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DONATA TCHOU, PAOLO PROCESI. Area archeologica e museo La Fenice a Senigallia



La storia di questo museo comincia nel 1990, quando sono stati fatti gli scavi per collocare le fondazioni del Teatro "La Fenice" di Senigallia, in quella occasione furono riportati alla luce un incrocio di strade di epoca romana ben conservate, di una domus e di una serie di costruzioni di epoca posteriore alla romana. Il teatro fu quindi costruito modificando il progetto originario per adattarlo alle nuove esigenze di tutela del sito, costruendogli intorno e sopra un involucro delimitato dalle sostruzioni e dal piano terra del teatro.

[19aug2004]

La piazza interna.

Nel 1999 il teatro era già funzionante ed era stato realizzato gran parte dello scavo archeologico, nonché un percorso per renderlo parzialmente visitabile. Lo scavo rimaneva però una zona semiaperta alle intemperie, e ai rifiuti portati dal vento, e fondamentalmente poco visitabile. Anche i materiali reperti in situ erano stati accantonati in depositi della Soprintendenza. Quindi la Soprintendenza ci contattò per dare un Museo archeologico alla città di Senigallia che fosse tutt'uno con il sito archeologo, in modo da esporre i reperti locali e metterli anche in rapporto a quelli trovati in aree limitrofe. Il Museo si è quindi conformato sugli scavi, adattandosi alle necessità espositive e di manutenzione di un sito archeologico, senza costruire nuovi elementi, ma piuttosto lavorando sui vuoti lasciati dai reperti, e traslando la superficie "museo" ad una quota leggermente superiore, caratterizzata da piani di calpestio semitrasparenti.


Vista dell'interno.


Collegamento tra la quota della piazza interna e la passerella.


Vista dell'interno.

Le vetrine sono quindi ospitate nella zona perimetrale del museo in cui posano i plinti di fondazioni del teatro, su un grigliato aggrappato a questi ultimi, che permette di intravedere lo scavo tra una struttura e l'altra, sia dall'alto che dalla zona della domus. Il percorso prosegue in una zona più ampia da cui si vede l'intero sito e permette di effettuare una sosta di studio traguardando e studiando le ricostruzioni della domus, quindi prosegue avvicinandosi ai resti che delimitano che evidenziano la distribuzione interna della domus. L'esposizione si articola quindi passando dal partitolare, cioè l'ingresso nell'area archeologica, la spiegazione e la storia dello scavo, al generale, la città di Senigallia, il territorio, documentato dalla Preistoria all'epoca romana e torna al particolare visitando all'interno la domus.


Vetrine.

Strada romana e struttura della passarella.

Oltre all'allestimento interno il progetto ha interessato i due ingressi del museo. Il principale, attraverso le mura roveresche, è composto in tre elementi che richiudono visivamente le mura: in basso il portone di ingresso, su cui si posa una parete vetrata che segue l'inclinazione delle mura ed una chiusura superiore, anch'essa in vetro, questo accesso sarà anche il presupposto per la sistemazione dei giardini e della piazza antistante. In quello secondario, da via Battisti, è stata usata una rientranza già costruita dal corpo di fabbrica del teatro per realizzare un pozzo di luce diagonale che permette anche di vedere dalla strada l'interno del museo e gli scavi.

Donata M. Tchou, Paolo Procesi
storie8@tele2.it
DONATA TCHOU, PAOLO PROCESI. Area archeologica e museo La Fenice a Senigallia


Ingresso principale.

committente:
Ministero per i beni e le attività culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche

interventi di scavo:
direzione scientifica : Paolo Quiri, Monica Salvini
ditte specializzate: Archeosistemi, Cooperativa Archeologica

allestimento museale:
progettazione: Giuliano De Marinis, Paolo Quiri, Monica Salvini
direzione Lavori: Paolo Quiri, Monica Salvini, con la collaborazione tecnica di Emanuele Mandolini

collaborazione alla progettazione e alla direzione lavori:
Studio Donata M. Tchou, Paolo Procesi

allestimento:
Morini Mancinelli

impianto di sicurezza:
Cofathec

ubicazione del sito:
l'area si sviluppa per un estensione di circa 2.200 mq lordi, di cui 716 da ritenersi praticabili dal pubblico, ed è posta ad un livello variabile da quota -4.35 a quota -3,20 sotto il piano stradale. L'intera area è situata totalmente al di sotto del teatro "La Fenice" le cui strutture sono poste a quote variabili tra i 2.73 ml. (misura di intradosso della trave più bassa) ai 3.62 ml (all'intradosso delle travi più alte) dal piano di calpestio dell'area archeologica.

capienza del sito:
Si prevede l'accesso di un pubblico entro le 100 persone all'interno di uno spazio indiviso (unica sala), canalizzato all'interno di un percorso obbligato confluente su uno spazio di circa 340 mq. destinato alle attività correlative, sul quale può eventualmente prendere posto un pubblico seduto di 82 persone.

ultimazione lavori:
maggio 2003

fotografie:
Maurizio Morini
Donata Tchou e Paolo Procesi lavorano assieme dal 2000, dall'allestimento "Elettrodomestici-non-identificati" a Palazzo delle Esposizioni, hanno collaborato allo studio di fattibilità della linea ferroviaria Antrodoco - Ascoli Piceno, hanno realizzato alcune ristrutturazioni interne e allestimenti, come INFOARCHITETTURA tenutasi nell' "Acquario Romano" e A Passo di Marcia al Museo di Roma in Trastevere. Donata Tchou insegna all'Università di Ingegneria Tor Vergata e nel seminario Villard all'Università degli studi Roma Tre, ha gestito e completato i lavori dello studio Dardi; Paolo Procesi è docente presso l'istituto Quasar, si è occupato di progettazione nautica e ha realizzato alcune imbarcazioni poliscafo.
> MAURIZIO MORINI

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