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Architetture

ANTONELLA MARI. Scuola media a Bitonto



Il rizoma è... una mappa e non un tracciato [...] La mappa è aperta e collegabile in tutte le sue dimensioni; è staccabile, reversibile, suscettibile di costante modificazione. Può essere strappata, rigirata, adattata a ogni tipo di montaggio, reinterpretata da ciascun individuo, gruppo o categoria sociale [...] Una mappa ha molteplici accessi, al contrario di un tracciato, che riporta sempre 'allo stesso'.
(Gilles Deleuze e Felix Guattari, Millepiani)



LUOGO. Un lotto di forma regolare definito su due lati dalla via Vecchia per Ruvo e da una strada di piano che ne garantisce il collegamento con il centro della città di Bitonto, in Puglia. Una maglia fitta di alberi di ulivo disposti secondo filari posizionati ad una distanza di circa 7,50 metri gli uni dagli altri. Terra rossa, piatta, muri a secco, i resti di un manufatto in muratura...


Area d'intervento (site plan e foto dell'area) e Concept.

[14nov2004]
CONCETTO. La scuola rispetta il luogo in cui si inserisce e insegna a rispettarlo. Si integra con l'ambiente scelto, lo preserva, lo completa, ne enfatizza il carattere. L'architettura della scuola nasce dall'analisi del contesto naturale, piuttosto che urbano. Non chiude e non esclude, non elimina e non sostituisce, piuttosto conserva e aggiunge.


Ipotesi di aggregazione/integrazione dei volumi nell'uliveto.

Il verde, unica importante presenza, resta - non come ornamento, ma come spazio stesso della scuola. Gli spazi funzionali sono nel verde, si integrano con esso, eliminando distinzioni nette tra il dentro e il fuori. Scuola è il mondo esterno, la natura. L'aula è spazio sconfinato e sconfinante. I muri sono trasparenti, mentre la vegetazione rappresenta l'unica protezione.




Schemi per l'individuazione delle zone d'ombra e dei percorsi liberi.
MATERIALI. Sono quelli trovati. Objet-trouvé della realtà agricola, raccolti, collezionati, reinterpretati, riutilizzati. La terra, le pietre, gli ulivi, i tendoni dei vigneti vicini, le reti, le loro ombre, la luce che filtra. Non l'architettura della storia, ma quella del paesaggio rappresenta il punto di partenza per un intervento corretto sul luogo e sull'ambiente naturale.


Modellazione delle coperture a partire dalla maglia delle piante esistenti.

STRATEGIA. La vegetazione funge da matrice. A partire dalla posizione degli alberi esistenti sul lotto, disposti secondo una griglia modulare 7,50x7,50m, si elaborano diagrammi successivamente utilizzati per la definizione del sistema di copertura e dei percorsi chiusi ed aperti. Grazie ad uno strumento di modellazione tridimensionale e di generazione automatica si ricavano le sezioni variabili da cui deriva il disegno della copertura che, insinuandosi tra i filari di ulivi, rappresenta un'estensione degli spazi didattici all'esterno. I blocchi degli edifici si inseriscono nel pattern delle piantumazioni esistenti, seguendo una logica di integrazione e di minimizzazione dell'impatto dell'intervento sul contesto naturale. Il costruito, in questo modo, entra nello spazio del verde, ne riempie gli interstizi. Lo ingloba, lo ingurgita, ne segue le forme.



Vista dall'ingresso principale.

SPAZI E PERCORSI. L'uliveto è antropizzato, abitato. L'albero è ombra, tetto, protezione; è forma libera che si adatta –contorta- all'ambiente e alla luce. Così i nuovi volumi proposti: forme ibride tra il razionale e l'organico, tra il costruito e il naturale. Il verde, a sua volta, entra nello spazio della scuola. L'impianto è basato sullo sviluppo rizomatico dei collegamenti e sulla ibridazione tra il blocco scolastico tipo ed il percorso organico immerso nel verde. Ne risulta una tipologia nuova, che media tra il rigore di un'architettura necessariamente improntata al rispetto degli standard e delle normative di sicurezza e la libertà delle forme naturali, e che, piuttosto che evidenziare dualismi inconciliabili, allude a due aspetti fondamentali e complementari nella formazione e nell'educazione.


