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Vers
une… action visionnaire |
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Fausto Carmelo Nigrelli (a cura di) "Metropoli immaginate" Manifestolibri Roma 2001 pp 143 Euro 9,29 acquista il libro online a prezzo scontato! |
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"Prefigurazione
della città del futuro… in alcuni grandi film", questo il sottotitolo
mancante al libro qui presentato. Sottotitolo che avrebbe reso esplicito
quello che è un tentativo di "cogliere le tracce della città prossima
ventura", a partire dal riconoscimento che "l'azione visionaria svolge
un ruolo importante anche, o forse soprattutto, per capire quale è la
percezione della città odierna". A chiarire il titolo e indicare il
centro d'interesse del testo ci pensa invece il saggio del curatore
Fausto Carmelo Nigrelli, associato di Analisi dei sistemi urbani e territoriali
presso la Facoltà di Architettura di Siracusa dell'Università di Catania:
Dalla città al Golem. Un'utilissima ricognizione sulla definizione del termine "metropoli" nei dizionari delle principali lingue europee e nella letteratura disciplinare più recente, indirizzato a indicare l'incapacità ad illustrare il "cambiamento di statuto" in atto tra "la città del presente e la città del futuro". Nuovi spazi caratterizzano la città contemporanea, modificando si va la condizione del cittadino metropolitano… Da qui l'esigenza di verificare cosa stia accadendo mettendo su carta le riflessioni, le discussioni, i confronti tra colleghi di dipartimento e altri studiosi sparsi tra le università della Sicilia orientale (Luca Barbarossa, Mario Manganaro) e del Nord America (Roberto Dainotto). Un dibattito completato dall'inserimento della traduzione di un noto contributo di Antoine Picon, ingegnere e storico all'Ecole Nazionale des Ponts et Chaussées di Parigi, da assumere a valore di riferimento: L'epoca dei cyborg nella città territorio. Quali gli esiti del confronto? Innanzitutto uno, sorprendente: il cinema sul futuro sembra dissociarsi dal presente. "Il fatto è che si sa immaginare la metropoli del futuro solo come città compatta, con qualche reliquia del passato come la cattedrale di Metropolis o i grattacieli di inizio XX° secolo in Blade Runner, diversa da quella di oggi, ma compatta. Non si sa immaginare, invece, la città delle case 'spalmate' in un illimitato spazio che non è urbano - come lo intendiamo usualmente - e non è rurale" (Nigrelli). Con una nostalgia che approviamo, l'azione visionaria richiamata nei saggi sembra fare ricorso solo ai luoghi e alle situazioni elaborate dai generi del noir e dell'horror, consolidati nel cinema degli anni tra le due guerre. La "città che nasce dall'esperienza di quella che esiste, dai desideri per quella che potrà essere, ma anche dalle paure che suscita" sembra essere invece solo quella del "luogo dell'insicurezza per eccellenza" (Nigrelli). Se vi è corrispondenza tra conurbazioni attuali e immaginate è quindi solo per indicare angoscia e rifiuto del destino attuale dell'urbano. Di fronte a ciò il curatore interviene a dirci che "si può sempre premere il tasto off del telecomando, si può sempre arrestare l'auto in una piazzola di sosta lungo la statale per guardare una poiana ferma in aria mentre punta un topo o una lucertola". Lungo la prospettiva di un recupero di interesse verso la realtà costruita si dispongono anche altri esiti, che emergono dalla polifonia degli immaginari personali dei singoli autori. Se Manganaro, Interrogativi sulle periferie e percezione della città futura, sembra voler di fatto suscitare reazioni dal confronto tra la descrizione dei propri contesti abitativi e la lontananza delle rappresentazioni filmiche, Luca Barbarossa, Antagonismo e città virtuale, percorre il contraddittorio rapporto tra cinema e città al fine di illustrare il ruolo che gioca la figura del ribelle urbano nel contestare modelli abitativi dominanti e repressivi. Il contrasto tra natura e tensione verso l'artificialità è infine illustrato, in termini prima filosofici e poi filmici, nello scritto di Roberto Dainotto, La città e il represso. Moderno, postmoderno e l'immaginario del(la) capitale. Uno scritto dal quale emerge, ancora una volta, la domanda di una lettura dei film della fantascienza capace di render conto del rapporto tra uomo e oggetto nella attuale condizione di produzione. Una lettura che resta ancora tutta da svolgere. Concludendo diremo che un'unica cosa spiace in questo libretto: il diffuso ricorso al concetto di "non-luoghi". Il suo uso rende consapevoli dello sfasamento temporale tra la stesura delle informate riflessioni che caratterizzano il libro e la loro messa a stampa. È uno iato frequente, che connota l'editoria nazionale. Per fortuna però, approfittando dell'intervallo, molti degli autori hanno abbandonato la sala in cui si proiettava l'ambiguo successo di quel concetto, per infilarsi nei cinema in cui si potevano vedere altri e più recenti film dei molti evocati nel testo. Roberto Zancan zancan@iuav.it |
[16set2002] | |||
> SCELTI DA: ROBERTO ZANCAN |
Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto. laboratorio
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