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Books Review

Los Angeles. Città unica





Paola Giaconia
"Los Angeles. Città unica"
Testo&Immagine
Torino, 2001
pp96 Euro 12,39

Se negli anni Trenta Londra poteva essere descritta con i termini di unique city - dato il suo sviluppo urbano caratterizzato da una dispersione tanto forte da farla allontanare completamente dalla tradizionale immagine di città dotata di centro ben riconoscibile - oggi è probabilmente Los Angeles, con il suo paesaggio frazionato in nuclei eterogenei, metropoli multietnica per eccellenza e crocevia di varie forze di sviluppo, a poter aspirare a questa definizione. 

Modello urbano tanto complesso e apparentemente indecifrabile da poter essere compreso solo "confusamente e a sprazzi", come afferma F. Scott Fitzgerald, dagli anni Sessanta Los Angeles comincia ad affascinare gli studiosi, tra cui Kevin Lynch che in The Image of the City conduce un'indagine sulla leggibilità della città e Reyner Banham che con Los Angeles. The Architecture of Four Ecologies (1971) propone un metodo critico originale per accostarsi a una realtà urbana così atipica e non convenzionale; negli anni Novanta è Mike Davis che, severo e acuto interprete dell'urbanistica della megalopoli californiana, prospetta nei suoi scritti un cupo futuro verso cui la città sembra quasi inesorabilmente proiettata.


[16feb2002]
Il saggio introduttivo di Paola Giaconia, pur presentando i caratteri della necessaria rapidità e sintesi espositiva, ripercorre le tappe più significative della storia urbanistica e architettonica di Los Angeles; si parte da una descrizione dell'originario insediamento coloniale spagnolo del 1781, caratterizzato dall'ordine rigoroso della sua maglia stradale ortogonale, fino al delinearsi della struttura fortemente decentrata e multipolare conseguente alla costruzione dei primi tronchi ferroviari alla fine del 19° secolo per arrivare all'attuale fase di effervescente sviluppo che mira alla riorganizzazione della struttura urbana incentrandola sul downtown che diventa così area privilegiata di intervento.

La presentazione dell'evoluzione architettonica inizia con un analisi della "Arroyo Culture" che, sviluppatasi nei primi anni del Novecento a Pasadena, prosegue nella tradizione inglese "Arts and Crafts" di William Morris promuovendo la realizzazione di edifici lignei dall'altissima qualità artigianale come la celebre Gamble House di Charles e Henry Greene; si discute quindi del modernismo architettonico che impera a Los Angeles a partire dal 1920 fino alla fine degli anni Settanta e si afferma con particolare forza durante la movimentata stagione del secondo dopoguerra, grazie soprattutto al sostegno della rivista "Arts & Architecture" e al programma delle Case Study House da essa promosso tra il 1946 e il 1960; vengono poi analizzati gli anni Sessanta e Settanta, anni caratterizzati da un ripensamento critico del paradigma moderno durante i quali la scena architettonica è dominata dalle figure di Charles Moore, che propugna un'architettura con una memoria che non tema le citazioni storiche, e Frank O. Gehry, che con la vitalità delle sue prime opere e in particolare della sua abitazione a Santa Monica segna un momento di rottura e apre la strada alle sperimentazioni di altri giovani architetti angeleni tra cui il gruppo Morphosis, Eric Owen Moss e Frank Israel.

















L'introduzione termina con un accenno alla produzione delle più giovani generazioni di architetti che, con il loro vigoroso apporto di energie creative, si apprestano a tracciare i nuovi percorsi dell'architettura californiana. La seconda parte del libro è curata per singole schede analitiche raggruppate secondo cinque itinerari di visita che guidano il lettore attraverso altrettante zone della città: la costa, nella porzione compresa tra Santa Monica e Marina del Rey, dove sorgono numerose opere di Frank O. Gehry e di altri giovani architetti appartenenti alla cosiddetta Los Angeles School;



le colline, dove, grazie soprattutto al sostegno della rivista "Arts & Architecture" e al suo Case Study House Program, sono state realizzate molte tra le sperimentazioni condotte tra il 1945 e il 1960 dai giovani architetti modernisti sulla tipologia abitativa della casa singola unifamiliare, e dove sono visitabili alcuni edifici di Frank Lloyd Wright costruiti utilizzando il sistema dei blocchi di cemento; il westside, dove Frank O. Gehry realizza nel 1978 la sua casa d'abitazione, paradigma di una nuova sensibilità che sovverte i canoni del linguaggio architettonico segnando un fondamentale punto di svolta, e dove si concentrano numerosi progetti urbanistico e architettonici di Eric Owen Moss; la direttrice di Sunset/Wilshire Boulevard che attraversa la città in senso trasversale e sulla quale si affacciano edifici come il Kate Mantilini Restaurant e il Salick di Morphosis; il downtown, zona della città che per lungo tempo è rimasta dimenticata e che è oggi oggetto di un vasto programma di riqualificazione, a partire dalla costruzione delle linee della metropolitana che conducono verso il centro fino al concepimento e alla realizzazione di una serie di progetti di architettura per edifici a destinazione prevalentemente culturale tra cui la Walt Disney Concert Hall su progetto di Frank O. Gehry, sede della Los Angeles Philarmonic, e lo Staples Center, la nuova arena per lo sport e lo spettacolo di Los Angeles.


Ogni edificio è introdotto da una scheda descrittiva dell'intervento e corredato da un'immagine (foto o disegno) rappresentativa. La ricchezza di materiale iconografico e la puntualità dell'analisi storica fanno di questo testo un agile e attuale contributo alla conoscenza del complesso tessuto urbano della metropoli californiana e uno strumento utile per comprendere quali orientamenti la cultura urbanistico e architettonica contemporanea dovrà avere.

Monika Milic
m.milic@archiworld.it

Paola Giaconia si è laureata in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1996. Ha proseguito i suoi studi come borsista Fulbright presso il SCI-Arc (Southern California Institute of Architecture) di Los Angeles, conseguendo nel 1999 un Master's Degree in Architecture. Dopo esperienze di lavoro presso gli studi degli architetti Michael Rotondi (RoTo) e Thom Mayne (Morphosis), ha aperto con Gregory Taousson lo studio associato A.polis con sede a Milano e Los Angeles. All'attività progettuale affianca quella di ricerca; è cultore della materia presso la cattedra di progettazione architettonica del Politecnico di Milano e collabora con le principali riviste italiane di architettura. Suoi articoli e saggi sono stati pubblicati su "L'architettura. Cronache e Storia", "Area", "Domus", "Ottagono" e "Rassegna".



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Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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