Vista interna della hall.


Rapporto blocco aule/aree esterne - vista notturna.

Percorso all'aperto tra la palestra e i blocchi delle aule.

Si tratta di una tipologia abbastanza simile al tradizionale campus, in cui tuttavia le esigenze di unitarietà dell'edificio scolastico e di prossimità e collegamento tra gli spazi destinati alla didattica e quelli per le attività speciali sono assicurate da un sistema di percorsi aperti e di corridoi coperti su due livelli, schermati da pannelli metallici traforati, che definisce le aree esterne riservate agli eventi all'aperto - spazi destinati al teatro, alla sosta e alle attività sportive e collettive. Gli spazi destinati alle aule seguono forme e dimensioni convenzionali, definite perimetralmente da ampie superfici vetrate che mettono in stretta comunicazione gli ambienti chiusi con le corti e gli spazi a verde. L'utilizzo dell'intero complesso è così reso possibile anche al di fuori del normale orario di attività scolastica, al fine di integrare la scuola con il contesto urbano e di favorirne la permeabilità sociale con manifestazioni culturali ed eventi sportivi. La scelta delle forme e dei materiali proposti mira a rendere gradevoli gli spazi accessibili al pubblico a qualsiasi ora ed in ogni stagione: vetrate e pannelli metallici traforati consentono una flessibilità e variazione degli ambienti a seconda delle condizioni climatiche e di illuminazione, nonché di godere del microclima favorevole determinato dalla presenza della vegetazione.




Prospetti e sezioni.

Pianta del primo livello.


Pianta del livello rialzato.


Pianta delle coperture.



STRUTTURA. I tendoni dei vigneti pugliesi sono affascinanti esempi di costruzioni leggere temporanee: onde bianche lucenti che muovono il paesaggio, sorrette da una tessitura di pali sottili e cavi metallici. Ad essi si ispira la tettonica della copertura. L'intervento, si è detto, vuole essere poco invasivo e vuole rispettare lo stato dei luoghi e la vegetazione esistente. Questa esigenza suggerisce l'utilizzo per i volumi chiusi di una struttura a pilastri e travi metalliche leggermente sollevata rispetto al livello del suolo ed impostata su di un sistema di fondazioni a pali infissi direttamente nel terreno, che non necessita di scavi di fondazione estesi e riduce al minimo l'espianto degli alberi esistenti. Un secondo sistema strutturale, integrato con il primo, definisce la copertura, concepita come una grande pergola costituita da una tessitura leggera e frammentata di travi di legno di modesta sezione che, insinuandosi tra gli alberi definisce e protegge i percorsi aperti, gli accessi principali e le zone destinate alle attività all'aperto. Questa stessa copertura leggera, ripiegandosi sui lati liberi del lotto, diviene elemento di verticale di separazione, risolvendo il problema della recinzione e della sicurezza del complesso scolastico.

Antonella Mari
antonellamari@tin.it





Foto del modello.
ANTONELLA MARI. Scuola media a Bitonto

Progetto selezionato nel occasione del concorso nazionale per la progettazione preliminare della nuova sede della scuola media statale "Anna De Renzio" a Bitonto, Bari, concluso nel 2002.

design team:
arch. Antonella Mari
ing. Cosimo Catalano
ing. Aldo Del Noce

collaboratori:
Matteo Lorusso, Paolo Pellegrini, Pierpaolo Martiradonna
Antonella Mari (Bari, 1966) si è laureata a Roma nel 1994. Nel 1997 ha conseguito il Master of Science in Advanced Architectural Design presso la Columbia University di New York. Nel 1998 grazie ad una borsa di studio del CNR ha condotto attività di ricerca in Canada e negli Stati Uniti presso il dipartimento GSAPP della Columbia University. Ha lavorato a New York presso lo studio Hanrahan-Meyers. È autrice di una monografia su Steven Holl (Edilstampa, Roma 2001). Nel 2001 ha vinto la Fulbright Fellowship in Fine Arts presso l'American Academy in Rome. Ha ricevuto premi e menzioni in concorsi internazionali ed ha esposto in mostre collettive in Italia e all'estero. Nel 2003/04 ha insegnato nel laboratorio di progettazione del Master di Architettura Digitale dell'in/arch di Roma.

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