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GUIDARINI & SALVADEO. Centro Socio-Sanitario Residenziale per sordociechi a Lesmo



   
Il Centro è destinato all'assistenza e all'accoglienza di persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, adolescenti e adulte (36 soggetti residenti e circa 16 persone con degenza diurna). L'insediamento si articola in sei corpi di fabbrica, come una sorta di campus universitario. La distribuzione delle attività avviene su un'area relativamente ampia, con edifici di uno e due livelli fuori terra, per favorire il rapporto con l'esterno e una migliore percezione dei volumi. La luce, la percezione delle forme, il colore, la consistenza della materia, le sensazioni tattili, l'acustica: questi elementi fondamentali dell'architettura assumono in questo progetto un'importanza ancora maggiore, come se fossero amplificati dalle condizioni degli utenti che il centro è destinato ad ospitare.

  [17apr2005]

Plastico. Vista zenitale.


Plastico. Vista da ovest.


Plastico. Vista da nord.

Il rapporto degli edifici con i percorsi pedonali e con il verde è uno dei cardini del progetto, in quanto costituisce uno stimolo in grado di favorire le sollecitazioni psicosensoriali nei diversi momenti della giornata, durante tutto l'arco dell'anno e, quindi, con il variare delle stagioni.

L'elemento organizzatore del progetto è costituito da una sequenza lineare di spazi aperti, disposti per fasce parallele con un andamento lievemente curvilineo in senso est-ovest, i cui elementi principali sono costituiti da un parterre erboso e da un percorso pedonale principale che collega tutti gli edifici. Alle estremità opposte dell'insediamento si trovano gli edifici destinati alle attività collettive, mentre nella parte centrale, in posizione baricentrica, sono previsti i tre corpi residenziali. Nell'edificio E1, situato di fronte all'accesso principale dell'area, vi sono la reception e le principali attività legate al funzionamento e alla gestione del Centro. L'edificio si organizza intorno a un patio alberato e, da un punto di vista architettonico, è chiamato a esprimere i valori dell'accessibilità e dell'accoglienza alle attività del Centro. I Laboratori per le attività educativo-riabilitative sono affacciati a sud, in comunicazione diretta con il verde. Le aule sono progettate in rapporto alla luce naturale. Gli affacci a sud sono schermati da un portico e i lucernari sono rivolti a nord, data la necessità di avere luce diffusa e per evitare fenomeni di abbagliamento.

   

L'edificio "Rosso" delle residenze (E4).


La mensa (E6) e gli edifici residenziali (E2-E3-E4).


Il centro di riabilitazione psico-sensoriale (E1).


L'edificio "Blu" delle residenze (E2).

Gli edifici residenziali gemelli E2-E3 sono costituiti da corpi in linea leggermente sfalsati in corrispondenza dell'ingresso e del nucleo centrale di servizi. Questo punto è evidenziato dal punto di vista architettonico da una falda aggettante della copertura. I corpi di fabbrica –e in particolare i tre corpi residenziali centrali- hanno forme semplici, immediatamente percepibili nei loro contorni. Le loro facciate cieche, caratterizzate da colori primari, sono delle icone simboliche d'immediata percezione. Sono previsti due appartamenti per piano, composti da 4 camere singole con bagno per ciascun appartamento. Nell'edificio E4, il cui impianto tipologico è simile a quello degli Edifici 2-3 (corpo doppio con corridoio centrale, soggiorno di ingresso passante) sono previste le residenze per i disabili particolari al piano terra e la foresteria al primo piano.

All'estremità est dell'area si trovano gli edifici della palestra e piscina (E5) e della mensa (E6). L'edificio E5 è suddiviso in tre zone, ciascuna corrispondente a una campata strutturale. Nella campata nord, affacciata sulla piazza pedonale, sono previsti gli ingressi, un circolo ricreativo, le sale per la fisioterapia, l'infermeria e gli spogliatoi. Nella fascia intermedia si trovano il corridoio principale di distribuzione, mentre la palestra e la piscina si trovano sul lato sud, affacciate verso il verde. Nell'edificio E6 sono previste la sala della mensa, le cucine e i relativi locali di servizio (dispensa, celle frigorifere) nonché alcuni servizi generali (lavanderia, stireria, ecc.). La sala mensa è localizzata in corrispondenza della testata ovest, affacciata verso il verde e orientata verso l'Edificio 1, con il quale istituisce una specifica corrispondenza visiva. I due edifici, destinati alle attività collettive, sono situati alle estremità del parterre verde. Oltre che dalla parete affacciata sul giardino, la sala è illuminata, sul lato opposto, da un lucernario. L'ingresso della sala mensa avviene dalla piazza pedonale, di fronte all'ingresso dell'edificio E6, in modo da istituire una corrispondenza tra i due edifici.

