in gioco sono intriganti, seppure semplici e facilmente enumerabili: una scocca/estruso lineare di un metro di lato, strutturalmente ed energeticamente autonoma, in grado di espandersi per semplice addizione, ed una serie di binari/vie di fuga che sono sia vettori di mobilità che di crescita per i moduli del progetto. Un'elementarità dall'apparenza infantile ma in realtà di grande astuzia fa da linea conduttrice per un progetto di "rapido consumo" che affronta in modo estremamente appropriato l'effimero tema del turismo.

L'estrema giovinezza e mutabilità geologia del sito, la cui formazione risale in parte ad una manciata di anni fa, è stata fatta propria dal progetto in termini di dinamismo fisico. Una volta assemblati, i candy-moduli riesumano la loro mobilità quando necessario ed in caso di pericolo, riguadagnando la via a valle per la propria messa in sicurezza. Muthabitat evita elegantemente di cadere nella trappola di una facile imitazione geometrico/formalistica della colata lavica, e questo perché la fluidità solidificata della colata non ha in sé più nulla di dinamico. La regola combinatoria dei moduli di Muthabitat è mutevole e, ancora una volta, elementare. Crescita e definizione programmatica procedono secondo il principio aritmetico dell'addizione semplice. La posizione relativa degli addendi non cambia il risultato finale: 2(a)+5(b)+9(c)+4(e)= 5(b)+4(e)+9(c)+2(a)= ristorante, mentre mutando la natura degli addendi si generano differenti combinazioni programmatiche (variando le quantità e sostituendo f a b ottengo una guardia medica, e così via...).

Anche del punto di vista tettonico/impiantistico, Muthabitat rispetta il proprio principio di intelligente elementarità. L'autonomia energetica retta da una logica non invasiva e l'economicità e leggerezza della struttura, in parte dovute alla possibilità di rilocare i candy-moduli, garantiscono il totale rispetto del paesaggio. Così come giocoso ed immediato, ma raffinato, è packaging del progetto, apparentemente mutuato del mondo del cartoon giapponese, e più vicino al fare del graphic designer che a quello dell'architetto tradizionalmente inteso. Nell'universo del turista, come in quello del consumatore, vince l'oggetto in grado di impressionare in modo duraturo uno sguardo distratto e passeggero: in tal senso, Muthabitat ha il merito di rientrare nella categoria delle architetture che riescono a fare propria la strategia dei prodotti FMCG (Fast Moving Consumer Goods).

Manuela Gatto
m@ramtv.org
SPIN+ CON PAOLA MARIOTTO. Muthabitat. Stazione turistica Etna Nord

progetto:
Maurizio Meossi (SPIN+) e Paola Mariotto

consulenza bioclimatica ed energie rinnovabili:
Alfonso Senatore (Ove Arup)
> SPIN+

architetture

Per candidare progetti
alla pubblicazione nella sezione
architetture vi invitiamo a contattare
la redazione di ARCH'IT


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


archit.gif (990 byte)

iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage