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Architetture

STUDIO19+PLUG-IN/ARCH. Pushing Green




Plan.

Europan 7, Gorizia: è la topografia del luogo che incita ad un'azione performativa contraria al processo di addizione sulle superfici: SPINGERE per trovare, SOTTOLINEARE per abitare, RIEMPIRE per attirare: vivere dentro il segno. È uno dei tanti modi di operare per sottrazione che attiva non le forme, bensì le controforme, per cancellare i limiti e relazionare le differenze. La dimensione che scaturisce dal processo messo in atto struttura uno strato di intersezione nella città che collega i diversi piani delle funzioni sociali.

[15apr2004]

Pushing.

Pushing.

Il segno impresso intende raccogliere punti i di vista molteplici indagando il territorio secondo una lettura fatta di piani verticali ed orizzontali che si attraversano relazionandosi alla dimensione complessa della città. Relazionare concretamente edificio, urbanistica e natura permette di rimodellare i diversi livelli esistenti rivitalizzandoli e di crearne uno nuovo, ad essi correlato, in grado di soddisfare esigenze e catalizzare interessi: una dimensione "in-between".


Plan.

Junctions.

L'ipotesi progettuale intende antropizzare il naturale partendo dalla "distruzione" del costruito per RIGENERARE un paesaggio diverso ma non estraneo ai segni che caratterizzano il luogo, un nuovo landscape inteso come ridefinizione del rapporto tra naturale e artificiale. Si lavora sull'articolazione di strati, che tramite un'azione di pressione, permettono da un lato di ricavare una controforma architettonica capace di dialogare con l'agorà, dall'altro di relazionare brani di città e gli episodi di verde, con un nuovo livello di vita sociale.


Shapes.
 
Schema.

Vivere dentro un segno è per noi animare uno scavo e portare vitalità in una controforma, modulata volumetricamente secondo funzioni specifiche e relazioni possibili. I volumi accolgono le diverse esigenze degli studenti, sia residenziali che di interrelazione e contemporaneamente sottolineano e definiscono l'area dell'agorà. Il volume che contiene le cellule abitative nel suo snodarsi caratterizza e diversifica lo spazio pubblico e ritaglia nella superficie dell'agorà degli ambiti più intimi, delle corti alberate nelle quali rallentare il passo, modificare il modo di percepire lo spazio. È un nuovo modo di osservare la città: dall'interno, dalla quota dell'agorà e delle corti, l'intorno immediato, le sagome del costruito rimangono "fuori campo" filtrate dal verde del giardino, lo sguardo è rivolto ai margini del paesaggio che circonda Gorizia.


Limit.


Section.

Joining element.
L'agorà, derivata dall'azione del PUSHING GREEN, è concepita come una piattaforma dove si è attori e spettatori dei vari processi comunicativi in atto. Il suo valore non si esaurisce in sé, nella sua forma compiuta, ma si espande, attraverso rampe, scale ed ascensori, fino alla quota del nuovo giardino urbano soprastante e di conseguenza alla città. Attraverso l'articolazione delle coperture dei volumi sottostanti, si arriva alla modellazione del giardino, il quale costituisce un elemento di riconoscibilità nella trama cittadina, e rimanda idealmente all'appellativo di "città-giardino" con cui Gorizia era nota nella mitteleuropa. Il verde non è inteso come riempimento di spazi interstiziali, ma assume la valenza di un elemento verticale che modifica così la percezione del contesto. Si propone, un "sistema complesso d'interazione tra significati, corpi e luoghi", che diventa fortemente identitario e quindi pienamente riconoscibile nella trama della città. "Il terreno è il materiale più durevole all'interno delle dinamiche di trasformazione dell' habitat urbano".

studio19+plug-in/arch
studio19@genie.it

Aggregation.
INTENSITÀ URBANA E DIVERSITÀ RESIDENZIALE? ...PUSHING GREEN!

Uno dei modi possibili per interpretare un concorso di architettura dovrebbe essere quello di riuscire a sintetizzare in poche parole l'oggetto stesso del concorso: evincere dal contenuto verbale del bando quale è la "domanda" che viene posta ai progettisti. Nel caso in cui gli autori del bando siano persone dotate di una buona capacità di sintesi potrebbero addirittura permettersi di usare tale sintesi come "titolo" del concorso. Analogamente, anche un progetto di architettura, sin dalla sua fase ideativa, dovrebbe riuscire ad essere espresso tramite un "concetto" sintetico; tale concetto è generalmente espresso in forma grafica, ed il diagramma che ne "semplifica" la lettura indirizza lo sguardo dell'osservatore a percepire immediatamente cosa il progetto voglia esprimere.



Se per caso anche questo diagramma fosse "traducibile" sul piano verbale per mezzo di poche parole potremmo permetterci di tentare la lettura di un progetto in relazione al concorso che lo ha originato tramite un rapporto dialettico: a DOMANDA (il bando del concorso) RISPOSTA (il progetto). Il progetto presentato da studio19+plug-in/arch (Paola Mariotto, Elena Bellomi, Raimondo Benincasa, Lucia Papa e Celestina Sgroi) per Europan 7 si presta perfettamente a convalidare questa tesi, anche grazie alla manifesta capacità critica degli autori del bando, cui rendiamo merito.

