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Books Review

In nome della strada.
Libertà e Violenza





Massimo Ilardi
"In nome della strada. Libertà e violenza"
Meltemi Editore
Collana "Le Melusine"
Italia 2002
pp 144  Euro 12

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Nel tempo della crisi degli Stati-Nazione, del predominio del mercato e dell'economia globale, si può pensare che le irriducibili istanze di libertà materiale dell'individuo metropolitano che esperisce solo nell'hic et nunc, siano perimetrabili in uno spazio politico territoriale liberato da tutte le costruzioni astratte e trascendenti della storia, della religione, dei diritti e della stessa politica? Massimo Ilardi, che dirige la rivista "Gomorra", pone e risponde a questi interrogativi nel suo ultimo libro "In nome della strada. Libertà e violenza". 

Leggendo l'attenta analisi interpretativa della realtà sociale ed urbana di Ilardi, si ha l'impressione che egli voglia coniugare le tradizioni socio-urbanistiche con quelle architettoniche, in quanto in entrambi i settori la logica progettuale è divenuta consapevolezza disincantata e rinunzia alla trasformazione del mondo, si potrebbe dire tradimento delle istanze del movimento moderno dell'inizio '900. 

D'altra parte, l'autore afferma che la riforma delle città da un punto di vista architettonico non si può attuare se prima non si capiscono la natura, la mentalità, i bisogni, i desideri e i conflitti delle nuove figure sociali metropolitane, ed è soprattutto questo il senso del suo contributo. E questo contributo diventa prezioso allorquando si conosce fino in fondo, il ruolo negativo, ovvero critico, del sociologo in ambito architettonico: "esso ha infatti il compito di confutare la creazione altrui, sebbene egli stesso non sia in grado di compierla" [Bardth].

L'autore ritiene che il tessuto urbano dei pieni, delle destinazioni formalizzate e riconosciute dal sistema interseca un contro-tessuto urbano fatto di vuoti, opportunità, consumo e conflitto. Questi sono i caratteri paradossali ed opposti che permeano d'illegalismo i nuovi spazi pubblici a partire dagli anni '70, quando l'individuo metropolitano, imponendo l'immanenza delle proprie libertà materiali, traducibili in violenta pratica del proprio particolare interesse, ha mandato in pezzi il miracoloso equilibrio laico che ha tenuto insieme, nella città del moderno, tempo, spazio, politica, ed economia dentro la dimensione della fabbrica, del quartiere, del mercato.

Per Ilardi, se nella città moderna "è l'agire politico a determinare lo spazio [...] al cui centro era situato il cittadino", nella metropoli del contemporaneo "invece spazio e politica si oppongono e si scontrano senza alcuna soluzione". La crisi del progetto sta tutta qui, nel fatto che lo spazio metropolitano è oggi modellato dal consumo individuale e dal conflitto posto in essere da un individuo hobbesiano edonista ed egoista, privo di qualsiasi tipo di memoria collettiva, cresciuto seguendo la legge della strada, spinto dalla irrinunciabile soddisfazione dei propri immediati desideri non in una diversa società, ma attraverso un "diversa pratica della libertà dentro questa società".

In questo quadro, la politica non scompare, ma è posta di fronte ad un tragico dovere: governare la metropoli, cioè consumo e conflitto. La via d'uscita da questa impasse politica, secondo Ilardi, non è "in un nuovo modello sociale", ma nel rafforzamento dello spazio locale e del progetto che deve perdere il suo statuto di strumento d'ordine, per recuperare la sua funzione moderna di strumento politico produttivo di contraddizioni, conflitti fra i diversi attori istituzionali territoriali, in quanto ultimo elemento in grado di testimoniare il tempo del presente "dove non ci sono modelli astratti da proporre con le loro funzioni codificate una volta per tutte, ma al contrario dove ci sono diverse esperienze che si confrontano e si scontrano senza alcuna soluzione".

Luca Fondacci
fondaluca@hotmail.com
[30may2002]
Luca Fondacci laureato in Scienze Politiche, vive e lavora a Perugia, coniugando l'attività della libera ricerca in sociologia urbana presso l’Agenzia Umbra Ricerche (AUR) e la facoltà di Architettura di Firenze, con quella di consulente esterno per le politiche urbane del Comune di Perugia.
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Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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