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HERZOG & DE MEURON. Allianz Arena



EVENT EXPANDER. Il nuovo stadio di Monaco sarà inaugurato nell'estate di quest'anno. Proprio in questi giorni l'opera inizia a mostrare la propria veste definitiva. I lavori per la realizzazione dell'impianto sportivo progettato da Herzog & de Meuron sono iniziati nel 2003 e si concluderanno in tempo utile per ospitare i mondiali di calcio del 2006. L'obiettivo era realizzare una struttura costruttivamente conforme alle norme di sicurezza e funzionalmente adeguata alle nuove esigenze imposte dal calcio-spettacolo. Lo stadio sembra per alcuni aspetti l'erede naturale di quello precedentemente realizzato da Frei Otto e Gunter Behnisch. Così come nel progetto del '72 anche in questo caso viene privilegiata una copertura leggera in materiale plastico. Nel nuovo edificio la leggerezza è perseguita attraverso l'uso di cuscini in membrana sintetica, riempiti di aria ad umidità controllata, che sembrano tributare un omaggio alle grandi coperture pneumatiche che tra gli anni '60 e '70 proprio Frei Otto progettò (dalla Convention and Exhibition Hall del 1960, al Artic City Envelop del 1971).

[09feb2005]



Il nuovo stadio ospiterà 66.000 spettatori su tre ordini di posti. A dispetto della morbida apparenza esterna la struttura delle tribune è realizzata in cemento armato, mentre l'involucro è sostenuto da un complesso reticolo metallico. I 2816 cuscini sono costituiti da due fogli di ETFE (Ethylene Tetra Fluor Ethylene), materiale riciclabile al 100% e dalle caratteristiche di indeformabilità e durabilità; la lunghezza delle "bolle" romboidali varia dai 4 sino agli 8 metri, mentre la larghezza parte da un minimo di 2 per arrivare ad un massimo di 4.25 metri. Ciascuno degli elementi è quindi composto da due membrane; nella loro diversa combinazione risiede l'unica distinzione tra facciata e copertura: bianco/trasparente per la pelle verticale; trasparente/trasparente per quella orizzontale.



Le sofisiticate superfici bidimensionali delle prime opere di Herzog & de Meuron sembrano qui trovare la propria evoluzione tridimensionale. Come già nel negozio Prada a Tokyo, viene abbandonata qualsiasi dicotomia tra prospetti e copertura, la membrana superficiale avvolge l'intero edificio senza soluzioni di continuità. Lo stadio è così una architettura senza fronti, un oggetto a scala geografica la cui immagine ricorrente è quella zenitale. Se infatti agli inizi dello scorso secolo Alexander Rodchenko, suggestionato dalle prime viste colte dall'aereo, proponeva architetture "rovesciate" in cui il prospetto orizzontale acquisiva una significato speciale; all'alba del nuovo secolo, Herzog & de Meuron, certamente consapevoli delle nuove modalità televisive, realizzano un edificio stereometrico, la cui copertura cangiante e dai colori mutabili sarà ripresa da telecamere a volo d'uccello e poi trasmessa infinite volte nel circuito mediatico mondiale. D'altronde questo sembra essere un tema ricorrente per molti dei recenti progetti a grande scala di cui lo studio svizzero si sta occupando, emblematico quello per la Plaza de Espagna e il nuovo porto a Santa Cruz de Tenerife (2000), dove il "quinto prospetto" sembra essere il nuovo e più importante elemento di studio ed approfondimento.











Allianz Arena potrebbe essere definita una architettura atmosferica. Un edificio di "aria" che dall'aria è guardato e che nell'aria sembra librarsi. Una rincorsa a quella metafora del volo che in molti progetti è stata sognata: dalla Instant City Airship degli Archigram alla prima Cloud di Coop Himmelb(l)au (1968-72). In questo senso lo stadio di Monaco sembra di segno assolutamente opposto ad uno dei più significativi progetti realizzati in passato da Herzog & de Meuron: se infatti nella Dominus Winery a Napa Valley, 1996, veniva cercato un radicamento forte al terreno servendosi di un pesante basamento in pietra contenuto da gabbioni metallici (con funzione in verità di semplice rivestimento), nel nuovo stadio di Monaco l'involucro cangiante è volutamente distaccato dal terreno. La fenditura di quasi 4 metri annulla l'ancoraggio alla immensa esplanade simulando la assoluta leggerezza della titanica struttura.











La membrana di rivestimento, mantenuta in tensione grazie ad una pressione variabile tra i 200 e i 1000 pascal, suggerisce l'idea di un oggetto che respiri. Ancor di più, le coppie di neon installati sul suo fronte interno, fanno sì che l'architettura si trasformi in organismo dal quale traspira la forza degli eventi che al suo interno si svolgono. Grazie a lampade a tre colori (rosso bianco e blu, i colori delle squadre di casa) l'involucro di Allianz Arena diviene vera epidermide dalle mutevoli reazioni. L'edificio si trasforma in una macchina o meglio in un apparato reagente, una architettura come protesi collettiva che realizza la quasi perfetta simbiosi tra contenitore, evento e spettatore. Ancora una volta Herzog & de Meuron sembrano attingere a suggestioni mutuate dall'arte piuttosto che dall'architettura. Se nel Mind Expander (1967) l'artista HAUS-RUCKER-Co realizzava uno sproporzionato elmetto pneumatico che avvolgeva le teste delle due individui seduti sotto di esso, amplificandone le sensazioni grazie al pattern grafico e agli ambigui giochi di riflessione, col grande "casco" Allianz Arena (840 m di circonferenza), Herzog & de Meuron costruiscono un involucro soffice e mutevole che abbraccia i 66.000 spettatori riemettendo ed amplificando gli effetti sonori e visivi che da essi sono prodotti grazie al continuo variare dei suoi colori esterni.




Allusioni sofisticate che non escludono però un codice più semplice ed immediato: il grande involucro rigonfio riecheggia infatti la superficie trapuntata del pallone da gioco ed i sofisticati effetti di luci parlano il linguaggio semplice ed immediato delle due tifoserie avversarie. Una architettura raffinata che non sfugge la comunicazione di massa né le leggi del mercato e, appellata con nickname fantasiosi (il salvagente o il gommone), si avvia ad essere una nuova presenza familiare nel panorama della città.

Anna Cornaro
anna.cornaro@tin.it






HERZOG & DE MEURON. Allianz Arena

località:
Fröttmaning, Munich

progettisti:
Herzog & de Meuron

cronologia:
realizzazione: 2002-2005

impresa di costruzione:
Alpine Bau Deutschland GmbH
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