home > books review

Books Review

  KM3. Excursions on Capacities

 
 

MVRDV
"KM3. Excursions on Capacities"
ACTAR, 2006
pp. 1200, €65,00

acquista il libro online!



 
 

Sette anni dopo il loro primo big book, Winy Maas e compagni pubblicano un nuovo, cospicuo volume, che porta alle estreme conseguenze la concezione espressa a suo tempo da Farmax. Oltre alla mole, ora raddoppiata, ritroviamo la coesistenza di testi e progetti, di esperimenti scolastici e lavori professionali, di scale e temi disparati; la grafica diretta, insieme raffinata e inelegante; la sottolineatura tematica; il diffuso ricorso alla manipolazione statistica e automatica; insieme a una maggiore estensione nello spazio, legata ai processi di mondializzazione, e nel tempo, con una attitudine "fantascientifica" e proliferativa espressa anche attraverso ricerche su software interattivi. Gli autori dichiarano tuttavia di essere partiti con un diverso obiettivo. Avrebbero voluto produrre una serie di libri dedicati ciascuno a esplorare questioni differenti, dalla pura speculazione intellettuale alla documentazione della loro intensa attività professionale. Ma, dal momento che il pubblico degli architetti non sembra trovare la teoria molto "sexy" (soprattutto in confronto alla presentazione di progetti ampiamente illustrati), la scelta di pubblicarli insieme in un unico volume si è presentata come una appetibile possibilità. Anche le pubblicazioni di architettura cominciano quindi a condividere con gli oggetti della loro riflessione l'esigenza di farsi più dense, eterogenee ed efficienti (dal punto di vista economico e comunicativo), diventando inesorabilmente sempre più grandi e complesse.


Hannover, EXPO 2000. Particolare di uno strato interno.


Hannover, EXPO 2000. Particolare di uno strato interno.


Immergendosi in questa raccolta di dieci libri (l'implicito riferimento a Vitruvio pare essere, come al cinema, "puramente casuale"...) risalta immediatamente la scansione logica degli argomenti e la loro stretta correlazione. Le diverse parti procedono infatti dall'osservazione (1) della realtà per arrivare alle applicazioni (8) attraverso la proposta di alcune ipotesi (2), la loro estrapolazione (3), l'indagine delle possibili specializzazioni (4), la sperimentazione della massima intensificazione (5), la comparazione (6) e l'esplorazione di casi (7) significativi, concludendo poi con proposte di ottimizzazione (9) e con la ricerca di estreme vie di fuga (10). Questa sequenza di parole chiave, poste a sottotitolo di ciascun "libro", lega in una progressione lineare prodotti realizzati in occasioni diverse e con obiettivi altrettanto differenti.

I primi due, Capacity e Architecture is a device, introducono in poche pagine e attraverso una serie di dati statistici la questione fondamentale affrontata da Km3: lo spazio come risorsa sempre più scarsa e come luogo all'interno del quale gli architetti sono chiamati ad agire in modo innovativo. Per quanto le tre dimensioni costituiscano il terreno specifico della tradizione disciplinare, l'entità dei fenomeni in atto comporta infatti una loro drammatica dilatazione, tale da richiedere agli strumenti di progetto un necessario aggiornamento, in modo da poter affrontare la "tridimensionalità chilometrica" sinteticamente evocata dal titolo del volume.

L'ossessione per la massimizzazione quantitativa che attraversava Farmax è quindi ancora tema fondamentale della ricerca di MVRDV, ulteriormente moltiplicata dai fenomeni di accrescimento della popolazione, di globalizzazione economica e di interdipendenza planetaria delle nostre azioni, soprattutto riguardo alla questione ambientale. La proiezione futura di scenari nei quali vengono esplorate le conseguenze dei cambiamenti climatici, dei fenomeni migratori e dello sfruttamento sostenibile delle risorse disponibili, in termini di produzione agricola ed energetica, costituisce il tema del terzo contributo, (Im)possible worlds. Il quarto, World of regions, raccoglie alcuni progetti di grande e grandissima scala prodotti recentemente dal gruppo olandese. Vi si indagano strategie tese al raggiungimento di masse critiche tali da aumentare localmente efficienza e identità regionale e di sfruttare dall'altro le differenze di potenziale che si attivano dal confronto di macroaree fortemente caratterizzate.

  [13jul2006]

Eyebeam Atrium Galaxy.


Brabant Library, particolare del'interno.
Il nucleo teorico fondamentale di Km3 è in larga misura contenuto nella quinta parte, The 3D City, proposta di una città autosufficiente da un milione di abitanti racchiusa in un cubo di 5 km di lato. Si tratta di una sorta di versione aggiornata, tridimensionale e urbana dell'ipotesi di congestione territoriale indagata qualche anno fa in Metacity Datatown. Progetto del libro e progetto di città sembrano qui raggiungere una sorta di coincidenza, di autosimilarità, come se l'uno fosse rappresentazione dell'altro e viceversa. L'alto livello di connessione tra i diversi apparati, chiamati a far funzionare l'organismo urbano come un enorme ecosistema chiuso, risulta allo stesso tempo necessario e irraggiungibile, tecnicamente plausibile ma evolutivamente bloccato e impensabile senza un controllo verticale e gerarchico. L'accelerata tridimensionalità spaziale sembra comportare quindi un eccesso di rigidità, significativamente rispecchiata dall'organizzazione strettamente sequenziale del libro e dal suo tendere a una autosufficiente -e quasi intrasportabile- "cubicità".

