Wanderlust.
Voglia di passeggiare Pietro Valle |
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Agli
inizi di ottobre si è inaugurata alla galleria Aedes di Berlino
la mostra-installazione che celebra il decennale dell'attività
di Topotek 1, lo studio guidato da Martin Rein-Cano e Lorenz Dexler.
Nell'occasione è stata presentata la monografia Paradise
Remix, curata da Kristin Feireiss e che include interviste con
Marta Schwartz, Will Alsop e Rosemarie Trockel (con cui i Topotek 1
hanno collaborato) e saggi di Ties Schröder, Noël Van Dooren
e Pietro Valle. Proprio a quest'ultimo è stato chiesto di tenere
il discorso inaugurale alla mostra, prima che il pubblico si appropriasse
dei gonfiabili rosa dello Schlosspark di Wolfsburg (traslocati per l'occasione
in galleria) per trasformare l'evento in un giocoso playground.
ARCH'IT presenta in esclusiva la traduzione italiana del saggio Wanderlust
di Valle, accompagnato dalle fotografie dei lavori di Topotek 1 di Hanns
Joosten e da immagini della installazione alla Aedes di Elena Carlini. |
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1.
Il sampling prende dei temi da un contesto già strutturato
e li isola come accenti che fungono da poli di riconoscibilità.
Questi ritagli sono poi inseriti in situazioni molto diverse dove mostrano
la loro capacità sia di alludere ad una fonte sia di evidenziare
un'altra identità. La nuova forma, tuttavia, funge da tema senza
menzionare un autore o un'invenzione originale, creando così
una realtà che è allo stesso tempo riconoscibile ed elusiva.
Il sampling mostra la preferenza postmoderna per il frammento
significante decontestualizzato da un ordine più vasto ma, nello
stesso tempo, va oltre al gioco dei riferimenti alla ricerca del molteplice
senza la necessità di chiamare le cose per nome. L'universo del
sampling appare come un palinsesto già finito dove un
numero limitato di segni individuabili cambia identità per inanellare
infinite catene associative. Queste nuove strutture operano per assonanza
(e non per individuazione), evidenziando un movimento incessante da
un collegamento all'altro, e mostrano che le singole parole hanno più
di un significato. |
[05dec2006] | |||
Installazione alla Aedes Galerie di Berlino. Foto di Elena Carlini. |
I Topotek 1 riconoscono che il termine Landscape oggigiorno include non solo elementi naturali ma anche segni informativi, quei messaggi artificiali che si sovrappongono all'ambiente fisico e lo condizionano. Questa nozione dilatata dell'ambiente non si applica solamente a dei luoghi strutturati. Spesso, i siti dove i Topotek 1 operano sono semanticamente svuotati o ricchi di messaggi abbandonati. Per orientare questa massa (o mancanza) di informazioni, i Topotek 1 procedono come dei cercatori di reperti che devono svelare il significato del luogo. Tra varie possibilità di ricerca, essi estraggono, isolano e accentuano alcuni elementi significanti, reinserendoli in seguito nel sito in una forma dilatata e spiazzante. Guardate il loro lavoro sulla grafica stradale e l'uso di elementi figurativi ingigantiti, colorati, trasformati in vegetazione, mutanti identità in diversi progetti: dal tetto di Sophienstrasse, attraverso i pattern colorati degli uffici della DKV in Stresemannstrasse per arrivare ai pavimenti incisi della sede EBA a Steglitz. Le parole diventano siepi, i selciati dipinti e le insegne decorazioni. Artificio e natura si scambiano assumendo ruoli tematici in posizioni straniate. I Topotek 1 non progettano forme astratte: sono invece archeologi e manipolatori di oggetti trovati. Scavano nella Babele del quotidiano e ricostruiscono nuove identità per il banale. Il sampling contempla quindi una necessaria post-produzione del ready-made. 2. Reinserire un frammento in un contesto più vasto implica un lavoro sulle relazioni tra figura e sfondo. Questo rapporto può essere manipolato fino al punto in cui i due si scambiano i ruoli (solitamente ripetendo il tema per un numero infinito di variazioni o amplificando l'orizzonte fino a farlo diventare l'unico carattere permanente). Il remixing opera come un continuo rimettere a fuoco gli stessi elementi e dunque costruisce diverse percezioni di essi o, meglio, invita all'esplorazione con la promessa della scoperta di universi possibili che sorgono da temi noti. Alterna continuità e cambiamento, rivelazione e indifferenza, rimozione e inserimento, originale e copia, ponendo queste presunte polarità in un gioco di parti. Il remixing, come il sampling, non evidenza alcuna invenzione: è un atto derivativo e manipolatorio. L'artificio, tuttavia, non è celebrato in quanto il missaggio produce realtà che sembrano essere sempre state lì per quanto sono totalmente artefatte. |
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Allianz Stresemannstrasse, Berlin. Allianz Stresemannstrasse, Berlin. Sia nel Landgartenschau a Eberswalde sia nello Schlossburg a Wolfsburg, i Topotek 1 offrono un punto di vista sull'identità del giardino tradizionale e del parco paesaggistico come conscie ricostruzioni artificiali della natura. Questo non avviene in forma totalizzante ma attraverso il reinserimento di segni espansi o sintetizzati all'interno dei parchi esistenti, lavorando così per analogia e giustapposizione. Ad Eberswalde una wunderkammer di paesaggi possibili è sovrapposta ad un ex-sito industriale per definire quante diverse identità il luogo può assumere. A Wolfsburg, tre recinti circolari sintetizzano il mondo circostante attraverso un rispecchiamento concentrato. Nell'atto di esibire i temi, anche lo sfondo è marcato o punteggiato: una mappa dilatata è sovrapposta al terreno di Eberswalde, un codice colore ricorre nella foresta di Wolfsburg estendendo i confini del parco nella campagna circostante. L'atto d rimescolare natura e costruzioni della natura produce uno scambio di ruoli. È questo il giardino primigenio o un Eden perennemente ricostruito? Nessuno può dirlo e il luogo provoca il continuo ritardo della scoperta della sua identità finale. |
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3.
Sia nel sampling sia nel remixing, un tema de- (o
ri-)strutturato emerge e scompare alternativamente in un flusso di sfondo
senza esito finale. Non vi è inizio né fine, non appare
una gerarchia stabile che conduce dal generale al particolare. I valori
tradizionali sono attenuati dall'interno ma non sono mai cancellati
da un'apparente identità contemporanea. Un passaggio riconosciuto
affiora in diverse versioni da una trama melodico-ritmica: è
tema o variazione? È la fonte o la sua degradazione? Le concatenazioni
logiche sono private di un ordine e svariate forme deboli compongono
un caos gentile. Sono rumori di fondo o tratti caratteristici? Nessuno
può dirlo in un contesto ove i segni sono sottomessi a tali processi
di manipolazione che non riconoscono neppure se stessi. |
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Schlosspark Wolfsburg, Kreisgarten. Schlosspark Wolfsburg, Rosengarten. Schlosspark Wolfsburg, Skulpturengarten. |
Landgartenschau Eberswalde. Landgartenschau Eberswalde. Landgartenschau Eberswalde. Nei paesaggi ricostruiti di Topotek 1, temi e sfondo sono rimescolati con sottili giochi di scala e di associazioni visive. Nulla è più totalmente natura o artificio: entrambi condividono doppie identità mentre si dispiegano al visitatore che esperisce il parco attraverso la durata e il movimento. Il paesaggio psico-temporale della passeggiata e il cambio delle stagioni sono sfondo e figura allo stesso tempo; i singoli accenti e le esili tracce scoperte lungo il cammino possono fungere da interruzioni in un montaggio incessante ma, allo stesso tempo, sono esperiti in un piano-sequenza continuo. Persino la folly più artificiosa è immersa in un'esperienza naturale che la rende accettabile. Questo ammorbidimento dell'artificio scioglie giudizi e attese. Le corti e i giardini di Topotek 1 diventano così inaspettati a un secondo sguardo, quando uno è ormai entrato in essi. 4. La trance è uno stato di empatia ipnotica che porta a un allentamento dei sensi indotto da prolungata intensità o ripetizione percettiva. Porta a un flusso continuo (che si dispiega come uno sguardo cinematico orizzontale) che assorbe gli stimoli esterni senza mediazione gerarchica. La trance non conosce proporzioni e rimescola il microscopico con il cosmico mentre è contemporaneamente capace di registrare i salti di scala con accentuata concentrazione. La trance non è solo indifferenziazione ma anche capacità di assorbire improvvise cesure, incommensurabili totalità e labirintiche frammentazioni. La trance è ipertrofica e dispersiva, attenta e immemore. Ricostruisce un'esperienza mescolando percezione e sogno, immaginazione e indifferenza. |
