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ARKHAM
PROJECT. Infospazio GT04 a Como |
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L'infospazio
progettato da Arkham Project si presenta come un'architettura effimera,
uno spazio destinato all'informazione e alla consultazione di materiale
in seno alle celebrazioni del centenario di Giuseppe Terragni nella
città di Como. Situato alla base del Palazzo del Broletto adiacente al quattrocentesco Duomo della provincia lombarda e a pochi passi della ex Casa del Fascio, forse l'edificio costruito più importante dell'architetto comasco, il progetto di Arkham interviene e "commenta" lo spazio vuoto del porticato reinventandone il rapporto tra la piazza adiacente e la sala superiore. |
[27feb2005] | ||||
Il progetto si divide principalmente in due interventi: da una parte la concezione di un luogo aperto ad accogliere i visitatori nella piazza, dall'altra l'allestimento di uno spazio polifunzionale nella sala superiore. Il primo, è rivolto alla costruzione di relazioni che rispecchiano e non tradiscono la doppia natura del portico, ovvero di essere un luogo aperto e chiuso insieme. Allo stesso modo, il sistema di pareti, pannelli e i due piani non segnano una partizione definitiva, ma restituiscono in ogni momento la percezione dei vicini spazi e delle presenze architettoniche. La struttura, composta da vari elementi alla base del Broletto non solo tiene conto delle caratteristiche dell'edificio in cui si inserisce ma, anticipando nel progetto la sua funzione di "infopoint" si porge al fruitore come un oggetto simbolico, una stratificazione di canoni e memorie del pensiero del grande architetto. |
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Le forme e le linee (in pianta e in alzato) sono infatti idealmente collegate agli edifici di Terragni. Proiettando le ombre (i volumi) degli edifici costruiti da Terragni nella città di Como verso il palazzo del Broletto si intrecciano linee e traiettorie che compongono la planimetria dell'infospazio come fosse una mappa. Una mappa immaginaria alla scoperta di relazioni invisibili che, seppur fantastica, serve a tracciare un percorso, un racconto da realizzare con le informazioni multimediali reperibili nell'infospazio, così da condurre lo spettatore a compiere un itinerario tra case e monumenti. |
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Un
ulteriore riferimento alle architetture di Giuseppe Terragni è
costituito da alcuni rapporti dimensionali: un modo di misurarsi con
l'illustre predecessore e, allo stesso tempo, di rimisurare il proprio
intervento nei confronti del monumento. L'altezza complessiva dell'intera
installazione è pari a quella di un piano della vicina Casa del
Fascio, mentre il piano intermedio materializza il "piano virtuale"
(2,10 metri) che attraversa tutti i livelli della Casa, di cui scrive
lo stesso Terragni nello storico numero della rivista Quadrante. |
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Inoltre, l'altezza del piano intermedio è di 1,65 metri dalla piazza, pari all'altezza media dello sguardo umano. Avvicinandosi alla struttura questa viene infatti percepita soprattutto per il telaio bianco che segna un nuovo orizzonte e un nuovo punto di riferimento visivo tra le linee che compongono la facciata del monumento. I vetri neri attivano un gioco di specchiature tra i telai e la pietra, lasciando la parte superiore librarsi come sospesa a mezz'aria. A collegare la piazza del Duomo al piano introdotto, è stata pensata una scala-rampa così da non interrompere drasticamente il ritmo di chi percorre lo spazio aperto verso "l'interno" dell'allestimento. Raggiunto il piano intermedio lo spazio continuo e trasparente si confronta con la dimensione della scala a pianta quadrata del palazzo quattrocentesco; percorrendola si giunge all'ampia sala del Broletto. |
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Sezione. Sala Broletto. Pianta livello 1. |
La grande e rigorosa stanza vuota è stata allestita calando al suo interno volumi nuovi che compongono l'arredamento della sala. Espositori, tavoli e scaffalature modulano tramite un gioco di pieni e vuoti lo spazio che accoglie non solo il bookshop ma anche dibattiti e conferenze stampa. I "mobili" pensati per l'occasione riflettono in pianta le medesime linee e forme dell'allestimento al piano inferiore e ripresentano nella quota più alta la misura di 2,10 metri. Per la progettazione dei vari elementi si è passati dalla realizzazione di modelli tridimensionali all'impiego di macchinari a controllo numerico che hanno sagomato da blocchi di polistirene espanso, le forme nette e precise, successivamente rifiniti con l'applicazione di superfici in pvc e accenti cromatici (bianco ed arancio) che enfatizzano il contrasto tra pieni e vuoti, scavati da invisibili volumi che connettono tra loro i vari lati della sala. Il risultato sta proprio nella decisione del gesto, nella finitura dell'intervento. Il netto contrasto stimola l'immediato dialogo tra le preesistenze architettoniche e i nuovi volumi. Tutti i materiali impiegati (vetro e metallo oltre a quelli sopra citati), si presentano come funzionali e guardano alla lezione del razionalismo e a questa affiancano nuove derive di tipo concettuale, intervenendo criticamente sulle forme e sulla loro scomposizione. Costruendo un discorso che si dipana a partire dal frammento, la citazione, per giungere all'intero. Riccardo Conti rikyconti@yahoo.it |
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