Una condizione di cui gli autori si dicono consapevoli e subito affrontata nelle sezioni successive. In Genealogy, libro sesto, ricostruiscono un secolo di visioni urbane improntate alla verticalità e alla densificazione, proponendone una visione di insieme particolarmente efficace nella sua estrema sintesi e nell'originalità della comparazione quantitativa. 

I "libri" settimo, Explorations, e ottavo, Experiments, affrontano invece l'applicazione a casi specifici recenti, legati principalmente alle occasioni professionali affrontate da MVRDV. Circa metà del volume è di fatto dedicato a questa collezione di progetti, la cui organizzazione in un archivio ragionato si basa attorno a cosiddette "tecniche spaziali", di volta in volta legate a strategie concettuali (advertising), obiettivi funzionali (climatize, connect), azioni formative (bend, cover, dig, extrude, flip...) e ricerche tipomorfologiche (mix, spiral...). Tra gli oltre cento progetti proposti, molti dei quali attraversati da quella sorta di "candore radicale" che contraddistingue l'architettura di MVRDV, emergono nuovi filoni di ricerca.

Aumenta esponenzialmente ad esempio l'attrazione dell'estremo oriente, dove si concentrano le commissioni di maggior peso per dimensioni e complessità. Risaltano inoltre alcuni tentativi di traduzione dell'"edificio papera" di Venturi negli "edifici insegna" proposti per la Romanina (dove il nome del quartiere scava, in un bel corsivo, la planimetria dell'insediamento), all'ingresso del parco Lambro a Milano (con quattro torri a forma di enormi lettere che annunciano PARC a chi entra e CRAP - schifezza - dall'interno...) alle iniziali di Hoek van Holland ingigantite in grattacieli che segnano l'accesso a un'area di sviluppo balneare. Si moltiplica poi il ricorso a soluzioni formalmente caratterizzate, come la grande scalinata (a Milano, Oslo), il tavolo gigante (Taipei, Losanna, Barcellona, Pechino), l'accostamento di pezzi differenziati (Monaco, Oslo, Lione), la lastra forata (Madrid, ancora Oslo), che intensificano l'interesse per la tipologia latente in Farmax.


Hannover, EXPO 2000. Particolare di uno strato interno.

La nona sezione, Everyone is a citymaker, si fa carico degli aspetti temporali, della necessità e velocità del cambiamento, della quantità di attori che concorrono nelle decisioni e nello sviluppo degli insiemi urbani. La crescente complessità di questi processi e l'esigenza di risposte sempre più rapide ha portato MVRDV a ragionare intorno a procedimenti automatici, a veri e propri software di prefigurazione spaziale che, a partire dal progenitore Functionmixer proposto nel 2001, hanno dato luogo a una famiglia di applicativi sviluppati per rispondere a problematiche differenti e occasioni specifiche. Più che sostituire l'architetto in una diretta e interattiva "autocostruzione" dello spazio pubblico -più che costituire effettivi strumenti di progettazione- questi programmi sembrano proporsi come macchine per "produrre questioni": troppo arbitrari e difficilmente quantificabili appaiono molti dei parametri su cui si fondano, così come difficilmente gestibile dal punto di vista teorico e pratico, la molteplicità di variabili coinvolte. Resta l'efficacia rappresentativa e l'immediatezza di strumenti in grado di mostrare in tempo reale l'interazione complessa delle decisioni: un aiuto fondamentale per la costruzione di scenari plausibili, di proiezioni sulle quali avviare discussioni politiche consapevoli.


Hannover, Expo 2000.

Brabant Library, particolare della facciata.


Brabant Library, vista generale.

È proprio la dimensione politica a costituire oggi, secondo Winy Maas, il terreno sul quale è ancora possibile proporre un'azione di avanguardia. Stretta fra la trasformazione della professione corrente a semplice fornitura di servizi e uno star system da couturier di lusso, l'architettura non può che porsi "al centro del dibattito pubblico sullo spazio", esplorando soluzioni, ma soprattutto formulando le domande fondamentali. Alla sperimentalità dell'intervento progettuale, alla sua natura conoscitiva e di ricerca, si ispira tutto il volume, caratterizzato da un modello retorico fatto appunto di domande in serie che attraversano i saggi e gli altri testi. La parte più interessante, creativa e didattica dell'elaborazione progettuale di MVRDV sta proprio nella individuazione delle questioni, nella riduzione dei temi a sequenze trattabili di elementi problematici. Questi ultimi appaiono infatti più illustrati che risolti da elaborazioni progettuali segnate a volte da una sorta di meccanica determinista, tesa a semplificare la complessità dei problemi a favore di una efficace ma altrettanto ideologica penetrazione comunicativa.

La "fuga" nello spazio cosmico proposta nell'ultima sezione, Out of space, chiude degnamente una raccolta di contributi improntati alla estremizzazione delle misure, dei concetti, degli strumenti. Dopo aver conquistato l'atmosfera terrestre, elevando la tridimensionalità architettonica a proporzioni chilometriche, e "abitato" l'orbita del pianeta fino alla luna, appare difficile andare oltre. In ogni caso, che si tratti di altre dimensioni o di anni-luce, la radicalità pragmatica e utopica di MVRDV riuscirà sempre a parlarci di questioni concrete e tangibili.

Giovanni Corbellini
gcorbellini@units.it
       

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






Per proporre o recensire pubblicazioni
è possibile contattare la redazione di ARCH'IT
all'indirizzo booksreview@architettura.it


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


archit.gif (990 byte)

iscriviti gratuitamente al bollettino ARCH'IT news







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by