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Books Review

Foreign Office Architects
Phylogenesis: Foa's Ark




Farshid Moussavi, Alejandro Zaera-Polo
"Foreign Office Architects: Phylogenesis: Foa's Ark"
Actar Editorial, 2003
pp600, €15,00

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MANUALE SCIENTIFICO "DI BORDO" DELL'ARCHITETTO NELLA SECONDA ERA DEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE. È alto 17 centimetri, largo 12,5 per 6 di profondità. Pesa 0.8 kg. Ha una copertina verde, un formato e un titolo "biblico", ma assomiglia molto a un manuale scientifico. È il nuovo libro edito da Actar che raccoglie, per la prima volta, la produzione quasi completa ed esaustiva (37 progetti) dello studio di architettura con base a Londra Foreign Office Architects (FOA).

È stato presentato al pubblico per la prima volta in occasione della mostra, sul loro lavoro, all'ICA di Londra lo scorso 29 novembre. Questo libro segna anche il decennale della fondazione dello studio. Il titolo della mostra, Breeding Architecture, ci fa già avvicinare all'argomento guida del libro.
Questo, sotto la "pelle" verde, si ispira esplicitamente ad un manuale scientifico dove i progetti sono classificati in maniera simile a come vengono classificate le specie animali. Di qui l'analogia che appare nel titolo con l'arca di Noè: FOA's Ark. In sintesi, il libro è la costruzione e l'elaborazione di un sistema di classificazione dei progetti elaborati in questi dieci anni dallo studio di architettura, diretto da
Farshid Moussavi e Alejandro Zaera Polo.

Il libro contiene, oltre al testo introduttivo di Alejandro Zaera Polo e Farshid Moussavi, una serie di scritti complementari tra i cui autori si trovano, tra gli altri: Bernard Cache, Manuel De Landa, Jeffrey Kipnis, Sanford Kwinter. Due sono gli argomenti che emergono soprattutto dal testo introduttivo: alla tradizionale categoria del tipo architettonico viene preferita quella della specie architettonica e l'identità e la coerenza della produzione architettonica come elemento fondamentale all'interno di un processo di continua globalizzazione della pratica dell'architettura.

[26feb2004]
 



La categoria del tipo, tradizionale strumento di classificazione della produzione architettonica nel suo senso piu generale, viene rielaborata sotto le vesti di un altro termine: quello della specie. Se i tipi architettonici venivano interpretati come statici ed eterni, per gli autori ora sono da considerarsi delle specie architettoniche che crescono e si evolvono all'interno di "ecosistemi" diversi. L'argomento proposto, più che plausibile, è con ogni probabilità il frutto della scelta, effettuata dieci anni or sono, del campo di operazione di FOA: e cioè muoversi all'interno del processo di globalizzazione. L'appellativo "Foreign" nel nome di Foreign Office Architects, stava proprio a indicare la condizione di alienazione e di essere straniero come condizione essenziale dell'architetto nell'era della globalizzazione.

Se si pensa con attenzione, la stragrande maggioranza degli studi tipologici sono sempre stati effettuati su aree geografiche specifiche. Oltretutto, la finalità era spesso quella di voler leggere il passato e quindi trovare continuità con esso nel presente. Viene forse presentata, allora, qui per la prima volta, la grande opportunità di produrre uno studio tipologico all'interno del processo di globalizzazione, confrontato con differenti spazi geografici e ambiti culturali, proiettato nella sua evoluzione piuttosto che nel suo passato.

L'altro argomento che emerge dal libro è quello dell'identità dello studio di architettura e della coerenza della sua produzione all'interno dello stesso processo di globalizzazione. L'intero libro si può definire mirato a questo scopo. Anche in questo caso infatti, l'argomento viene presentato in opposizione alla maniera tradizionale e convenzionale con cui si intendeva la produzione di un architetto. L'autore del progetto, l'architetto, con la sua inclinazione e coerenza stilistica non può più competere con la velocità dell'evoluzione del mercato e si troverebbe a disagio operando nel processo di globalizzazione in differenti spazi geografici e ambiti culturali. Siamo nella "seconda era della produzione di architettura all'interno di un dominio globalizzato" (1). L'intero libro può essere visto come un'operazione di branding della produzione di Foreign Office Architects. Esso può entrare di diritto in quella categoria di libri atti a questo scopo, che hanno segnato passaggi chiave per altri studi di architettura, come ad esempio S,M,L,XL del "maestro", Rem Koolhaas, che raccoglieva la produzione dell'Office for Metropolitan Architecture.

