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planning amsterdam.
scenarios for urban development 1928-2003



llard Jolles, Erik Klusman, Ben Teunissen
"Planning Amsterdam. Scenarios for urban development 1928-2003"
Nai Publishers, 2003
pp208, €30,00

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"Frutto di una particolare situazione geografica, espressione di una particolare mentalità collettiva sostanzialmente pratica, aliena dalla retorica e incline all'ordine formale ed alla disciplina spaziale, lo sviluppo pianificato di Amsterdam costituisce una lezione di rigore e di modestia che dovrebbe essere a lungo meditata soprattutto dagli amministratori delle nostre città" (G. Astengo, "Urbanistica" n. 2, 1949).

Così nel 1949 Giovanni Astengo raccontava le impressioni del suo viaggio ad Amsterdam. Gli anni in cui Astengo scrive sono quelli che vedono i progetti di ampliamento del Piano Generale di Espansione del 1935 (Algemeen Uitbreidingsplan, AUP), a partire dal quale si cerca di dare una forma alla città in modo finito e compatto. Il piano è frutto dei principi dell'urbanistica razionalista e del movimento moderno che vengono applicati alla città e che sanciscono definitivamente l'indipendenza dell'urbanistica dall'architettura.

Amsterdam appare in quel momento come la città pubblica per eccellenza, riveste un forte ruolo di centralità che le deriva dall'elaborazione di una politica che dà priorità all'abitazione sociale, e dunque richiede un ampio ed equo controllo del territorio. In questo modo, per quasi un secolo, si evita una accentuata differenziazione nei diversi livelli di uso dello spazio che si riscontra solitamente in altre aree metropolitane.
A questa città e ai suoi 75 anni di storia di pianificazione urbana è dedicato un libro pubblicato in occasione dell'uscita, nell'aprile del 2003, dell'ultimo piano strutturale per Amsterdam. L'iniziativa è del Dipartimento di Pianificazione del Territorio della municipalità di Amsterdam (DRO) e celebra gli sforzi di amministratori e pianificatori sin dal 1928, anno in cui il Dipartimento viene istituito.

Il libro fa un'utile introduzione agli structuurplan che si sono succeduti negli anni e che, oltre a essere lo strumento guida per lo sviluppo futuro della città, rappresentano una riflessione del periodo in cui sono stati elaborati. Attraverso immagini e documenti vengono ripercorsi i momenti più significativi legati allo sviluppo della città, dalle espansioni in periferia ai consolidamenti nel centro città, e le circostanze che hanno motivato le scelte dei pianificatori. E anche questo articolo vuole offrire una ‘revisione' per cercare di capire se l'insegnamento di cui parla Astengo è ancora attuale.

[07mar2004]
 
Veduta del Plan Zuid di Berlage.


Il Piano Generale di Espansione del 1935.

Il Piano Generale di Espansione segna una rottura con il passato sebbene per van Eesteren, e per gli altri autori del piano, Berlage rappresenti ancora un grande esempio. Il loro lavoro, riassunto nel concetto "survey before plan", viene svolto attraverso ricerche empiriche basate su dati come la densità degli edifici, lo sviluppo industriale e del traffico. La maggior parte dei quartieri viene realizzata dopo la Seconda Guerra Mondiale e, pur perdendo molto dello spirito originario, segue una impostazione moderna e funzionale in accordo con i propositi dei CIAM. Legata alle idee di progresso e modernità è anche la progettazione del parco di Amsterdamse Bos di cui il libro fa un'ampia descrizione e che conferma un interesse tutto olandese per la conservazione dell'elemento naturale.

L'incarico viene affidato a van Eesteren che certo non è un architetto del paesaggio ma è un funzionalista che si avvale di esperti collaboratori come Smit per la preparazione del terreno e di Miss Mulder specializzata nell'architettura dei giardini francesi. Insieme trasformano l'inaccessibile palude di Nieuwe Meer in un "parco democratico" che offre attività di svago e servizi a tutti i cittadini.

La città si espande anche grazie all'avvio dei lavori per la costruzione della linea metropolitana e all'aggiunta al piano originale di due supplementi: il piano per Amsterdam Nord nel 1958 e per Amsterdam Sud-Est (Bijlmermeer) nel 1965. Questa correzione al Piano Generale resta comunque insufficiente per dare una risposta concreta alle numerose famiglie che continuano a spostarsi verso la periferia alla ricerca di una casa unifamiliare con posto auto. Conseguentemente alla rapida crescita, al tradizionale lay-out concentrico, che dava forma alla città, si sostituisce una nuova struttura a "lobi", separati da fasce di verde, che si manterrà pressoché inalterata fino ai nostri giorni.

Il libro si sofferma particolarmente sugli interventi infrastrutturali e di rinnovo urbano che si accompagnano allo structuurplan del 1985, uno dei piani più significativi dopo quello di van Eesteren. A 50 anni di distanza e dopo l'esplosione dei confini municipali l'attenzione torna infatti alla città.

 

I quartieri del piano realizzati nel dopoguerra.


Amsterdam Bos negli anni '60.


