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Architetture

DAP STUDIO. Biblioteca e centro civico a Castellanza



Il progetto consiste nel recupero dell'ex area industriale Tosi che si affaccia lungo il fiume Olona a Castellanza e nel programma di riqualificazione del lungofiume. L'Olona è stato negli anni oggetto di sfruttamento da parte delle attività industriali che erano sorte lungo le sue sponde: con la dismissione di molte di queste attività è oggi in atto una progressiva riconversione di tali aree. L'Università LIUC, progettata da Aldo Rossi, rappresenta un esempio peculiare in questo senso. Il processo di trasformazione del lungofiume diventa un'occasione per ripensare la città, creando un sistema integrato tra le attrezzature, in parte esistenti e in parte da realizzare, che l'Olona intercetta lungo il suo percorso.

[04mar2006]






Il progetto che viene presentato in questa sede prevede la realizzazione di una parte rilevante di tale programma: il recupero dell'ex fabbrica di appretti Tosi da destinare a Biblioteca e Spazio espositivo/conferenze e la trasformazione di parte delle aree esterne. La Biblioteca Civica si configura in quanto polo dell'informazione, della cultura e del tempo libero, luogo di incontro e di vita sociale dove trascorrere parte del tempo libero: tali necessità si fanno ancora più forti in un centro di medie dimensioni dove l'offerta di valide alternative, in questo senso, è meno ricca e varia. Obiettivo specifico del progetto è stato quello di proporre una nuova modalità di approccio e di relazione dei cittadini con la cultura e l'informazione, in grado di generare un senso di appartenenza e riconoscimento.







  Il progetto mantiene ed evidenzia le caratteristiche fondamentali dell'edificio industriale, un corpo semplice su due livelli, in mattoni a vista e tetto piano: il nuovo intervento si focalizza su alcuni elementi caratterizzanti che si sovrappongono in modo non-mimetico all'esistente senza snaturarne le peculiarità. Esternamente i bow-window in acciaio e vetro, inseriti nelle bucature dei serramenti preesistenti, acquistano il valore di schermi utilizzati come strumenti di comunicazione e diventano, di volta in volta, supporto per proiezione di parole e immagini, bacheche per esposizioni in duplice rapporto con esterno/interno o semplici "lampade" colorate protese verso la città (i bow-window di notte sono illuminati da luci che cambiano, gradualmente, di colore). Il "dentro" e il "fuori" sono in costante rapporto visivo: le grandi aperture inquadrano e proiettano all'esterno frammenti degli spazi interni mentre, verso l'interno, i bow-window, con il variare della loro illuminazione, rendono mutevole la percezione degli spazi. Il progetto prevede al piano terra una zona ingresso-reception, una sala per conferenze ed esposizioni, un bar e magazzini. Il piano superiore è invece un ampio spazio aperto destinato alla Biblioteca.

 



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In contrapposizione con la geometria ortogonale del volume, gli spazi interni si organizzano intorno a forme e volumi disposti liberamente nello spazio, concepiti come isole funzionali che "galleggiano" autonome e, tuttavia, in reciproco rapporto, secondo la logica dell'arcipelago. Elementi organizzatori dell'impianto distributivo sono i volumi definiti "isole funzionali": la Sala PC, la Sala della collezione di libri antichi Pomini, le aree reference e reception. Tali volumi si staccano nettamente dal "contenitore" industriale anche per la scelta dei materiali utilizzati: smalti e vetri colorati, policarbonato e MDF antracite colorato in pasta creano netti contrasti con la matericità e le imperfezioni del mattone originario mantenuto in facciata.

Le aree esterne attigue alla Biblioteca sono caratterizzate da un disegno semplice e da pochi elementi che organizzano i percorsi e le aree di sosta. L'idea è stata quella di recuperare le aree di risulta preesistenti restituendole alla città in quanto suolo pubblico liberamente fruibile. Non si tratta, dunque, di una piazza vera e propria ma di un tratto di lungofiume che diventerà parte di un sistema più ampio. Verso il fiume è stato realizzato un grande "vassoio d'erba" che appare sollevato da terra. Tale soluzione porta in primo piano un elemento naturale che normalmente viene utilizzato come sfondo o come elemento di completamento del progetto: la scelta progettuale è stata quella, invece, di trattare il verde come un materiale per costruire, di rendere artificiale l'elemento naturale rendendolo parte integrante dell'idea di progetto. I materiali utilizzati esternamente sono il cemento lavato per la pavimentazione e l'acciaio corten per gli elementi in metallo quali la vasca d'erba e le alzate dei gradini.







La realizzazione di un nuovo "contenitore" per la Biblioteca Civica è stata un'occasione per ripensare anche il servizio offerto ai cittadini. La multimedialità rappresenta una modalità strategica di incontro tra cittadino e informazione ed è uno degli aspetti di offerta culturale che più sono in grado di attrarre l'utenza poco propensa ad utilizzare i servizi bibliotecari classici. La sovrapposizione di media differenti è stata gestita con la creazione di ambiti particolari quali il "tunnel" in policarbonato con postazioni PC per la consultazione veloce, la saletta con postazioni per consultazioni più approfondite, la sala studio o la sala Pomini che consentono di isolarsi pur mantenendo un rapporto visivo con il resto degli spazi.

 
  La presenza, accanto ai libri, dei nuovi media ha imposto delle riflessioni sul rapporto suono/immagine-parola scritta. Quali trasformazioni genera nell'architettura la comparsa dei nuovi media? Come si modifica lo spazio (e la sua percezione)? Il progetto è stato affrontato tenendo conto dell'interazione di livelli logici differenti, schematicamente riassumibili in:

MULTIDIREZIONALITÀ. Il progetto si confronta con strumenti di comunicazione diversi che coesistono in modo diffuso e multidirezionale all'interno dell'edificio; i flussi e i media si sovrappongono originando una nuova complessità spaziale;

INTERAZIONE. La complessità spaziale e la sovrapposizione dei media generano interazione. L'edificio comunica il suo essere "luogo pubblico dell'interazione e della cultura" grazie ad un forte rapporto tra le diverse aree funzionali e tra interno ed esterno;

ISOLAMENTO. I nuovi media consentono di trasferire nello spazio pubblico una dimensione privata, quasi intima, che il progetto intende esplorare. L'isolamento diventa un fatto percettivo e non di organizzazione fisica/distributiva: questo genera nuovi modelli di comportamento e un nuovo modo di concepire gli spazi.

DAP studio
dap@newmedia.it


DAP STUDIO. Biblioteca e centro civico a Castellanza

cronologia:
progetto: 2001
realizzazione: 2002/2004
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