INTENSITÀ URBANA e DIVERSITÀ RESIDENZIALE è ciò che il bando (previa la suddetta operazione di sintesi) richiedeva, concentrando l'attenzione sulle marginalità urbane, le periferie appunto. Si tratta di un duplice tema. A scala urbanistica, si richiede di intervenire su di un'area periferica di Gorizia agendo con lo strumento della "INTENSITÀ": operare per punti, rivitalizzare zone depresse attraverso un processo di ATTIVAZIONE. Il secondo tema è invece quello della RESIDENZA, nei confronti del quale si richiede un atteggiamento volto alla flessibilità, alla adattabilità, alla possibilità di aumentare il range di offerte. L'oggetto specifico richiesto ai progettisti è una "agorà" degli studenti, campus universitario comprendente varie funzioni (didattiche, ricettive, commerciali), ed in questa ulteriore specificazione si ha un successivo input, un richiamo ad una dimensione urbana a scala d'uomo, di "interno urbano", di luogo della comunicazione e della interazione sociale.



La risposta data da studio19+plug-in/arch è: PUSHING GREEN! Una operazione estremamente semplice, l'atto dell'imprimere una forma ad un "informe" preesistente: il progetto ruota attorno a questo concetto di partenza, potente proprio perché semplice ed immediato nella sua leggibilità. Il sito è "intaccato" con una forma che deriva da una serie di link visuali e connettivi: anziché immaginare e creare la forma di un edificio, si è creato il vuoto che l'edificio definisce. Con questo accorgimento il gruppo riesce a giocare a proprio vantaggio la peculiarità morfologica dell'area, che si pone come discontinuità sul piano verticale tra due parti diverse di città; quello che era una frattura diviene così connessione ed il "vuoto" diviene l'AGORÀ degli studenti, cuore del progetto (nell'accezione "fosteriana" del termine) attorno a cui si dispiegano le funzioni richieste. È operazione di ATTIVAZIONE perché inietta letteralmente funzioni nell'area: una attenta soluzione viaria distribuisce all'interno di un parcheggio ipogeo da cui i fruitori hanno accesso all'AGORÀ attraverso un sistema di attività commerciali, il cui funzionamento è così garantito. Dall'agorà si sale poi alla città tramite una serie di connessioni pedonali che si arrampicano sui piani sfalsati di copertura del campus vero e proprio, che vengono interpretati come parco urbano, percorso nel verde. Lo strumento utilizzato sul piano urbanistico è quindi da un lato la modellazione per sottrazione di un interno urbano, dall'altro la creazione di sistema di connessioni urbane. Il cuore del progetto infatti non si configura come uno spazio autonomo, autoreferenziale, ma acquista valore proprio in quanto si comporta da "link" fisico tra il campus e la città: concetti come "luogo d'incontro e della comunicazione", o come dicono gli autori "piattaforma dove si è attori e spettatori dei vari processi comunicativi in atto" trovano materializzazione proprio in quanto l'Agorà viene immaginata come un elemento di connessione, reso intrigante dalla molteplicità di percorsi nel verde a quote diverse, da cui cambia costantemente la percezione visiva sia del campus che della città stessa.

Agorà come link visivo, fisico e funzionale dunque. Attorno al "vuoto", nella "controforma", si dispiega il programma funzionale, con mense, spazi comuni per gli studenti ed alloggi, ed è qui che il gruppo risponde al secondo punto del brief, ovvero l'attenzione da porre nei confronti della flessibilità degli spazi. Il modulo abitativo proposto da studio19+plug-in/arch è concepito con un'ottica di possibili varianti aggregative; tramite poche e semplici operazioni planimetriche si può ottenere una estrema varietà di soluzioni residenziali. Trait d'union delle varie parti è un intelligente utilizzo del verde, un landscape "inteso come ridefinizione del rapporto tra naturale ed artificiale": verde antropico, ibrido, in-between tra natura ed artificio, confine sfumato tra due entità solo apparentemente dicotomiche, studiato disegnato e modellato seconde le esigenze della città.

Coerenza, semplicità e chiarezza: tre aggettivi che si prestano a commentare il progetto e che trovano espressione anche nella tecnica grafica usata per raccontarlo, composta quasi esclusivamente da diagrammi, a ribadire sia il valore attribuito all'idea iniziale sia l'estremo rigore che ha permesso a questa di mantenere la sua leggibilità per tutto il processo. Una volta fissata la meta da raggiungere, il disegno architettonico può permettersi di essere pura traduzione grafica del concetto, purché questo rimanga leggibile.

Maurizio Meossi [SPIN+]
www.spinplus.co.uk
STUDIO19+PLUG-IN/ARCH. Pushing Green

Progetto elaborato da studio19+plug-in/arch (Elena Bellomi, Raimondo Benincasa, Paola Mariotto, Lucia Papa, Celestina Sgroi) in occasione del concorso Europan7 Periferia "IN" / Sub-urban challenge. Intensità urbana e densità residenziale in sede di Gorizia (secondo premio).

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