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FABBRICANOVE. Concorso per il Forte San Pietro a Livorno



Il progetto per la riqualificazione del Forte San Pietro di Livorno è stato per il nostro studio un momento importante di riflessione e di messa fuoco di un obiettivo condiviso e pregnante di lavoro. Non si è trattato solo di un'esperienza progettuale andata a buon fine, ma dell'inizio di una riflessione critica e piena di speranza sul progetto, che nel caso specifico di Livorno ha coinvolto una molteplicità di temi come il rapporto con la città storica, il recupero urbano e soprattutto l'identità, l'essenza dello spazio pubblico. [20 febbraio 2010]

Schemi di analisi urbana.

  A fronte della pressante politica urbana delle nostre città, che oltre ad aver privatizzato, blindato e commercializzato i centri urbani, ha perfino ridotto i vuoti, i grandi spazi pubblici e le piazze a monumentali contenitori privi di contenuto, lo sforzo di Fabbricanove si è concentrato, a partire dal progetto di Livorno che qui presentiamo, sulla qualità dello spazio pubblico e sulla sua restituzione alla città.


Inquadramento dell'area.

Due parole chiave per il futuro delle nostre città, qualità e restituzione dello spazio pubblico devono condizionare fortemente il progetto, attraverso il sistema delle relazioni che esso è in grado di attivare, attraverso il suo impianto e la sua articolazione.

Tra le aree di concorso individuate dal Comune di Livorno vi erano la Dogana d'acqua, il Forte San Pietro e l'area Ex Pirelli. Abbiamo scelto Il Forte San Pietro perché rappresentava la traccia urbana più evidente e il nodo più sensibile per introdurre un cambio di polarità nella percezione dello spazio urbano.
Ci siamo impossessati del tessuto urbano della Venezia Nuova, fatto di pezzi galleggianti, di accorpamenti, di sovrapposizioni continue e attraverso semplici passaggi abbiamo generato un tessuto nuovo, come un montaggio di pezzi, di zolle -così le abbiamo definite-, per dosare, attrezzare e "programmare" il vuoto. La zolla è diventata la matrice del parco espositivo che abbiamo immaginato per Livorno. Un parco pubblico semplice, permeabile, articolato.




Diagramma delle operazioni progettuali.

IL SISTEMA MEDICEO. Nonostante le trasformazioni subite dall'area durante il secolo scorso, la struttura e la morfologia del Forte San Pietro rimangono ben leggibili, soprattutto nei rapporti con le rimanenti parti delle fortificazioni medicee, con la Fortezza Vecchia, la Fortezza Nuova ed alcuni frammenti della cinta muraria: essi costituiscono un vero e proprio sistema per la città di Livorno che oggi necessita di nuova linfa. Si tratta di una sequenza di fortificazioni concatenate e a forte carattere identitario, che attribuiscono all'area d'intervento un ruolo strategico di cerniera funzionale ed urbana, di nuovo baricentro del sistema mediceo.


Schema del vuoto nel sistema mediceo.

La prima istanza che il progetto pone è dunque la lettura, l'analisi delle attuali "presenze" del sistema mediceo, dentro la cornice della Venezia Nuova. Lettura finalizzata a un inserimento che tenga dentro i codici genetici del luogo, e cioè tutto quel sistema di relazioni, dimensioni e segni che è specifico di ogni realtà urbana. La prima indicazione progettuale è quella di intervenire sull'area attraverso una riconfigurazione dello spazio vuoto, quasi a rigenerare quella prevalenza di vuoto e di vegetazione che caratterizza oggi le due fortezze medicee (Nuova e Vecchia) e la riorganizzazione dell'intero spazio in un parco museale che riconnette preesistenze e nuove funzioni previste dal bando in una trama permeabile di percorsi e ambiti pubblici specifici.



IL PARCO CONNETTIVO. La condizione di baluardo e soprattutto lo scavo di buona parte della superficie interna del bastione, eseguito per la costruzione dei pubblici macelli nei primi decenni del secolo scorso, hanno accentuato la chiusura del Forte San Pietro verso la città. Uniche valvole di sfogo per ristabilire un sistema di relazioni con la città rimangono la porzione di mura mancanti verso nord e soprattutto la tessitura del parco museale.


Le zolle.

Il parco e le sue maglie costituiscono dunque la chiave dell'intero progetto. Esso è ideato come un tessuto connettivo che si dilata fino a costipare tutto l'invaso del Forte; la sua struttura a grandi zolle poligonali è ispirata al tessuto urbano della Venezia Nuova, costituito da un aggregato di isolati urbani tenuti insieme dai fossi d'acqua.


Diagramma delle aree tematiche del parco.


Schema delle relazioni nel sistema mediceo.

 
Planimetria di progetto.

Come una ragnatela innervata da percorsi e punteggiata da soste, spazi pubblici attrezzati ed aree verdi, la struttura del parco è l'elemento connettivo, la mappatura che tiene insieme e mette in relazione tutti gli episodi che compongono il progetto:

a. il museo archeologico ricavato nelle preesistente degli ex pubblici macelli;
b. le gemme espositive per le quali si ipotizza una nuova tipologia di spazio;
c. la terrazza pubblica che permea ogni ambito del progetto.


Foto del modello con evidenziate le aree tematiche del parco espositivo.


Sale espositive del museo archeologico.

Il museo archeologico. Il progetto riutilizza gli edifici originari degli ex pubblici macelli per gli spazi espositivi dedicati alle collezioni di oggetti archeologici, gioielli, cimeli risorgimentali e garibaldini.


Sezione del museo archeologico.

Si tratta di quattro edifici allineati e disposti a ridosso dell'edificato urbano su via del Forte San Pietro. Per favorire il funzionamento integrato delle preesistenze, il progetto prevede l'inserimento di una stecca longitudinale disposta in testata ai quattro edifici, nella quale si concentrano gli ingressi al museo e gli accessi ai singoli blocchi su due livelli.

Una stecca funzionale che tiene insieme le parti sconnesse e garantisce la distribuzione a "pettine" delle preesistenze, individuando un circuito espositivo chiuso con possibilità di accesso su via del Forte San Pietro e su via della Cinta Esterna. Pensata come vuoto contratto e a forte impatto spaziale, la stecca restituisce dignità e rigore all'impianto del museo e si presta ad accogliere installazioni e sistemi temporanei di allestimento. Si tratta in sostanza dell'unica addizione volumetrica che stabilisce una relazione materica e dimensionale con le mura del Forte, con la loro emergente massa, e per questo il lungo volume è prevalentemente realizzata in acciaio corten. La nuova immagine del museo archeologico è dunque affidata all'impatto materico del volume aggiunto e alla trama del parco che vi s'incunea e lo circonda.

 

Ingresso e loggia espositiva.


Interno delle gemme espositive.

Le gemme espositive. Le rimanenti funzioni richieste dal bando per attività espositive-commerciali enogastronomiche e artigianali costituiscono per il progetto l'occasione per ripensare una tipologia di "spazio nuovo", uno spazio ibrido e flessibile, non invasivo ma a forte tensione plastica.

Gli ambienti si presentano come affioramenti terrosi, come sottomaglie del sistema parco: vere e proprie gemme alla ricerca di luce esterna. Nello specifico si tratta di due ambienti a differente distribuzione: un grande spazio aperto il primo, organizzato intorno a piccoli patii che portano alla quota del pavimento il parco sovrastante e adibito alle funzioni espositivo-ricettive; un microrganismo frammentato in tre nuclei il secondo, e indicato per cantine o piccole attività commerciali.



Sezione delle gemme espositive.

