home > books review

Books Review

Architettura, misticismo e mito



William R. Lethaby
"Architettura, misticismo e mito"
Edizioni Pendragon, Bologna, 2003
pp240, €20,00

acquista il libro online!



In questo momento il mio piano di lavoro è un vero campo di battaglia, ma immagino avendo visto altri luoghi di lavoro e tane intime, i pensatoi si equivalgono... pile di giornali, riviste, appunti libri sparsi con apparente disordine, ma una logica c'è... è come ammirare con distacco e fantasia uno dei disegni di Tullio Pericoli delle tavole imbandite popolate da abitanti Gulliveriani, piccoli lillipuziani che invadono gli scampoli del pasto... in una dimensione onirica...

Infatti il paesaggio cartaceo tra Dalì & Balthus, Genova 04 daconsumarsipreferibilmenteentro, Restauro e progetto, Architettura senza fondamenta, Il recupero del centro storico di Genova, Riflessioni sull'innovazione, Atti del convegno su Vitruvio, tra ritagli ed appunti, il senso e che il tutto dovrebbe essere recensito e tra un colpo di cellulare e il telefono fisso, tra @ ed impegni vari la montagna cartacea cresce, per sua natura, quasi a soffocare la tastiera del portatile... poi tra il mucchio anche tra quelli non citati tra i vari maremoti giornalieri emerge Architettura, Misticismo e Mito di William R. Lethaby, una ristampa, con testo d'apertura di Guglielmo Bilancioni, che con quest'opera rimossa dall'oblio e ripresentata annuncia la nascita di una nuova collana appunto diretta dal suo presentatore.

[11jun2004]



Scelgo questo, ma è come se mi assolvesse a presentare tutti gli altri, così un modo di rassicurare Ramon Gomez, Giorgio Soavi, Elena Rosa & Benedetta Spadolini, Isabella Vesco, Dezzi Bardeschi, Andrea Buti, Giorgio Giallocosta, Gianluigi Ciotta, anche se appartenenti a diverse discipline come arte, design, scenografia, restauro, consolidamento, tecnologia, storiografia, il tutto ruota attorno a quel titolo di Lethaby. Parlare oggi di misticismo e mito, in un'epoca di "sito", non fa male, e non fa male riscoprire vecchie pubblicazioni, rivisitarle entrare tra le pieghe e scoprire che alcuni argomenti sono fondativi...

"L'influenza di Lethaby –come scrive Bilancioni– su architetti, artigiani, pedagoghi e storici ha cominciato ad irradiarsi nella organizzazione di scuole, e fu proprio come insegnante che dispiegò sempre i suoi migliori talenti: fondò la Art workers Guild nel 1884, e lavorò attivamente nella organizzazione della Arts and Crafts Exhibition Society. Aveva colto la vera essenza di un vero insegnare, il delectando docere: "lo scopo dell'insegnamento, diceva, è unire la disciplina con la delizia..."; tutto ciò lontano dalle fabbriche di lauree e lotte accademiche delle castagne secche.

 

Ma ancora... "gli edifici antichi non vanno sfruttati... come un territorio selvaggio ed abbandonato, ma curati come una dimora, per essere protetti e utilizzati correttamente... i nostri edifici antichi non sono balocchi ecclesiastici, ma monumenti sacri della crescita e della speranza della nazione...".



Già Hermann Muthesius poi Lewis Mumford avevano scoperto l'importanza di Lethaby come ponte, poi dirà il Pevsner, tra Willam Morris e Walter Gropius. Il Banham avvicina Lethaby a Viollet–le–Duc. Al di là della bella presentazione di Bilancioni, il testo offre una riflessione centrale tra reale e virtuale, tra il fare e il pensare (e qui la questione del progetto che sempre più sfugge al sociale in un'orgia di forme senza utopia, fino la maggior parte delle volte ad una moda sempre più consolidata dalla spirale della vertiginosa comunicazione) tra il figurativo e l'immaginario in un'epoca dove l'inversione dei ruoli ribalta i valori del fare in virtù di una spettacolarizzazione.



Credo che la rilettura di un testo che esprime l'epoca in cui l'esuberanza della parola soverchiava l'immagine suggerisce una cura raffinata ma precisa dell'uso della composizione del vocabolario, così la nuova dimensione delle foreste dell'immagine in una possibile codificazione di ritrovamento di un possibile immaginario... non a caso alla Triennale si rilancia il sogno del signor Tommaso Moro...

Brunetto De Batté
bdebatte@libero.it

 

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






Per proporre o recensire pubblicazioni
è possibile contattare la redazione di ARCH'IT
all'indirizzo booksreview@architettura.it


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


archit.gif (990 byte)

iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage