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PIERRE HUYGHE, M/M, PHILIPPE PARRENO. Plastic Café. Miscele d'arte e architettura



A Parigi, a Les Halles, precisamente al numero 34 rue Etienne Marcel, Pierre Huyghe, M/M e Philippe Parreno, hanno realizzato in uno scenario plastico ed organico un elegantissimo café. Ma prima di entrare nel progetto cerchiamo di capire le tre personalità che hanno dato vita a quest'esperimento, e il motivo di questa dinamica collaborazione. Pierre Huyghe (1962) e Philippe Parreno (1964) sono due artisti, il primo di Parigi, l'altro algerino ma francese d'adozione. Avevano gia collaborato e dato vita al progetto comune No Ghost Just A Shell (non un fantasma, solo una conchiglia). Dopo aver acquistato un personaggio Manga da una ditta giapponese che si occupa di creazioni abbandonate, i due ‘padri adottivi' hanno realizzato un video ed organizzato una fitta rete di artisti (1) pronti a dare un futuro ad Ann Lee, la giovane ragazza del fumetto.

[19oct2004]

Foto: Joel Tettamanti. Per gentile concessione di M/M (Paris).


Foto: Joel Tettamanti. Per gentile concessione di M/M (Paris).

La locandina che accompagnerà le varie apparizioni di Ann Lee è stata realizzata proprio dal gruppo di grafica M/M di Parigi, formato da Michael Amzalag (1968) e Mathias Augustyniak (1967) e fondato nel 1992. Nati nel panorama della musica e della moda ora sono molto vicini al mondo artistico. Sono stati autori di un'altra interessante collaborazione con Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin per il video di Björk Idden Place e The alphabet un lavoro sulla fusione tra volti, storie e caratteri tipografici.


Bjork, Hidden Place, 2001. Sleeve disegnato da M/M (Paris). Foto di Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin. Per gentile concessione di One Little Indian Records Ltd.


In Many Ways The Exhibition Already Happened. Vista della mostra, ICA, Institute Of Contemporary Arts, Londra 2001. Foto: Joel Tettamanti. Per gentile concessione di M/M (Paris).

Questo intreccio sempre più fitto si è riconnesso nel 2001 in occasione della 49a Biennale di Venezia, Platea dell'umanità. Nelle sale del padiglione francese affidate a Huyghe, l'artista presenta un prototipo di lampada realizzata con gli stessi M/M e Parreno. Un elemento organico, bianco, lucido come un grande uovo deformato -una seduta per sei persone disegnata da Elsie Crawford nel 1972- nella parte centrale (2) dei filamenti salgono verso il soffitto per aggrapparsi, dando energia a dei bulbi trasparenti che illuminano l'ambiente. Li troviamo nuovamente insieme nella mostra In many ways the exhibition already happened curata da Cristina Ricupero negli spazzi dell'ICA, Institute of Contemporary Arts, di Londra, nel dicembre del 2001. Questa volta è anche presente il lavoro del gruppo di architettura R&Sie... che aveva collaborato in altre occasioni con Huyghe e Parreno. (3)


Ann Lee, No Ghost Just A Shell, 2000. Poster disegnato da M/M (Paris). 120x176 cm silkscreen. Per gentile concessione di M/M (Paris).

Il prototipo è nuovamente presentato in una delle sale. Questa esibizione mostra tutto il lavoro nato da queste ibridazioni e allo stesso tempo intreccia i diversi campi di azione da cui provengono le varie entità -arte, architettura, grafica, moda, musica- sul tema del territorio, del paesaggio tra mutazioni genetiche e perdita di identità. Oggi passeggiando casualmente tra le strade affollate di Parigi, tra l'infinità di posti dove poter mangiare, strani oggetti tra pareti lisce e colorate su un suolo disegnato di moquette e resina, come in uno spazio museale, ospitano clienti lungo tutta la giornata. Gli stessi oggetti che fino a poco tempo prima si spostavano di città in città, negli spazi più interessanti del panorama mondiale artistico, sono ora l'arredamento di un locale esclusivo.


