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Craig Ellwood, 15 Houses/15 Casas |
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"Craig Ellwood, 15 Houses/15 Casas" 2G, n. 12, IV/1999 Ed. Gustavo Gili acquista il libro online! |
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Kawahara house, 1970. House in Sherman Oaks, 1956. |
Strano tipo questo Craig Ellwood, architetto playboy dal gusto raffinato ed astratto che
incarna, non meno di Richard Neutra e Philip Johnson, l'ideale americano di uomo di
successo ed infaticabile costruttore. Dietro il semplice titolo, 15 Case, del numero
monografico della rivista spagnola "2G" si cela infatti un ritratto articolato
dell'uomo e del progettista, formatosi (come narrato nell'introduzione di Alfonso Pérez
Mendez) nel clima del modernismo postbellico per avviarsi, a partire dagli anni Cinquanta
ed a seguito della collaborazione con diversi associati, ad una rielaborazione
(rispettosissima) della lezione miesiana e dei paradigmatici exempla americani. |
[30mar2000] | ||
Le
15 case selezionate, progettate e realizzate in California tra fine degli anni 1960 ed il
1970 per una committenza altoborghese, illustrano al meglio la progressiva sintesi
conseguita da Ellwood tra eleganza strutturale ed economia di mezzi, rigore geometrico
dell'impianto e semplicità della struttura in acero e acciaio, documentando con un ricco
corredo iconografico le diverse varianti al tema della casa americana, aperta ad influssi
nipponici come europei. |
Craig Ellwood. |
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Concludono
il racconto, tre memorie d'autore: Livio Vacchini confessa che la propria casa studio
nasce dalla rielaborazione di una delle case californiane e Norman Foster di preferire le
strutture "leggere e giuste" ellwoodiane al monumentale del modello miesiano.
Richard Ingersoll infine svela l'altro Ellwood, che nel 1977 abbandona l'architettura e
gli Stati Uniti per dedicarsi unicamente alla pittura in un vecchio casolare nella
campagna toscana. Elisabetta Pieri venturi.fd@dada.it |
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BOOKS REVIEW |
Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto. laboratorio
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