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LR-ARCHITETTI CON PAOLO DE BENEDICTIS. Piazza del Popolo a Sacile



SACILE, UNA STORICA PIAZZA-MERCATO. Nel cuore di Sacile, la Piazza del Popolo è un antico porto fluviale, poi piazza del mercato, posta sull'isola circondata dal fiume Livenza, che individua il centro della piccola città. Al visitatore che oggi vi entra dall'accesso storico provenendo da Venezia, il Ponte della Vittoria, la piazza offre l'immagine compatta di una stanza a cielo aperto, dalle pareti compatte e sostanzialmente uniformi, scandite alla base da portici e da una prospettiva sottilmente sfuggente, priva di punti di fuga. Un'unica grande quinta sfonda questa cortina, il Palazzo Comunale, amalgamandosi peraltro nella sua architettura all'edilizia storica che definisce i bordi dell'invaso dalla forma a mezzaluna. L'impressione è di grande compiutezza ed equilibrio formale -quella tipica delle piazze storiche italiane- in cui la luce si riflette calda dalla pavimentazione sui fronti, invitando sia al raccoglimento sia alla fruizione dello spazio pubblico "platea communis" per definizione.

[6 ottobre 2010]
Qui sta il punto. Perché stiamo parlando non di una piazza dall'aspetto storicamente sedimentato, bensì dell'esito di un nuovo e appena concluso intervento di riqualificazione, che trova il suo valore più immediato e notevole nella semplicità dei mezzi posti al servizio del progetto e nella loro capacità di immettersi insieme con calcolata umiltà ma chiara individualità all'interno del tempo lungo che è sempre ragione e strumento ultimo della definizione formale degli spazi pubblici in una città.



L'intervento realizzato si pone alla fine di un lungo percorso di progettazione, iniziato nel 1999 con l'esito favorevole di un concorso di progettazione e proseguito con costante determinazione nel corso di dieci anni, scanditi da ripensamenti e rielaborazioni su richiesta della committenza -ben tre diverse Amministrazioni comunali di colore politico opposto si sono succedute in corso d'opera. I progettisti, lo studio LR-Architetti (Enrico Maria Raschi, Sara Lonardi) con l'architetto Paolo De Benedictis e l'ingegnere Luca Pulignano per la sicurezza, hanno saputo far maturare l'idea presentata nel progetto originale, mantenendone gli elementi portanti, ma evolvendoli alla luce delle successive modifiche del programma funzionale iniziale.






La scelta fondamentale di progetto è stata quella di trattare la pavimentazione della piazza come un mantello o una "pelle" in sé perfettamente definita e indipendente, che potesse però entrare in dialogo con gli elementi costitutivi dell'invaso, senza però apporre né nuove emergenze, né esagerate sottolineature. Piuttosto, il tema prescelto è stato la concatenazione successiva degli episodi che naturalmente scandiscono il percorso attraverso la cura del disegno del selciato.



La nuova pavimentazione di Piazza del Popolo è costituita da un lastricato costituito da fasce in granitello di Aurisina alternate a corsi di larghezza variabile in trachite zovonite mista, calda e grigia. La richiesta -sopravvenuta in un momento successivo al progetto di concorso, che prevedeva invece la totale pedonalizzazione- di mantenere la carrabilità della piazza, ha portato alla divisione del lastricato in tre fasce separate da caditoie in pietra bordate da fasce in trachite zovonite grigia uniforme, marcanti le linee di compluvio. Questa divisione del lastricato ha permesso una più agile gestione dell'andamento naturalmente ondulato del selciato e dei dislivelli della pavimentazione e ha consentito di ottenere un effetto più vibratile della luce sulla superficie, dato che nelle zone esterne le fasce in granitello marcano gli interassi dei portici adiacenti, mentre in quella mediana assumono una posizione intermedia, slittata rispetto alle zone vicine. L'intera pavimentazione viene poi "staccata" dai bordi dalla presenza di ulteriori caditoie e fasce in grigliato che marcano i bordi esterni verso i portici al cui interno, dove necessario, la pavimentazione storica preesistente preservata è stata integrata con lastre in pietra di Aurisina bocciardata.



Dal punto di vista tecnico la sollecitazione dovuta al mantenimento della percorribilità veicolare è stata risolta dando al selciato uno spessore uniforme di 8 cm per le lastre, posate su uno strato di allettamento di sabbia e cemento sostenuto da una platea in cemento dello spessore di 20 cm rinforzato da fibre in polipropilene, maggiormente adatte alla posa su una superficie ad andamento curvilineo. Lungo tutti i cordoli di granitello di Aurisina sono invece posti i giunti di dilatazione. In prossimità dei portici le fasce di trachite zovonite rigata che marcano le caditoie esterne sono invece posate su un semplice letto di sabbia per consentire una più agile manutenzione dei sottoservizi.