Landgartenschau Eberswalde. |
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Spielpatz Niebuhrstrasse, Berlin. Unter van Linden 32-34, Berlin. Dallgow Döberitz. |
EBA-BEV Berlin Steglitz. EBA-BEV Berlin Steglitz. Qual è la condizione di chi visita il paesaggio ricostruito di Topotek 1? Egli è un flâneur contemporaneo che mischia esperienza e desiderio, percezione e informazioni mediatiche assunte altrove. In un certo senso, il mondo contemporaneo è un paesaggio onirico: i Topotek 1 danno ai luoghi quello che essi si aspettano di ricevere ma anche quello che essi sognano di diventare. I loro progetti sono, a prima vista, pragmatici: un giardino è un giardino e una corte pavimentata è una corte pavimentata in modo apparentemente funzionale. Ad un secondo sguardo, tuttavia, essi rivelano sottili deformazioni dei segni che essi incorporano: i parchi si elevano a saggi tematici o a dispositivi percettivi, i parterre divengono figure o testi e così via. In questi progetti, l'architetto, lo storico e il pubblico ottengono le risposte che si aspettano ma poi le cose sono riunite o trascese da una seconda natura degli elementi spaziali. Mentre questi si dilatano nella durata, sogno e realtà punteggiano l'esperienza dell'attraversamento di questi luoghi con morbida continuità. I Topotek 1 riescono ad essere contemporaneamente funzionalisti e psichedelici, implementando lo stato di trance dello spettatore contemporaneo sospeso tra realtà e rappresentazione. |
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5.
Lo specchio è il significante ultimo: riflette qualsiasi cosa
gli passa di fronte ma non riesce a trattenere nulla; mescola dunque
associazione e perdita, identità e doppio in modo irrisolto.
Il perfetto rispecchiamento produce dissociazione dall'io e quindi deve
assumere dei caratteri di distorsione ottica per rivelare la finzione
della sua rappresentazione incorporea. Può moltiplicare o ridurre
diventando proiettivo o assorbente, può piegare o distorcere
con effetti anamorfici. Il gioco dell'identità è reiterato
ma ogni passaggio segna anche uno scarto dalla fonte. In un alternarsi
di sdoppiamenti, è la rappresentazione che imita la realtà
o viceversa? Entrambe le opzioni sono possibili in un mondo di eventi
ricostruiti e di finzioni rese corporee. I mezzi di comunicazione di
massa sono gli specchi della contemporaneità: essi manipolano
la realtà e la finzione fino a produrre un'identità irriconoscibile.
Viviamo in un mondo di specchi ma il piano di proiezione è spesso
rimosso da noi. In alcuni casi non esiste più e il suo limite
è disperso in molteplici schermi. In altri, siamo noi ad aver
deciso di obliterarlo e, persi nel paese delle meraviglie, continuiamo
ad attraversare lo specchio.
Il film
e lo specchio sono elementi chiave del lavoro di Topotek 1. Uno è
il paradigma della loro organizzazione del movimento nel paesaggio,
ottenuto con una sofisticata commistione di continuità e montaggio
che legano eventi spaziali trovati e ricostruiti. L'altro parla del
doppio e dello scambio di ruoli, dei padiglioni circolari di Wolfsburg
che sintetizzano e frammentano la percezione nello stesso luogo (il
muro curvo del Kreisgarten opposto ai cristalli del Rosengarten). |
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Schlosspark Wolfsburg, temporary playground. Flämingstraße, Berlin. Lo specchio che assorbe tutto e la selezione del film parlano anche dell'attitudine dei Topotek 1 nei confronti dei linguaggi assunti. Percorsi pittoreschi, pattern minimalisti, spiazzanti ready-made, segni pop e supergrafica coesistono nei loro giardini. Tuttavia, essi non diventano mai banali citazioni. Privati di significati assoluti, si mescolano tra loro in un continuo dispiegamento che accompagna la passeggiata in modo non intrusivo. Sono sia piccoli scarti in una pavimentazione o minuscoli spazi nella vastità naturale. I parchi dei Topotek 1 sono microcosmi enciclopedici che promuovono la coscienza del paesaggio, sono eventi che non si chiudono mai in se stessi ma rimandano ad altri episodi in una concatenazione filmica senza fine. Pietro Valle pietrovalle@hotmail.com |
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Per le foto di Hanns Joosten, courtesy of Topotek 1 da Paradise Remix, a cura di Kristin Feireiss, Prestel 2006, pp. 371. | ||||
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