Foto: Joel Tettamanti. Per gentile concessione di M/M (Paris).

Si chiama Café Etienne Marcel, è di proprietà di Thierry Costes, nota famiglia di ristoratori. Interamente progettato da Huyghe, M/M e Parreno, coordinato da Anna-Lena Vaney, il café è visivamente legato agli ambienti degli anni Settanta e pensato attraverso l'idea di "tempo e luce", nei tre momenti della giornata, mattina, pomeriggio e sera. Grandi sedie bianche, disegnate da Douglas Deeds nel 1971, elementi in fibra di vetro, con sottili cuscini, poste attorno a esili tavolini. Questi espressamente disegnati per questo intervento, di diversi colori e leggermente piegati su due lati, come degli skate-board, invadono lo spazio più basso. Sotto questi piani colorati, i telai dei tavolini sono semplici come banchi di scuola, tranne alcuni con le gambe impazzite, come ci fosse una deformazione in atto. Il pavimento è la fusione di una macchia di resina, che rappresenta ombre fantasma, e di un disegno su moquette, uno scarabocchio a varie scale, un testo segreto e nascosto di una persona che non sa né leggere né scrivere.

In questo panorama crescono i prototipi di lampade già ampiamente sperimentati dal gruppo di lavoro. I cavi, questa volta neri, creano una fitta maglia da cui calano sopra i tavoli i bulbi per illuminare la rete di piccoli salotti.

Un'atmosfera che ricorda immagini di film di fantascienza. Dalle inaspettate coesioni tra previsione e ricordo in Fahrenheit 451 di François Truffaut, alle invenzioni tecno-organiche di David Cronenberg nell'illusorio paesaggio di eXistenZ. Un impulso con un fascino radicale è fuso ad un sogno di spazialità sensibili, nel tessuto urbano consolidato di Parigi. Infatti, guardando con attenzione il ristorante, si vedono spazi diversi e si capisce che si tratta dell'unione di tre locali un tempo separati. L'intervento degli artisti vuole rispettare cosa c'è stato prima di questo nuovo ristorante. Le pareti sono una superficie grafica, una texture di elementi geometrici. Dal pilastro centrale una scia lucida e colorata si propaga attraverso i vari spazi del locale come le onde sonore, creando zone e angoli inaspettati. Per la musica, un juke-box elettronico di 2002 tracce è stato messo nelle fondazioni. Le numerose tracce, scelte dagli stessi artisti, selezionabili da un touch screen, invecchieranno così con il locale.

Tavoli e sedie invadono il marciapiede, interrompendo lo sguardo distratto degli infiniti passanti, le vetrate sono mobili e sempre diverse, in forma e trasparenza, queste proiettano all'esterno le complessità degli spazi interni. La facciata completamente ricostruita permette di utilizzare il pavimento del marciapiede sollevato come sedute. Il rivestimento della facciata è stato ricostruito rispettando il vecchio disegno. Huyghe, M/M e Parreno hanno semplicemente scelto tre colori diversi delle lastre di arenaria, per i tre momenti della giornata.

Matteo Costanzo
neomatteo@hotmail.com
NOTE:

1. No Ghost Just A Shell è un lavoro che dura da cinque anni, tra gli artisti che fino ad ora hanno dato un contributo troviamo: Pierre Huyghe e Philippe Parreno, Dominique Gonzalez-Foerster, Liam Gillick, Rikrit Tiravanija, Pierre Joseph, François Curlet, Joe Scanlan, Angela Bulloch, Lili Fleury, Anna Lena Vaney.
2. Nella versione originale la parte centrale era utilizzata come un grande vaso per piante e alberi.
3. R&Sie... ha collaborato con Pierre Huyghe sul progetto Ectoplasm, un museo in Francia e attualmente sta collaborando con Philippe Parreno, creando un ibrido nella sigla del gruppo PPR&Sie, in Hybrid Muscle progetto per un padiglione tecnologico per Land villaggio gestito dall'artista Rirkrit Tiravanija a Chiang Mai, Thailandia e nel progetto Wire Frame, ponte sul Canale della Borgogna, a Pouilly.

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