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Corporate Fields: 
New Office Environments by the AA DRL


 


Andrew Benjamin, Mark Cousins, Christopher Hight, Brett Steele
"
Corporate Fields: New Office Environments by the AA DRL"
Princeton Architectural Press, 2005
pp.
263, $31.50

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  Non c'è bisogno di sprecare parole per presentare l'Architectural Association, né i suoi corsi di Master post laurea, tra i quali il DRL (Design Research Lab) spicca per originalità della didattica e per la rilevanza che i suoi docenti occupano nel panorama internazionale. Brett Steele, americano di nascita e londinese di adozione, direttore del DRL dal 1996, nonché neo-eletto chairman della AA School, ha recentemente pubblicato il primo di una serie di volumi destinati a riassumere le esperienze compiute all'interno del corso. Corporate Fields: New Office Environments by the AA DRL  raccoglie il primo triennio di lavori compiuti presso il DRL, nel periodo ottobre 1997 – gennaio 2001 e che ha visto come tema generale di studio quello dell'architettura degli spazi di lavoro.





Il concetto di ufficio standardizzato secondo codici funzionalistici è stato profondamente messo in crisi negli ultimi anni dalle molteplici trasformazioni che hanno interessato le modalità di lavoro: l'affermazione delle tecnologie informatiche, i crescenti bisogni in termini di risparmio energetico, i cambiamenti socio-culturali riguardanti i diritti dell'individuo nei confronti dell'ambiente professionale e soprattutto il crescente requisito di "fluidità" che contraddistingue le strutture organizzative all'interno delle società; di fronte ad un simile scenario la ricerca del DRL si è mossa prendendo ad esempio le modalità operative interne di alcune multinazionali (Microsoft UK, la società di web design Razorfish, Arup Engineers, e la compagnia pubblicitaria M&C Saatchi) ed ha portato alla concezione di ambienti di lavoro altamente innovativi in grado di rispondere alle nuove necessità.





"Fare della crisi un valore" sosteneva Zevi, e senza dubbio è questa la logica principale che sta dietro alla didattica del DRL: individuare nuovi bisogni ai quali la progettazione architettonica sia in grado di fornire nuove risposte. Le varie società vengono studiate nelle loro organizzazioni interne e secondo le loro modalità operative scegliendo come strumento privilegiato di interpretazione la rappresentazione diagrammatica, che assume qui il ruolo deleuziano di abstract machine, processo di astrazione scevro di componenti rappresentative che diviene strumento creativo per formulare nuove ipotesi progettuali.

Le proposte dei gruppi di lavoro spaziano dalla scala urbana a quella del forniture design, passando per la scala dell'edificio, con risultati sicuramente interessanti. Al di là dei singoli progetti ciò che risalta è comunque la metodologia didattica del corso, basata sulla esperienza del team, del gruppo di lavoro che opera a stretto contatto per un lungo periodo di tempo con il fine di attualizzare una sorta di network progettuale: "The AA Design Research Lab has been creaed to explore of networks as an essential design tool. [...] networks are undeniably the defining technologies of our time, of our global economy" (B. Steele, pag. 13). 





Il volume è concepito a sua volta come un software, consultabile in modo assolutamente non lineare: parallelamente ad una selezione di progetti compiuti dagli studenti si susseguono saggi critici di alcuni tra le principali figure che orbitano (o hanno orbitato) attorno al DRL: tra gli altri Mark Cousin, Andrew Benjamin, Patrik Schumacher, Moshen Mostafavi e lo stesso Brett Steele. La veste grafica è decisamente accattivante, ed i progetti sono presentati in maniera altamente esaustiva, cercando di evidenziare in ciascuno di essi le qualità peculiari e gli aspetti più significativi, ed offrendo rigorose spiegazioni attraverso le varie fasi del design process, dalle analisi iniziali alla proposta progettuale, secondo la logica di information sharing che contraddistingue la didattica del DRL.


Maurizio Meossi
meossi@spinplus.co.uk 
  [27sep2005]
       
       

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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