Rinnovo urbano a Nieuwmarkt.
I lavori di rinnovo urbano, condotti sotto lo slogan "costruire per il quartiere", abbandonano il modello bulldozer che in un primo momento aveva caratterizzato le operazioni di demolizione e ricostruzione nel centro città. Inoltre la comparsa del modello di "città compatta" e la nuova èlite amministrativa, che entra in carica nel 1978, favoriscono una netta svolta nella politica urbanistica. Queste scelte, da un punto di vista regionale, vanno intese come il tentativo da parte della municipalità di Amsterdam di ristabilire una centralità politica minata seriamente dal processo di suburbanizzazione in atto. Il libro tratta in dettaglio i temi su cui si concentra la nuova politica che cerca di attirare investimenti nel centro città e si dedica soprattutto alla costruzione di infrastrutture e all'annoso problema della residenza.

Fra gli interventi più radicali, si ricorda quello di Bosch e Van Eyck a Nieuwmarkt nel cuore della città, dove il nuovo intervento mantiene il più possibile il tracciato degli edifici preesistenti, al fine di differenziare questo quartiere da quelli allora in costruzione nelle periferie. Il passo immediatamente successivo prende in considerazione altre aree, in particolare quelle legate un tempo all'industria, molte delle quali lungo il waterfront del canale IJ. Lo sviluppo di questa zona inizia in maniera piuttosto travagliata e attesta l'inesperienza della municipalità nel gestire la collaborazione con il settore privato. Fra i retroscena più significativi di questo processo, quelli legati, agli inizi degli anni Ottanta, al progetto di Koolhaas per l'IJ plein. La municipalità ha intenzione all'epoca di costruire qui modeste abitazioni per il settore sociale e affida l'incarico a Koolhaas, reduce da una esperienza newyorchese che non può non influenzare il progetto. Lo scenario da lui proposto, fatto di grattacieli futuristici che collegano idealmente l'area al resto della città, viene tuttavia mortificato e ridotto a blocchi di quattro piani in seguito soprattutto al fallimento degli accordi fra le varie parti coinvolte nel progetto.

La vicenda dell'IJ plein dà comunque un forte input nel rilancio dell'intera area e influenza con molta probabilità il piano per gli Eastern Docks. I masterplan di Coenen per KNSM e West 8 per Borneo-Sporenburg infatti pur seguendo le indicazioni date dalla municipalità ed essendo molto più tradizionali riescono a diventare comunque un evento architettonico e mediatico. Nell'entusiasmo generale si tende però a trascurare un importante aspetto, sottolineato nel libro: il seducente cityscape delle abitazioni sull'acqua è fortemente anelato dagli investitori privati che fanno il loro ingresso ufficiale proprio in questa occasione.

 
 
 
Il progetto di Koolhaas per l'IJ plein.


Amsterdam Nord, l'IJ plein come appare oggi.

Sull'onda del ritrovato equilibrio fra governo e forze di mercato, l'ultimo structuurplan per Amsterdam intensifica l'uso dello spazio e cresce di scala ponendo le basi per un piano simile, per visione e funzionalità, al Piano Generale di Espansione.
La costante è ancora la ricerca di spazio per abitazioni, lavoro e attività ricreative come nelle intenzioni di van Eesteren, ma è uno spazio che appare sempre più ridotto. Questa è una questione con la quale amministratori e urbanisti si stanno confrontando, oltre a quella dovuta alla fase di transizione che vede il passaggio da una agglomerazione orientata verso un nucleo centrale, limitato per lo più ai confini municipali, ad un network urbano che include l'intera regione.

Il nuovo piano introduce il concetto di urbanity che si associa ad accessibilità, diversità, libertà di scelta in accordo con le regole della new economy ed è visto dalla municipalità come una delle qualità più importanti da offrire nelle aree più ampie della regione. In termini strettamente pratici la nuova struttura di Amsterdam segue le direzioni suggerite dai nuovi collegamenti pubblici e la "città a lobi" di van Eesteren assume le dimensioni di una "metropoli a lobi" che include anche le comunità minori. Con l'ultimo structuurplan per Amsterdam si intende concludere un capitolo e una nuova generazione di piani appare all'orizzonte.


Il Piano Strutturale del 2003.

Anche se abilmente promosso per tutte le città del Randstad, lo scenario che si prospetta lascia tuttavia qualche perplessità. I cambiamenti introdotti rompono con la tradizione dei piani precedenti, che prevedevano una crescita mantenendo comunque una "disciplina spaziale" che non viene assicurata per gli anni a venire. I nuovi network urbani hanno il loro centro prevalentemente negli incroci infrastrutturali, dove è più semplice gestire le comunicazioni, e sembrano incoraggiare seriamente la dispersione, compromettendo una politica considerata fra le più efficaci in Europa. Alla luce dei recenti sviluppi la municipalità di Amsterdam ha probabilmente sentito il bisogno, con questa pubblicazione, di fare una retrospettiva celebrando un periodo che ha rappresentato indubbiamente una "lezione" sulla quale oggi più che mai bisognerebbe meditare.

Rosa Cerruto
rosacerruto@libero.it
 

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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