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Books Review

SHANGHAI



Alan Balfour, Zheng Shiling
"SHANGHAI"
Wiley Academy 2002
pp368, $140.00

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È già da un po' di tempo che tutte le riviste di architettura stanno guardando ad est. Più precisamente alla Cina. Le mutate condizioni socio–economiche hanno fatto di questo sterminato paese una delle mete di lavoro più ambite dai principali studi di architettura del mondo. Semplici le ragioni: copiosi capitali, spazi dove poter costruire, e mecenati che sempre più spesso si rivolgono allo star system occidentale.
Anche fra gli studi italiani si sono già registrati i primi casi di apertura di filiali in terra cinese, Gregotti Associati e AMA di Alfonso Mercurio per fare due esempi.

In attesa dei lavori che si prospettano veramente maestosi per le olimpiadi di Pechino 2008, in questo momento la città più attiva da un punto di vista edilizio è senza dubbio Shanghai. La situazione geografica di questa metropoli da più di dodici milioni di abitanti, nata sul delta del fiume Yangtze le ha sempre conferito un ruolo di vero e proprio portone di ingresso fra la Cina ed il resto del mondo. Già alla fine del secolo scorso questa città era ambita dalle più grandi compagnie commerciali del mondo; lo stato cinese aveva addirittura concesso delle aree della città ai governi stranieri con più interessi commerciali, le cosiddette "concessioni".

Nell'immaginario comune quando pensiamo a Shanghai pensiamo a grattacieli, al brulicare continuo delle strade, con luci al neon stile Las Vegas. Ma pensiamo anche ai risciò. In effetti è un po' così Shanghai, ipermoderna ed un po' retrò allo stesso tempo.

 
[17sep2004]

Mappa della città, 1920.


I giardini di Yu Yuan.


Un edificio di inizio secolo, la sede dell'associazione Cinese – Sovieta, e sullo sfondo un edificio commerciale di Kohn, Pedersen & Fox.


Distretto del Pudong, la Oriental Pearl Tv Tower ed un edificio commerciale di Nikken Sekkei.


Il progetto per Shanghai World Financial Center di Kohn, Pedersen & Fox.

Vista del distretto del Pudong, con in primo piano la Oriental Pearl Tv Tower, e sulla destra la Jin Mao Tower.


La principale via pedonale, Nanjing Road.

Per conoscerla meglio, specialmente da un punto di vista architettonico, ci potrà aiutare un volume scritto da Alan Balfour, architetto newyorkese e docente della Rice University, e da Zheng Shiling, preside della Tongji University di Shanghai con esperienze di studio anche presso la facoltà di Architettura di Firenze, uno dei personaggi più noti ed influenti nel mondo architettonico e accademico cinese. La struttura del volume è semplice: la prima parte riguarda la storia della città, dalla sua fondazione, relativamente recente (la prima mappatura della città risale al tredicesimo secolo), alle divisioni della città nel secolo scorso, quando il suo porto era uno dei più importanti al mondo. La storia della città è scandita parallelamente a quella delle varie dinastie al potere, e questo ci permette di addentrarci anche all'interno della complessa storia cinese.

Interessanti da un punto di vista urbanistico, ma soprattutto affascinanti da un punto di vista grafico, le diverse mappe riportate nel volume. La storia dello sviluppo della città si sofferma maggiormente sull'inizio del secolo scorso, fino alla seconda guerra mondiale, periodo durante il quale l'area fra Shanghai e Nanchino fu invasa dai giapponesi.

La seconda parte del volume contiene un reportage completo sui recenti edifici della città, sia quelli già completati che quelli di progetto. Questa sorta di schede sugli edifici, semplici ma ben fatte, danno un'idea chiara dello sviluppo urbanistico degli ultimi anni. Se molti fra gli edifici costruiti dagli anni Ottanta in poi non sono altro che, diciamolo, anonimi grattacieli, e molti di questi non sono una grande meraviglia, la tendenza negli ultimi anni è radicalmente cambiata. Gli investitori hanno iniziato a rivolgersi a studi stranieri, per portare innovazione formale e tecnologica. Un esempio per tutti fra gli edifici della nuova generazione: la Jin Mao Tower, attualmente il terzo grattacielo più alto al mondo, progettato dagli americani Skidmore, Owings e Merrill. Situata vicino al famoso edificio Oriental Pearl Tv Tower, nel distretto economico del Pudong, la sua forma allude chiaramente a quella di una pagoda. Altri studi occidentali che hanno già lavorato nella città sono Fox & Fowle con alcuni edifici commerciali, Paul Andreu con il nuovo bellissimo aeroporto, John Portman con molti alberghi, Kohn, Pedersen & Fox, ed anche i giapponesi Nikken Sekkei con edifici commerciali. Anche l'americano di origine cinese Pei, assieme a Cobb e Freed ha realizzato diversi progetti, fra cui un intervento di riqualificazione di una bellissima cittadina alle porte di Shanghai, Suzhou, che da anni è tutelata dall'Unesco.
Naturalmente di questo scambio ne stanno traendo benefici anche le nuove generazioni di architetti cinesi. Uno degli ultimi numeri di Architectural Review era proprio dedicato alla Cina, ed in particolar modo alle nuove leve.

Il volume raccoglie poi tutta quella serie di progetti che nei prossimi anni andranno a modificare ulteriormente la fisionomia della città. Anche la maggior parte di questi sono opera di architetti occidentali, ed è quindi plausibile pensare che saranno molti gli studi che apriranno qui una filiale nei prossimi anni. Il grattacielo progettato da Kohn, Pedersen & Fox, che si realizzerà nella distretto del Pudong e che diverrà l'edificio più alto del mondo, grazie alla sua forma particolare è già diventato uno dei simboli della città. Obiettivo della municipalità è quello di raggiungere i sedici milioni di abitanti entro il 2020. Questo si percepisce molto bene guardando il "piano regolatore generale" della città, dove attorno all'ultima cintura urbana sono state programmate molte città satellite, che fanno comunque parte della municipalità stessa, ed andranno ad ospitare i nuovi cittadini. Gestire così tanti abitanti ed un numero così elevato di edifici ovviamente non è così semplice.

Una curiosità... è praticamente impossibile trovare una mappa della città aggiornata. I tempi di costruzione cinesi sono così frenetici che la città risulta sempre in divenire. La municipalità stessa, per gestire questa frenetica attività edilizia ha fondato una sorta di centro urbano, con sede in un recente edificio che si affaccia nella immensa Piazza del Popolo, dove in una sala è riprodotto un modello della città in scala 1:500, e dove vengono riprodotti i cambiamenti che in pratica ogni giorno caratterizzano la città. Nel 2010 Shanghai ospiterà l'esposizione internazionale. Il concorso per la progettazione dell'area è stato vinto dai parigini Architecture Studio. Anche questo evento, con tutta la serie di interventi urbanistici che ne conseguono andrà a modificare ulteriormente la città, dotandola anche di una serie di spazi espositivi che, grazie alla posizione favorevole della città, potranno essere usati in occasioni di fiere e eventi espositivi.


Progetto per l'Oriental Art Center, Paul Andreu.

Un libro che sfogliandolo incuriosisce molto, per la densità di opere architettoniche degne di nota, ed uno strumento indispensabile per i progettisti che un domani si troveranno a lavorare in Cina!


Samuele Martelli
samuele.m@inwind.it

 

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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