 
 





L'ALBERO PHYLOGENETICO E IL SISTEMA DI CLASSIFICAZIONE. L'ossatura del libro si basa sulla creazione e l'elaborazione di un albero "phylogenetico" che porta tutti i progetti sul medesimo piano di coerenza. Il sistema di classificazione dei progetti, in pieno spirito scientifico, si basa su una serie di sette categorie (cifra anch'essa "biblica"). Le categorie che descrivono i progetti sono una serie di diagrammi astratti (phyla) che identificano peculiarità proprie dei vari progetti. Il termine phyla nel suo significato convenzionale é il termine usato nella classificazione zoologica per indicare un vasto aggruppamento, corrispondente a quello che gli zoologi italiani chiamano tipo (2). Il termine deriva anche dalla terminologia degli scritti di Deleuze e Guattari: più precisamente si tratta del phylum macchico che in quegli scritti è il termine che descrive la materialità, sia naturale che artificiale, o anche il loro coesistere simultaneo in differenti stati di aggregazione della materia (3).

Ciò che viene favorito nell'analisi proposta dal testo è il suo aspetto materiale. È infatti evidente l'assenza di alcuna categoria che descriva l'aspetto programmatico o funzionale dei singoli progetti. Che si tratti di un terminal marittimo, di un parco, di un cinema o di una biblioteca non è di nessuna importanza. Ciò che viene descritto e classificato è il puro aspetto materiale del progetto: "l'organizzazione materiale" per usare le parole degli autori. Ogni progetto è accompagnato da un diagramma astratto dello stesso che ne evidenzia i tratti morfologici, dove la base delle sette categorie fondamentali è, anche quì, evidente. I diagrammi dei progetti sono l'esatto opposto dei diagrammi a colori di distribuzione funzionale. Essi sono disegni a linea in bianco e nero e descrivono la forma dell'organizzazione materiale. L'albero phylogenetico permette di identificare differenze e ripetizioni all'interno dei progetti attraverso queste sette categorie. Se le ripetizioni sono evidenti, le differenze vengono identificate attraverso le biforcazioni dell'albero. La particolare specie del progetto si leggerà trasversalmente sull'albero phylogenetico. Ne risulta una tassonomia di effetto che si giova di particelle delle sotto categorie (biforcazioni) per formare il nome della specie progettuale. Alcuni esempi: grosifa_ripor [gro-si-fa_rip-or], gromulfa_biforicon_canariesis [gro-mul-fa_bif-ori-con_canariensis], ensifacoper_peroricopat_olympus [en-sifa-co-per_per-ori-co-pat_olympus], ecc... Lasciamo agli interessati il divertente compito di scoprirle tutte.

Il lettore noterà che il metodo di classificazione utilizza alle volte, in perfetta analogia con la classificazione di specie animali o biologiche, il luogo geografico. Alcune specie vivono e prosperano, o si originano in spazi geografici specifici. Altre mutano a seconda dello spazio geografico, dell'ecosistema in cui crescono. Come tutte le classificazioni, anche questa, sebbene redatta dagli autori dei progetti stessi, esercita una certa forma di violenza su ciò che viene classificato ma una delle maniere di produrre sapere e nuovo sapere è quella di nominare il fenomeno. Sono passati dieci anni dal primo scritto che descriveva la direzione e i propositi di ricerca di Foreign Office Architects. Alcune delle ipotesi di partenza sono qui verificate e rivisitate. Se da un lato la "violenza" effettuata sulla propria produzione architettonica è un punto di arrivo, le implicazioni della metodolgia presentata costituiscono quasi un manifesto, punto di partenza per la proliferazione di specie architettoniche.

Marco Guarnieri
marco@katseli-guarnieri.com

1. Alejandro Zaera Polo Farshid Moussavi, Phylogenesis. FOA's Ark, (dal testo introduttivo).
2. Significato di "phyla" tratto da: Giacomo Devoto Giancarlo Oli, Il dizionario della lingua italiana, Le Monnier, Firenze 1990.
3. G. Deleuze F. Guattari, A Thousand Plateaus. Capitalism and Schizofrenia, University of Minnesota Press, Minneapolis 1996, pag. 409.

Marco Guarnieri ha studiato a Venezia (IUAV) e a Londra (Architectural Association) dove si é laureato nel 2000. Ha lavorato a Londra presso l'ufficio Foreign Office Architects e precedentemente presso Zaha Hadid Architects. È fondatore dello studio di architettura e analisi urbana KGA (2003) e "visiting critic" alla Architectural Association di Londra.

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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