L'uso attento degli strumenti progettuali a disposizione -scelta e disposizione dei materiali- si conferma nella definizione delle zone di bordo dell'intervento. All'imbocco del ponte della Vittoria, una piccola area dal sedime leggermente ribassato viene trasformata in piazzetta di invito alla discesa sull'argine del Livenza. La pavimentazione in ciottoli grigi spezzati, qui richiesta espressamente per ragioni di tutela paesaggistica, diventa l'occasione per un dialogo a distanza con l'invaso principale: la stessa finitura costituisce il bordo che recinge il Palazzo Comunale con la colonna del mercato, sporgenti all'interno della piazza.

In tal modo i due episodi rimangono fra loro collegati dalla finitura pavimentale in un dialogo a distanza che li rende parte del complesso della platea civica. Al termine della quale, come pure già nella piazzetta, delle sedute monolitiche in pietra di Aurisina richiudono visivamente il passaggio. Ancora gli stessi bancali ricompaiono sulla piazzetta Manin, che termina a nord-est l'intervento per delimitarne il bordo aperto sull'argine del Livenza. In questo secondo, più piccolo e regolare invaso la pavimentazione riprende nel disegno gli elementi presenti nella piazza principale, semplicemente ruotandoli ad angolo retto.







Il pregio dell'intervento si fonda dunque sulla semplicità accurata del disegno formale e su una selezione appropriata dei materiali, molto precisa anche nei particolari più tecnici, spesso trascurata in interventi di questo tipo. Il progetto si mostra in tutta la sua valenza architettonica, ben superiore al semplice intervento di arredo urbano, proprio nella sua capacità di fusione con l'esistente, nell'accompagnare organicamente lo scandire del giorno assecondando il fluire della luce attraverso la piazza per mezzo dell'accostamento del colore, morbido, ma mai invasivo, all'architettura che recinge l'invaso in modo uniforme, senza stonature, come in un coro di voci polifoniche e come se questa pavimentazione fosse cresciuta nel tempo insieme alla piazza stessa, quando Sacile fu il "giardino della Serenissima", al confine geografico tra Veneto e Friuli.

Questa realizzazione trae quindi la propria forza dalla stessa pacata modestia con cui mette in opera pochi elementi aggiunti, facendoli risuonare entro il continuo dello spazio preesistente. Ne viene così permessa una lettura e un'esperienza più chiare e complete e -come era già esplicitato nelle intenzioni degli autori in fase concorsuale- davvero il fine di "ricostituire la funzione storica della Piazza quale luogo di aggregazione sociale", appare risolto nell'atto di rendere finalmente apprezzabile nella sua fisicità di architettura urbana la caratteristica di centro simbolico della città. Senza cedere alla trappola del segno eloquente e personale da inserire in un contesto già disegnato, i progettisti hanno saputo dare prova di poter ricavare un'ottima architettura con l'ausilio della massima economia di strumenti laddove ciò è più difficile e spesso irrisolto: nello spazio creato dal tempo. Qui si fonda l'esercizio di intelligente modestia nel sottolineare gli episodi spaziali e architettonici del complesso di Piazza del Popolo e l'abile sfruttamento degli imprevisti e delle modifiche imposte da committenza e organi di controllo in fase di progetto, esso stesso così risultato di un "tempo lungo" che ha amalgamato organicamente le diverse soluzioni sviluppate per i singoli materiali. Si tratta delle migliori caratteristiche a cui un'architettura contemporanea, che voglia avere un reale valore civico, oggi possa e debba aspirare.

Michele Stavagna
michele.stavagna@tin.it
LR-ARCHITETTI CON PAOLO DE BENEDICTIS. Piazza del Popolo a Sacile



Committente: Comune di Sacile (PN)

Localizzazione: Piazza del Popolo e piazzetta Manin, Sacile (PN)

Progettisti:
LR-Architetti (Enrico Maria Raschi – Sara Lonardi), Venezia
con arch. Paolo de Benedictis, Venezia

Coord. della sicurezza:
ing. Luca Pulignano

Direzione lavori:
arch. Enrico Maria Raschi

Impresa:
A.T.I. Dell'Agnese Cave Asfalti capogruppo - Pessot Costruzioni mandataria

Foto: Marco Introini

Cronologia:
Progetto: 1999 (concorso)
Progettazione esecutiva: 2006/2007
Costruzione: giugno 2008/gennaio 2010
Inaugurazione: settembre 2009

Superficie: 4000 mq
Costo: euro 2.178.700,00

Riconoscimenti: Premio Marcello D'Olivo 2010 per architetture realizzate nel Friuli-Venezia Giulia, menzione

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