   

Planimetria generali piani terra e sezione generale.


La piazza est, verso il percorso pedonale attrezzato (E5-E6-E3-E1).


La mensa e le cucine (E6).

Un ulteriore elemento di definizione degli spazi aperti è costituito dalla rete dei percorsi pedonali attrezzati che si sviluppa in modo capillare nel verde. Sono previsti percorsi tematici e didattici capaci di stimolare le percezioni degli utenti: il percorso degli odori, ad esempio, sfrutterà le proprietà aromatiche di alcune specie vegetali, mentre il percorso dei rumori sfrutterà alcuni movimenti dell'acqua (una piccola cascata, vasche con gocciolatoi, ecc.). Sono previste zone per la sosta segnalate con segnali tattili e con tratti di pavimentazione in risalto. Il Centro è stato progettato con criteri di basso impianto ambientale e con una particolare attenzione al problema energetico. È stato infatti realizzato un gruppo di cogenerazione termica ed elettrica per far fronte ai consumi di energia dei gruppi di refrigerazione dell'impianto di climatizzazione. La centrale di cogenerazione dell'energia funziona a gas naturale (metano) e produce energia elettrica per il fabbisogno interno e acqua a calda temperatura. L'energia elettrica viene utilizzata, mediante un ciclo continuo a pompa di calore, per produrre acqua refrigerata in estate e acqua a media temperatura in inverno per il riscaldamento dei pannelli a pavimento.

Guidarini & Salvadeo
 
Edificio E1. Particolari coperture.


Edificio E1. Sezione prospettica sulle aule di rieducazione.


Sezioni di facciata tipo.

Arrivando a Lesmo dalla strada provinciale, tra l'edificato disperso e casuale di villette e capannoni, si individua un insediamento che dialoga con la geografia del luogo: sei edifici la cui cifra comune è data dalla pacatezza del linguaggio, dall'uso degli stessi materiali da costruzione -murature in mattoni a vista e tetti in rame- dalla propensione dei corpi di fabbrica a relazionarsi tra loro e con lo spazio aperto. Si nota la presenza di un sistema ordinatore che si avvale di leggere curvature, di flessioni, di rotazioni, di distanze controllate per organizzare gli elementi della composizione secondo misurate prossimità fisiche e visive.

   

Vista generale da ovest (E4-E6).

Qui, la figura dell'archetipo e della sua ripetizione, attraverso specifiche declinazioni cromatiche, ci portano nel territorio del simbolico e all'interno di un'esperienza fenomenologica che appare come "sovraccaricata" da dispositivi progettuali. Si tratta di marcate mappe di identificazione di elementi, associabili ad una particolare sensibilità percettiva, come quella degli abitanti di questa neighborhood unit di Lesmo, destinata a residenza e a centro socio-sanitario per sordociechi e minorati psicosensoriali. La ricerca di abitabilità del luogo ha orientato i progettisti a distribuire tutte le funzioni previste, come Howard, in padiglioni collocati nel verde; dai tre corpi residenziali, disposti a ventaglio nel baricentro dell'impianto insediativo, si articolano percorsi con segnali tattili attraverso i quali i disabili possono seguire itinerari tematici nel verde o raggiungere le attività comuni che si trovano nelle due testate –a ovest la reception, le aule, i laboratori per le attività occupazionali; ad est la mensa e, in un edificio contiguo, la palestra e la piscina.

L'articolazione spaziale delle attività, gli spostamenti interni ed esterni, sollecitano i pazienti a percepire i ritmi della giornata e delle stagioni, in una dimensione di quotidianità dello spazio che può essere efficace antidoto a quelle foucaultiane forme di esclusione e segregazione che caratterizzano i luoghi destinati alle diversità sociali. Ciascun edificio sembra motivare specifiche articolazioni volumetriche con la ricerca di requisiti dello spazio che deriva dal controllo dei "caratteri distributivi", dall'uso consapevole dei materiali, del colore e soprattutto della luce; di una luce che deve illuminare i luoghi dell'abitare priva di bagliori, ricercando la propria qualità non in opposizione ma come complemento alla penombra.

