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MARC.
Base nautica per il canottaggio a Torno |
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La
base nautica per l'Associazione Sportiva Plinio Torno può essere
considerata l'opera prima dello studio MARC, fondato a Torino nel 2006
da Michele Bonino e Subhash Mukerjee sulla scorta di una precedente
e pluriforme attività. Situato sulle rive del Lago di Como e
dedicato al canottaggio, l'edificio ha un corpo misurato, contenuto
nelle dimensioni, nitido nelle forme. La sua presenza, nello scenario
sfumato e concluso del lago, è singolare. Stabilisce interferenze
cromatiche e formali con la sequenza delle costruzioni lungo la costa,
esercita suggestioni visive, chiama ad una inevitabile riflessione sulle
possibili prospettive di dialogo con il paesaggio. |
[03jan2007] | |||
È un'opera attiva, che non subisce in alcun modo il contesto nel quale si inserisce. Piuttosto lo invita ad una forma di interazione inedita e garbata, che rifugge dai toni accesi ma che contemporaneamente è tutt'altro che silenziosa. |
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Modelli. |
L'interno dell'hangar. L'hangar delle barche, dal pontile. Il pontile, i due ricoveri per le canoe, il volume degli spogliatoi e del magazzino si accostano paralleli l'uno dopo l'altro, orientandosi e allungandosi verso le acque. La struttura, leggera e mossa, non strilla alcuna esuberanza. Ma osa nei colori e nei materiali. Offre alla distesa cangiante del lago una tonalità di verde acqua simile al colore della giada: ora brilla, ora smorza i suoi toni accesi, senza mimetizzarsi mai né con le acque del lago né con le sfumature del cielo. La base nautica ha una sua cifra cromatica: decisa, calibrata, trasparente, anche fredda, ma allo stesso tempo sensuale. Indubbiamente l'energia visiva dell'opera di MARC si esprime innanzitutto attraverso la regia operata sui colori. |
Lo spogliatoio e l'hangar delle barche. Lo spogliatoio, verso il lago. Il belvedere. Lo spogliatoio. |
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I materiali -acciaio, lamiera, vetro e plexiglas - innescano le premesse per un nuovo confronto linguistico e formale con il paesaggio: alla teoria di ville e abitazioni in pietra e mattoni (fra le quali, una residenza degli anni Cinquanta progettata dai nipoti di Giuseppe Terragni, Attilio e Carlo) la base nautica risponde con un registro di materiali appartenenti a forme di linguaggio più attuali, disinibite, libere. Che, non a caso, fanno dell'opera di MARC un oggetto alternativo, nuovo, propositivo rispetto al contesto. Senza contrasti né eccessi. La base nautica è frutto del lavoro corale dei suoi stessi fruitori. Raccontano i progettisti: "Un benefattore, discendente del fondatore della società sportiva, ha deciso di finanziare la costruzione della sede, ma ha potuto farlo per circa i 2/3. (...) L'opera ha quindi visto concretizzarsi un processo di autocostruzione da parte dei soci che si sono alternati in cantiere con lavoro volontario, secondo le capacità professionali di ognuno." |
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Situazione precedente all'intervento. |
Saggia
e sensibile la scelta di collocare la struttura all'interno di una cala
di pietra, piuttosto che sulla piazza pubblica, come suggerito inizialmente
dalla committenza. In tal modo, il significato dello spazio pubblico
è stato salvaguardato e la base nautica è stata avvicinata
alle acque. Il volume degli spogliatoi e del magazzino è parzialmente
ipogeo, mentre la copertura risulta sopraelevata di circa un metro dal
piano della piazza: le due quote sono raccordate da una rampa attraverso
la quale lo spazio pubblico raggiunge la copertura offrendo l'occasione
per un belvedere sul lago. L'hangar delle barche presenta due corpi.
Quello riservato alle canoe più lunghe (10,50 m) supera, per
poterle contenere, la barriera dei muraglioni in pietra e si spinge
a sbalzo sull'acqua; l'altro è incastonato lungo la scalinata
preesistente nella cala. |
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Pianta. La sezione trasversale dei volumi è continuamente variabile: una serie di dislivelli muovono la struttura e creano lo spazio per il belvedere situato sulla copertura dello spogliatoio. Una vocazione al movimento che si esprime anche lungo il profilo longitudinale: la base è sì ancorata alla terraferma, ma lo sbalzo teso e pronunciato dell'hangar dichiara una grinta dinamica verso il profilo instabile delle acque lacustri. Francesca Oddo francesca.oddo@architettura.it |
Sezioni. |
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MARC.
Base nautica per il canottaggio a Torno |
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progetto: Marc responsabile: Michele Bonino collaboratori: Verena Caetano da Silveira, Rebecca Gasco, Philippe Lemay, Luca Maletto, Cristina Marietta, Stefano Oletto progetto delle strutture: Alessandro Bosisio consulente: Alessio Meneghini committente: Associazione Sportiva Plinio Torno localizzazione: località Piazzola, Torno (Como) cronologia progetto: 2004-2005 realizzazione: 2006 costo dell'intervento: 110.000 euro |
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Michele Bonino e Subhash Mukerjee, nati nel 1974, sono stati nel 2000 tra i fondatori dello studio Coex, il cui lavoro ha portato a numerose realizzazioni nel campo dell'architettura degli interni, pubblicate su riviste internazionali (Abitare, de Architect, Dwell, Diseño Interior) ed esposte alla IX Biennale di Architettura di Venezia. Dal 2003 hanno trascorso separatamente alcuni anni di attività, nei quali è progressivamente cambiata la natura degli incarichi. Tra le realizzazioni, gli uffici nazionali delle agenzie di pubblicità Red Cell e 1861United a Milano, un centro sportivo per il canottaggio sul lago di Como, l'allestimento espositivo per i Cinquant'anni dell'A6 Torino-Savona, dislocato sull'intero percorso dell'autostrada. Michele Bonino è consulente progettista dell'Urban Center Metropolitano di Torino e responsabile di pagina de "Il giornale dell'architettura", Subhash Mukerjee è docente di Architectural Design presso l'University Studies Abroad Consortium (USAC). Entrambi svolgono attività didattica presso il Politecnico di Torino. Nel 2006 nasce Marc. | ||||
Le fotografie che illustrano il progetto in questa pagina sono di Beppe Giardino. | ||||
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