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DÉCOSTERD & RAHM. Jardin d'Hybert



CLIMA ABITABILE. IL "JARDIN D'HYBERT" DI DÉCOSTERD & RAHM

 
Décosterd & Rahm, associés (1) porta avanti un lavoro legato al pensiero, una sperimentazione sulla possibilità di suscitare un mutamento dell'esperienza sensibile. Questo studio di architettura, stabile a Losanna dal 1995, in stretto legame con l'ambiente parigino, svolge una ricerca sulla riformulazione chimica e biologica dello spazio, del territorio. Attivi nella scena artistica più che in quella architettonica, dopo numerose mostre ed istallazioni (2), nel 2002 i suoi fondatori ottengono una prima commissione, un vero e proprio banco di prova, la realizzazione della casa dell'artista francese Fabrice Hybert, "inventore nel 1986 del concetto di pittura omeopatica e noto da allora per l'uso che fa regolarmente del verde Hybert, un colore a sentire quanto affermano Décosterd & Rahm, associés, la cui lunghezza d'onda potrebbe non essere troppo lontana dalla massima disposizione, entro lo spettro luminoso, a generare l'ottimismo e persino il desiderio sessuale tramite la stimolazione della produzione ormonale attivata dalla vista." (3)


Facciata.

Si tratta di un'abitazione nella zona della Vandea, situata nella Francia occidentale, sulla costa atlantica. Una casa isolata nella campagna, vicino ad un piccolo corso d'acqua. Il termine "Vandea", grazie alla storiografia filo-rivoluzionaria, è divenuto sinonimo di rivolta reazionaria e di resistenza contro l'affermarsi del progresso. Proprio questo diventa invece il luogo di una sperimentazione tesa a capovolgere il significato profondo dell'architettura stessa. Il pensiero del duo svizzero prende le distanze dalla pratica dell'architettura contemporanea, dalla retorica della sua teoria e dalle valenze cosmetiche e commerciali della sua pratica. Un rinnovato legame con "la realtà" che non rinuncia né alle possibilità dei concetti né a quello degli oggetti, riguardare il mondo nella ricerca della sua continuità fisica.

[28may2004]

Facciata.



Sezioni.

Jean-Gilles Décostred e Philippe Rham propongono, più che il progetto di un'abitazione, il luogo più intimo della vita dell'uomo, quello di un clima per l'uomo. Sfruttare la tecnologia del riscaldamento e della ventilazione e le caratteristiche chimiche di un giardino all'interno dell'abitazione, un sistema ibrido tra artificiale e naturale. Il loro obiettivo è quello di concentrarsi "interamente sulla realizzazione di uno spazio destinato a restare al di fuori della vita quotidiana della casa (pur ricollegandosi a celebri prototipi, quali il giardino d'inverno della Tugendhat House di Mies van der Rohe). La loro spiegazione di tale scelta è che quello spazio migliorerà l'ecologia della casa. Argomento accettabile, ma quando si chiede loro che aspetto avrà la casa, scrollano le spalle e ostentano indifferenza." (4) Un'architettura invisibile in un contenitore privo di un valore formale, privo di un significato proprio, nel tentativo di superare i limiti dell'architettura, rivelando possibili tecnologie e i suoi processi.


Sezione.

In un'intervista del critico d'arte Hans Ulrich Obrist, Philippe Rham spiega che questo lavoro è "una specie di naturalizzazione dell'artificiale lavorando sulla qualità invisibile dell'aria condizionata e su uno spostamento climatico." (5) Questo spostamento è un vero e proprio lavoro di delocalizzazione, un lavoro sulla simulazione della percezione ambientale di un luogo lontano, diverso. La volontà è quella di ricreare un rifugio per l'inverno, un bunker, per proteggersi dal freddo, dove con una temperatura esterna di 5°C, l'interno dell'abitazione può raggiungere una temperatura di 20°C con un tasso di umidità del 50%. Mentre il sistema di condizionamento lavora sulla temperatura e il grado di umidità della regione delocalizzata, il giardino posto all'interno del locale caldaie, tende a riprodurne le caratteristiche naturali del luogo scelto ed una parete di neon quella dell'intensità luminosa.










Facciate e piante.




Uno spazio nel cuore della casa che fonde un sistema tecnologico ed un ambiente naturale, tra tubi d'aerazione, impianto d'illuminazione, terra, minerali e microrganismi. I due progettisti spiegano che "queste piante costituiranno, grazie alla fotosintesi e ai loro effluvi, la qualità chimica dell'aria che verrà successivamente immessa nello spazio abitativo". (7) Nel freddo inverno della costa atlantica francese, la casa potrà riprodurre condizioni climatico-ambientale da quelle meridionali a quelle tropicali.




Diagrammi.


Un grande spazio, un ambiente unico, un perfetto laboratorio per il lavoro di Fabrice Hybert, dove nella parte sottostante si dispongono parallelamente sia il giardino che l'unico bagno della abitazione. Un parallelepipedo composto di cinque lati con tetto piano tagliato da un piano inclinato, una rampa che collega l'ingresso ai locali sottostanti e allo spazio superiore, sollevandosi dal suolo. La porta d'ingresso della casa, con angoli smussati, ricorda lo sportello di una cassaforte.

Un volume rigido e compatto emerge al centro dell'abitazione, al suo interno una scala di metallo traforato attraversa la selva naturale per accedere al bagno, chiuso da una grande parete di vetro. Essenziale nella sua disposizione la casa si presenta amorfa nel tentativo di svelare nuovi ambiti di ricerca, una progettazione dell'invisibile, del nascosto, in campi che vanno da quelli della chimica a quelli della biologia. Tutti gli impianti sono visibili, dai tubi di raccolta delle acque piovane a quelli di scarico del bagno, questi attraversano gli ambienti assecondando le necessità funzionali più che quelle estetiche, esaltando le caratteristiche sistemiche del progetto. Cosi la ricerca spaziale architettonica di questa abitazione non è altro che "la riproduzione artificiale di un clima, geograficamente localizzato e chimicamente determinato". (7)

Matteo Costanzo
neomatteo@hotmail.com
NOTE:

1. Il sito internet www.low-architecture.com.
2. Décosterd & Rahm sono gli architetti incaricati di realizzare la mostra nel Padiglione svizzero nei giardini della Biennale nel 2002, "VIII Mostra Internazionale di Architettura di Venezia". Hormonorum è un lavoro sulla percezione, la simulazione di un altitudine di 3000 metri all'interno del padiglione.
3. Guy Tortosa, "Décosterd & Raham associès, il senso (isensi) nei sensi", in Décosterd & Rahm, Architettura fisiologica, Birkhäuser, Basilea 2002, p. 96.
4. Aaron Betsky, "Formaggio svizzero: una discesa nei buchi del modernismo con Décosterd & Raham associés", in Décosterd & Rahm, Architettura fisiologica, Birkhäuser, Basilea 2002, p. 92.
5. Hans Ulrich Obrist, "A colloquio con Philippe Rahm e Jean-Didier Vincent", in Décosterd & Rahm, Architettura fisiologica, Birkhäuser, Basilea 2002, p. 253.
6. Dal testo descrittivo del progetto.
7. Id.
DÉCOSTERD & RAHM. Jardin d'Hybert

progetto:
Décosterd & Rahm, associés (Jean-Gilles Décosterd e Philippe Rham)

collaboratori:
Jérôme Jacqmin, Catherine Rossier
> DÉCOSTERD & RAHM

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