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Architettura e restauro |
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Mantese, Masiero, Petranzan "Gianni Fabbri. Architettura e restauro" Quaderni di Anfione e Zeto 7 Il prato, Padova, 2003 pp120, €24,00 Acquista il catalogo online! |
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Ogni monumento è "un caso" per come si da a noi nel presente; ogni
intervento su un monumento è "un caso" per la specificità del rapporto
che esso tende a stabilire con il suo (il nostro) futuro. Un "caso" anche in senso strettamente tecnico, per la molteplicità di questioni operative che propone al progetto di intervento: dal consolidamento statico alla salvaguardia degli apparati decorativi, dai rinnovi impiantistici alle "messe a norma", fino a vere e proprie ri-determinazioni funzionali. Questi edifici ci propongono una questione prima di tutto: cogliere di essi l'identità, il carattere, quella nota distintiva –der Anklang direbbe Goethe– che dobbiamo compiutamente svelare e "mettere in funzione" con le nuove forme del nostro intervento, facendo emergere i segni della memoria (collettiva), le impronte dell'ideazione artistica in essi presenti. Il progetto si dispone dunque a una sorta di narratività e questa narratività deve avere profonde radici nella conoscenza storica e materiale del manufatto. Quali possono essere allora le vie percorribili per realizzare questa "narratività"? In primo luogo con la "continuità critica" del progetto nei confronti dell'edificio esistente attraverso la interpretazione della sua (nuova) identità e del suo carattere –identità e carattere che dovranno essere "rappresentati"– e poi con il disvelamento dei valori formali residui, degli accumuli di memoria collettiva ancora presenti (di ciò che rende sensata una scelta di non demolizione-eliminazione) attraverso l'uso combinato di due procedimenti: quello della sottrazione e quello dell'analogia e/o della citazione. Con questo doppio registro il progetto diventa una sapiente opera di montaggio, dove lo spazio organizza sequenze visivo-percettive, in cui la frammentazione dell'insieme e la descrittività del dettaglio diventano unità solamente nell'itinerario conoscitivo. L'obiettivo del progetto non è più, allora, l'unità compositiva dell'oggetto architettonico ma la rappresentazione dell'identità rinnovata del monumento; in questa chiave "l'intelligenza artistica" non risiederà tanto nella forza persuasiva dell'innovazione linguistica soggettiva ma piuttosto nella capacità rappresentativo/narrativa del carattere dell'edificio. Gianni Fabbri (dalla nota inclusa nel volume) |
[09apr2003] | |||
Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto. laboratorio
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