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Architetture

2A+P. Landsquare



Il sistema di spazi si trasforma in una superficie continua, un territorio urbano, in cui non esiste più distinzione formale tra strada, percorso e piazza. Luca Galofaro presenta il progetto Landsquare di 2A+P, elaborato in occasione del concorso d'idee Nuova piazza a Caldogno indetto dal Comune di Caldogno e svoltosi nel corso del 2004. ARCH'IT ha il piacere di annunciare che insieme a nicole_fvr il gruppo è oggi protagonista, a Torino, dell'inaugurazione di Round-Blur, la rotonda di distribuzione stradale e tranviaria vincitrice della sesta edizione del Premio Torino Incontra... l'Arte: Una porta per Torino.



Le città sono cambiate, gli aerei ad elastici, i missili con il paracadute, quei giochi lì, andavano di moda negli anni Settanta, quando le città si stavano formando e c'erano degli spazi incolti, così potevi far volare gli aerei, un occhio al cielo e l'altro alle buche che incontravi durante la corse. Adesso le ville hanno gli spazi riservati ai bambini, quei giochi di legno tutti uguali, lo scivolo con il tunnel, due altalene.
I prati, poi tutti così curati, l'erba bassa, come fai a nasconderti tra l'erba bassa?
Antonio Pascale (1)



PENSANDO LO SPAZIO APERTO. Nonostante siano sempre più numerosi i concorsi d'architettura che hanno come tema lo spazio pubblico, non sempre gli architetti sono capaci di comprendere come sia possibile combattere l'ipertrofia metropolitana della città contemporanea, senza provare a cambiare alla base le regole genetiche dell'insediamento urbano. Lo spazio urbano concepito come puro spazio connettivo di funzioni, infatti, ha annullato quasi completamente la complessità delle relazioni sociali, inducendo, come sostiene Franco La Cecla, la distruzione delle forme locali dell'abitare nelle città, il vicinato, il cortile, la strada. Il tentativo di produrre luoghi di scambio e di relazione distrugge la natura peculiare dei luoghi, cancellandone differenza e complessità, coprendo il territorio di funzioni e di non luoghi ovvero di spazi privi di identità, relazioni e storia. (2)

[05jul2005]




La metropoli vive e cresce ignorando e distruggendo la capacità del proprio territorio di riprodursi, provocando così una dissoluzione dei vuoti che ha portato ad una sensibile riduzione della comunicazione sociale. I vuoti urbani hanno perso completamente il loro significato primario e sono diventati perimetri di zonizzazioni incontrollate, luoghi di attraversamento con un'idea di spazio pubblico museificato che ha assunto valore unicamente in relazione al tessuto di cui è margine asettico e acritico. Oggi l'idea stessa di spazio pubblico è assente, per principio, nelle conurbazioni periferiche diffuse oppure è surrogato da concentrazioni specializzate del commercio. (3)



Questa sparizione fisica dello spazio pubblico corrisponde alla progressiva perdita di potere sulla cosa pubblica da parte della comunità locale. L'abitante si trova dissolto spazialmente all'interno di una serialità generalizzata nei luoghi di lavoro, di svago e dell'abitare, lui stesso è incapace di relazionarsi perché sempre meno coinvolto nella produzione dei luoghi e proiettato nel loro consumo. L'identificazione con il proprio spazio di vita si fa sempre più difficile. L'individuo, infatti, non ha più bisogno di definire la propria identità attraverso lo scambio sociale, ma si trova casualmente parte integrante di flussi di attraversamento indefiniti. In queste circostanze il territorio è trattato come un foglio bianco, un mero supporto su cui disegnare insediamenti secondo regole astratte dalla natura, dalla qualità, dall'identità dei luoghi.

 



La nozione di spazio pubblico deve essere sostituita da quella di territorio, produrre territorio significa provare a ricostruire delle relazioni co-evolutive interrotte fra insediamento e ambiente. Oltre che documento culturale, infatti, il progetto territoriale è anche un oggetto tecnico, nella misura in cui fa precipitare in prodotto puntuale la trasformazione ecologica del territorio: la sua immagine futura disegnata. Per questa immagine occorre ritrovare la relazione virtuosa fra la città e il suo patrimonio fisico e ambientale, da questa relazione riemergeranno energie abbandonate e consumate che produrranno l'ecosistema territoriale: lo spazio aperto capace di autoriprodursi. Il disegno degli spazi aperti, che assume come criterio valutativo la rigenerazione strutturale e funzionale dei sistemi ambientali, costituisce una prima componente morfogenetica della regione urbana.