Il modo attraverso cui Guidarini e Salvadeo hanno affrontato la particolarità del tema e della committenza solleva una questione centrale per il progetto contemporaneo, attratto più dagli statuti dell'arte che da quello dell'ars edificatoria: il riconoscimento del fatto che l'architettura, al di là della dimensione ornamentale, deve confrontarsi con il senso e la necessità delle cose. Necessità in questo caso amplificata, drammatizzata, alla quale il progetto di architettura risponde con l'intento, come diceva Alvar Aalto a proposito del Sanatorio di Paimio, di "proteggere quanto più possibile e servire con i mezzi dell'arte del costruire, il piccolo uomo, in questo caso persino infelice e ammalato".

Maria Grazia Folli
 
La mensa e l'edificio di riabilitazione fisica (E6-E5).


Il portico delle aule di terapia riabilitativa e occupazionale (E1).


L'ingresso di un edificio residenziale (E2).

GUIDARINI & SALVADEO. Centro Socio-Sanitario Residenziale per sordociechi a Lesmo

   
committente:
Lega del Filo d'Oro, ONLUS, Osimo (AN)

progetto e direzione lavori:
Guidarini & Salvadeo
architetti Stefano Guidarini e Pierluigi Salvadeo, Milano
con ingegneri Roberto Canalini e Attilio Passalacqua, Osimo

collaboratori:
architetti Francesca Battisti, Simona Boneschi, Giorgio Burragato, Massimo Cattaneo, Davide F. Colaci, Fabrizio Colella, Francesca Di Gennaro, Alessandro Fusetti, Lorenzo Gaetani, Eliana Lo Mastro, Biagio Mansueto, Francesca Sorci

progetto degli impianti:
Nuova Termostudi Delta, ing. Bruno Roccheggiani, geom. Carlo Nobili, Ancona

progetto delle strutture:
ing. Marco Corti, Desio (MI)

progetto degli arredi:
arch. Alfredo Zengiaro, Vicenza

coordinamento di cantiere:
arch. Alfio Monaco, Milano

sicurezza del cantiere:
geom. Luca Amendola, Robbiate (LC)

imprese esecutrici:
SC Engineering, ElettroTC

realizzazione del verde:
Vivai F.lli Tusi

maquette:
Mauro Mauri

fotografie:
Alberto Piovano

superficie del lotto: 45.000 mq.
volumetria costruita: 25.000 mc.

cronologia:
progetto: 1998-1999
costruzione: 2000-2004

importo dei lavori:
€11.000.000
   
Nati nel 1960, Stefano Guidarini e Pierluigi Salvadeo si sono laureati in Architettura al Politecnico di Milano. Stefano Guidarini ha lavorato da Giancarlo De Carlo, Gino Pollini e Belgiojoso; Pierluigi Salvadeo da Raffaello Cecchi e Vincenza Lima. Guidarini e Salvadeo conducono una ricerca progettuale che interpreta in chiave contemporanea alcuni caratteri insediativi e figurativi della cultura architettonica milanese, su temi legati alla residenza pubblica, all'architettura socio-sanitaria e ai rapporti tra città e spazi commerciali. Hanno realizzato interventi a Milano, Lodi Vecchio, Pioltello, Cornaredo, Castelleone e Lesmo. Nel 1996 hanno vinto il Premio in/arch - Domus Lombardia. Guidarini insegna Composizione architettonica alla Facoltà di Architettura Civile del Politecnico di Milano; ha pubblicato i libri Ignazio Gardella nell'architettura italiana. Opere 1929-1999 (Skira, 2002) e Il mutevole concetto di tipo. Studi sulla tipologia edilizia, l'architettura, la città (Clup, 2003). Salvadeo insegna Scenografia alla Facoltà di Architettura e Società del Politecnico di Milano e ha pubblicato i libri Paesaggi di architettura (Skira, 1996) e Architettura A Teatro (Clup, 2004).    

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