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N!STUDIO. Centro di Conservazione per il Museo delle Civiltà dell'Europa del Mediterraneo a Marsiglia



Il programma del concorso a procedura ristretta, cinque gruppi di progettazione invitati, prevedeva la trasformazione della ex Caserma del Muy situata nei pressi della Stazione Centrale di Marsiglia. Era richiesto ai progettisti di conservare due degli edifici esistenti nell'area e di progettare ex novo gli ambienti preposti al deposito e al restauro degli oggetti da esporre nel nuovo Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo, di Rudy Ricciotti.

Il progetto si sviluppa attorno a due temi paralleli: da una parte la necessità di garantire dei percorsi differenziati e un'accessibilità controllata di visitatori e ricercatori, dall'altra la volontà di intervenire sul suolo, aprendo gli ambienti delle réserves verso un parco pubblico. L'obiettivo del progetto è di attivare un nuovo rapporto tra il quartiere e il Centro di conservazione e proporre una nuova idea di Deposito, introducendo degli spazi di visita per il pubblico e individuando negli atelier un punto forza distintivo e caratterizzante. Non un tema aulico, quindi, quanto una riflessione su un edifico per la cultura tradizionalmente concepito come luogo del puro conservare, che si trasforma in luogo che mostra la propria vocazione di "officina culturale".

[06feb2006]

Vista del modello. Vista d’insieme.


Vista del modello. Rapporto con il parco.

Vista del modello. Ateliers.

Progettare il Centro di Conservazione del Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo ha soprattutto a che fare con il tema della conservazione, che diventa l'oggetto da esporre e deve quindi essere visibile dall'esterno. La sfida progettuale mette in discussione il nostro sguardo sulle cose, Merleau-Ponty ci invita a riflettere: "Le cose non sono davanti a noi dei semplici oggetti neutri che noi contempliamo; ognuna di esse simbolizza per noi un certo comportamento, ce lo ricorda, scatena in noi una reazione favorevole o sfavorevole, ed è per questo che i gusti di un uomo, il suo carattere, l'attitudine che egli ha nei confronti del mondo si leggono negli oggetti di cui si circonda, nei colori che preferisce, nei luoghi che sceglie per passeggiare...". (Maurice Merleau-Ponty, Causeries, 1948)


Vista del modello. Rapporto con la strada.




Viste prospettiche dell'interno.

Così allo stesso modo il visitatore del centro deve perdersi in un gioco di rimandi tra gli oggetti-volumi presenti nella'area e gli spazi aperti, fino a riflettere sul significato stesso di "conservare".


Sezione prospettica.


Sezione longitudinale sulle pieghe delle Réserves.


Sezione longitudinale sul corpo degli Ateliers.

Questa considerazione implica una seconda scelta progettuale, la volontà di concepire il Centro di Conservazione non come un deposito tradizionale, chiuso e invisibile, ma al contrario rivelarne l'interno dall'esterno. Esiste un'identità tra il Mediterraneo e le sue civiltà: "Il Mediterraneo e il discorso sul Mediterraneo sono indissociabili" (Predrag Matvejeviç)

La volontà di progettare un organismo aperto sulla città, un complesso che possa essere percepito e messo in mostra come il "deposito della cultura e delle civiltà del Mediterraneo". Ecco quindi che gli spazi progettati si caratterizzano per una forte permeabilità e per una ostentata integrazione interno-esterno.


 
   
Vista prospettica delle coperture e parco-

La stesso segno delle coperture degli edifici che è l'elemento più forte del progetto, si comprime o dilata nel senso longitudinale dei corpi di fabbrica nella volontà di essere parte dei volumi ma anche parte del suolo su cui i volumi insistono: il piano delle coperture è collegato agli edifici ma anche da essi indipendente e per certi aspetti più collegato al suolo. Lo spazio aperto ed i volumi delle réserves tendono a confondersi. L'accentuazione materica della copertura porta porta a ridurre l'importanza stessa dei volumi sottostanti, accentuando il proprio carattere bidimensionale.

n!studio

Vista prospettica dalla strada.

N!STUDIO. Centro di Conservazione per il Museo delle Civiltà dell'Europa del Mediterraneo a Marsiglia


Fotomontaggio di inserimento.

Progetto elaborato nel 2005 in occasione del concorso ad inviti per la realizzazione di un Centro di Conservazione per il Museo delle Civiltà dell'Europa del Mediterraneo a Marsiglia. Seconda fase.

progettisti:
n!studio Ferrini Stella Architetti Associati

con:
Beterem-Ingeniérie (Marsiglia), arch. Gianni Bulian, arch. Carolina De Camillis, arch. Riccardo Fibbi, arch. Amedeo Schiattarella, arch. Andrea Schiattarella, arch. Nicoletta Trasi

collaboratori:
arch. Simone Bove, Bertrand Lascourreges, arch. Gabriele Misso, arch. Francesco Sabatini, arch. Giulia Scaglietta , arch. Rocco Smaldone, arch. Paolo Soellner, arch. Alessandro Turina

modello:
arch. Marco Galofaro
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