Benjamin usò il termine transitività per caratterizzare la città come un luogo di mescolanza e improvvisazione che risulta dalla sua porosità al passato e da diverse influenze spaziali. La transitività/porosità è ciò che permette alla città di modellarsi e rimodellarsi di continuo. Sebbene la validità di tale considerazione sia resa particolarmente evidente dalle improvvisazioni da strada proprie di tutte le città.

L'atteggiamento del gruppo 2A+P nei confronti dello spazio pubblico segue in un certo senso questo criterio valutativo e prova a proporre delle regole attraverso le quali ripensare il sistema di piazze di un piccolo borgo nella provincia di Vicenza, Caldogno, trasformandolo in una superficie continua, un territorio urbano, in cui non esiste più distinzione formale tra strada, percorso e piazza. Il vuoto, ripensato come uno spazio pubblico multifunzionale, assume corpo estendendosi oltre i limiti previsti dal piano; una superficie pavimentata a maglia regolare, ottenuta attraverso uno sfocamento tra artificiale e naturale; qui l'idea di geografia si sovrappone a quella di pianificazione e il territorio si rigenera intorno alla direttrice dei percorsi del parco di villa Caldogno, creando una continuità tra la piazza, la corte interna del nuovo edificio ed il porticato, via Pagello, il campanile e le zone attorno e di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista.



Come nella città di Dogville, nell'omonimo film di Lars Von Trier, lo spazio continuo è caratterizzato da una superficie omogenea nel materiale e nel colore come ad indicare che i singoli spazi siano caratterizzati dalla vita dei cittadini stessi, i personaggi definiscono i luoghi attraverso le loro azioni e relazioni, lo spazio aperto è sfondo, una traccia interstiziale tra oggetti che sono anch'essi tracce sia nel tempo che nello spazio.

Il sistema dei flussi è pensato con attenzione. Sarà proprio l'azione dei fruitori a definirne le caratteristiche di trasformabilità. Il programma di territorializzazione dello spazio pubblico nasce, così, dalla volontà di reinserire la città nel suo contesto vivente e si costruisce attraverso le tre componenti costitutive del territorio stesso: la natura, il costruito, l'ambiente antropico.

Un'azione sullo spazio pubblico che va nella direzione di una topologia alternativa, che anziché concepire lo spazio pubblico come definito da confini, ovvero ridotto a punti, lo considera come assemblaggio di relazioni, che avranno intensità differenti in differenti locazioni.

Luca Galofaro
luca.g@ianplus.it
 

Schema topografia.


Schema percorsi.

L'area, per la sua centralità e per i progetti limitrofi di prossima attuazione, sarà un luogo di riferimento e di ritrovo per la cittadinanza. L'obbiettivo del progetto è quello di trasformare la piazza in una superficie continua, un territorio urbano. Uno spazio pubblico multifunzionale, una superficie pavimentata a maglia regolare, che prende vita dalla direttrice dei percorsi del parco di villa Caldogno. La forte identità della pavimentazione identifica gli spazi pedonali, creando una continuità tra la piazza, la corte interna del nuovo edificio ed il porticato, via Pagello, il campanile e le zone attorno e di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista.


Schema panchine.

Considerando la realizzazione di un sistema stradale alternativo, che aggirerà il centro abitato riducendo drasticamente il traffico veicolare dell'area, le strade asfaltate, in prossimità della piazza, sfumano in un percorso carrabile a priorità pedonale, sollevandosi alla stessa quota della piazza. Questo sistema, grazie anche al rallentamento forzato delle autovetture, permette ai flussi pedonali di passare dalla zona della piazza agli spazi attorno alla chiesa. Si prevede inoltre l'abolizione dell'impianto semaforico esistente attraverso la realizzazione di una rotonda verde in continuità con la superficie pavimentata. La necessità nelle stagioni invernali di convogliare una grande quantità di acqua piovana, deforma la morfologia del piano calpestabile. Una deformazione lieve, che seguendo le direttrici degli impluvi, permette la raccolta dell'acqua. Così la piazza, come un terreno naturale, l'assorbe. Le zone di raccolta dell'acqua sono delle aree naturali che sfumano nella pavimentazione, la maglia regolare di 100 cm x 100 cm, si fonde con la natura. Le lastre si riducono progressivamente, dal modulo di 100 cm a quello di 25 cm fino a scomparire, creando tra loro zone di verde sempre più grandi.