Questi due ambienti, tra loro separati ma tenuti in relazione dall'ampia terrazza che insieme definiscono, ricercano un "contatto" con le mura del Forte e stabiliscono con queste una sorta di rapporto genetico: ne assecondano la direzione, ne riproducono gli spessori, ne propagano la massa e l'impatto materico.

La terrazza pubblica. Come risulta leggibile dallo schema dei flussi, il progetto ha un punto strategico di convergenza di impulsi e direzioni in corrispondenza del nuovo fronte sull'acqua, grazie alla riapertura del Fosso Reale prevista dal PRG. Si tratta di una convergenza di percorsi, di spazi, di funzioni che il progetto ha voluto convogliare nel punto più suggestivo del Forte San Pietro, e cioè sul fronte che ristabilisce il suo storico "contatto"con l'acqua.

 
Foto del modello.

In questa porzione lo spazio pubblico del parco si dilata in una grande terrazza che trae ispirazione ad alcuni spazi caratteristi della città, uno tra tutti, la Terrazza Mascagni. Per la terrazza si ipotizza inoltre un collegamento con il vicino Rivellino di San Marco, una sorta di strada-pontile che corre lungo le mura.



IL NUOVO FORTE SAN PIETRO. In sostanza, dentro la cornice unica di una fortificazione storica e simbolica per la città di Livorno, il progetto risolve il delicato rapporto tra edificato storico e nuove funzioni attraverso un'idea di paesaggio.

Si escludono dunque interventi volumetrici netti e segni gratuiti, in favore di un'idea più omogenea, estesa ed estendibile, flessuosa e connettiva. Il parco museale proposto dal progetto non è il tradizionale parco urbano, esso è prima di tutto un sistema di ambiti interconnessi che si tematizzano a contatto con gli edifici e le funzioni che investono. Come un grande cretto, ispirato al tessuto urbano della Venezia Nuova, il parco museale predilige la restituzione dello spazio pubblico, il riassetto del grande vuoto e soprattutto subordina la sua trama al senso del percorso, dell'attraversamento e della sosta. Come un pezzo di città viva, il nuovo Forte San Pietro mantiene visibili le sue stratificazioni storiche, le rende leggibili, le esalta e le tiene insieme a differente scala con un tessuto-parco.

FABBRICANOVE
FABBRICANOVE. Concorso per il Forte San Pietro a Livorno

Progetto vincitore del concorso per la riqualificazione del Forte San Pietro di Livorno quale Polo espositivo del sistema museale cittadino e delle produzioni enogastronomiche e artigianali del territorio.

Progetto:
FABBRICANOVE (arch. Enzo Fontana, arch. Giovanni Bartolozzi, arch. Lorenzo Matteoli, arch. Luca De Lorenzo) con arch. Marco Lastrucci, arch. David Pellis

Collaboratori:
arch. Carolina Tirelli
arch. Lorenzo Rossi
Claudia Gemignani
Elena Marcucci

Committente:
Comune di Livorno

Superficie area di intervento: 2260 mq
Costo: Euro 6.880.000,00
FABBRICANOVE è uno studio di architettura fondato nel 2009 a Firenze da Enzo Fontana, Giovanni Bartolozzi, Lorenzo Matteoli e Luca De Lorenzo con l'obiettivo di indagare linguaggi e nuove sostanze del progetto contemporaneo. I loro lavori si caratterizzano per la ricerca di un approccio geneticamente urbano al progetto, in grado di sviluppare una metodologia tale da consentirne il controllo delle varie scale e dei differenti stadi di sviluppo. Lo studio utilizza come principale strumento di ricerca il concorso di progettazione attraverso il quale indaga, con particolare attenzione, i temi inerenti la città e lo spazio pubblico. Fabbricanove svolge inoltre attività didattica in ambito universitario ed è attualmente impegnato in numerosi incarichi pubblici e privati. Ha recentemente vinto il concorso di progettazione per il recupero del Forte San Pietro di Livorno.
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