Schema piazzole.


Schema verde.


Schema assorbimento acqua e pendenze.


Schema luci.

I colori della pavimentazione, quattro tonalità di grigio, seguono la morfologia, come la restituzione di una mappa cartografica, ridisegnando la superficie con curve di livello, sia per esaltarne la lieve pendenza sia per variarne cromaticamente le zone pur mantenendo un disegno continuo. L'identità di via Pagello è evidenziata da zone cromatiche lineari che si fondono con il disegno morfologico della piazza. Anche i percorsi carrabili che attraversano la zona pavimentata mantengono una loro identità. Le aree verdi progettate creano tra loro ampi spazi, tali da consentire il sabato mattina una facile ed immediata sistemazione dei banchi del mercato che, grazie alla continuità dei percorsi pedonali può espandersi su tutta l'area di progetto, utilizzando così sia gli spazi della piazza e della corte che quelli di fronte la chiesa. Questo permette un forte potenziamento del numero delle piazzole. Viste le differenti dimensioni delle piazzole sono state progettate delle aree, su un modulo variabile di base 10 m, rendendo flessibile il sistema di composizione del mercato, sia nella disposizione che nella quantità.

In tutta l'area è stato studiato un sistema di sedute puntiforme 50 cm x 50 cm utilizzabile così su tutti i lati. Gruppi di panchine formano piccoli salotti urbani concentrati attorno alle zone verdi, nella zone pavimentate invece sono disposte in modo tale da non intralciare lo svolgimento settimanale del mercato diventando punti di riferimento per le aree di ingombro delle piazzole e lasciando liberi i percorsi per la fruizione del mercato stesso. Nella superficie sono incassati due sistemi di illuminazione. I primi apparecchi sono posizionati in modo da illuminare direttamente la natura e con luce riflessa le aree circostanti creando così dei boschi luminosi. Le altre lampade, nelle zone pavimentate prive di natura, diffondono la luce a 360 gradi dando punti di riferimento ai pedoni, ottenendo un paesaggio non uniformemente illuminato ma sicuro, privo di zone buie.

I parcheggi per la sosta temporanea sono previsti ai margini dell'area pedonale in via Marconi e via Monte Grappa, lato est. Gli stalli richiesti sono invece in prevalenza concentrati a nord dell'area di progetto (40), lungo via Monte Grappa, lato ovest (8) e intorno all'edificio in via di realizzazione (4+6) per un totale di 58 posti auto.

2A+P
info@dueapiup.it

(dalla relazione di progetto)
 
NOTE:

1. Antonio Pascale, Passa la bellezza, Einaudi, 2005.
2. Marc Augé, Non luoghi, Eleuthera, 1993.
3. Alberto Magnaghi, Il progetto locale, Bollati Boringhieri, 2000.
2A+P. Landsquare

Progetto elaborato in occasione del concorso d'idee Nuova piazza a Caldogno indetto dal Comune di Caldogno e svoltosi nel corso del 2004.
2A+P porta avanti una ricerca tesa a riconfigurare i territori attuali per risolverne gli squilibri sociali e naturali. Il suo lavoro offre possibili alternative alla visione secondo cui l'oggetto architettonico, poggiato sul suolo, stabilisce con esso un rapporto prettamente statico, ma attua strategie che valutano le relazioni e i possibili equilibri tra gli aspetti energetici, naturali e sociali. Un'architettura pronta a farsi corrompere dall'ambiente e che punta a superare l'idea di soluzione definitiva e costruzione eterna in favore di sistemi che mutano con le necessità e le condizioni delle ecologie di cui fa parte. Si delinea così un tipo di progettualità tesa ad intervenire nelle zone di tensione e a capire le dinamiche di trasformazione del territorio. Progetti capaci di agire su più fronti confrontandosi contemporaneamente con emergenze locali e globali.
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