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KM3.
Excursions on Capacities |
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MVRDV "KM3. Excursions on Capacities" ACTAR, 2006 pp. 1200, €65,00 acquista il libro online! |
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Sette anni dopo il loro primo big book, Winy Maas e compagni
pubblicano un nuovo, cospicuo volume, che porta alle estreme conseguenze
la concezione espressa a suo tempo da Farmax. Oltre alla
mole, ora raddoppiata, ritroviamo la coesistenza di testi e progetti,
di esperimenti scolastici e lavori professionali, di scale e temi
disparati; la grafica diretta, insieme raffinata e inelegante; la
sottolineatura tematica; il diffuso ricorso alla manipolazione statistica
e automatica; insieme a una maggiore estensione nello spazio, legata
ai processi di mondializzazione, e nel tempo, con una attitudine
"fantascientifica" e proliferativa espressa anche attraverso
ricerche su software interattivi. Gli autori dichiarano tuttavia
di essere partiti con un diverso obiettivo. Avrebbero voluto produrre
una serie di libri dedicati ciascuno a esplorare questioni differenti,
dalla pura speculazione intellettuale alla documentazione della
loro intensa attività professionale. Ma, dal momento che il pubblico
degli architetti non sembra trovare la teoria molto "sexy"
(soprattutto in confronto alla presentazione di progetti ampiamente
illustrati), la scelta di pubblicarli insieme in un unico volume
si è presentata come una appetibile possibilità. Anche le pubblicazioni
di architettura cominciano quindi a condividere con gli oggetti
della loro riflessione l'esigenza di farsi più dense, eterogenee
ed efficienti (dal punto di vista economico e comunicativo), diventando
inesorabilmente sempre più grandi e complesse. |
[13jul2006] | |||
Eyebeam Atrium Galaxy. Brabant Library, particolare del'interno. |
Il nucleo teorico fondamentale di Km3 è in larga misura
contenuto nella quinta parte, The 3D City, proposta di una
città autosufficiente da un milione di abitanti racchiusa in un cubo
di 5 km di lato. Si tratta di una sorta di versione aggiornata, tridimensionale
e urbana dell'ipotesi di congestione territoriale indagata qualche
anno fa in Metacity Datatown. Progetto del libro e progetto
di città sembrano qui raggiungere una sorta di coincidenza, di autosimilarità,
come se l'uno fosse rappresentazione dell'altro e viceversa. L'alto
livello di connessione tra i diversi apparati, chiamati a far funzionare
l'organismo urbano come un enorme ecosistema chiuso, risulta allo
stesso tempo necessario e irraggiungibile, tecnicamente plausibile
ma evolutivamente bloccato e impensabile senza un controllo verticale
e gerarchico. L'accelerata tridimensionalità spaziale sembra comportare
quindi un eccesso di rigidità, significativamente rispecchiata dall'organizzazione
strettamente sequenziale del libro e dal suo tendere a una autosufficiente
-e quasi intrasportabile- "cubicità". Una condizione di cui gli autori si dicono consapevoli e subito affrontata nelle sezioni successive. In Genealogy, libro sesto, ricostruiscono un secolo di visioni urbane improntate alla verticalità e alla densificazione, proponendone una visione di insieme particolarmente efficace nella sua estrema sintesi e nell'originalità della comparazione quantitativa. I "libri" settimo, Explorations, e ottavo, Experiments, affrontano invece l'applicazione a casi specifici recenti, legati principalmente alle occasioni professionali affrontate da MVRDV. Circa metà del volume è di fatto dedicato a questa collezione di progetti, la cui organizzazione in un archivio ragionato si basa attorno a cosiddette "tecniche spaziali", di volta in volta legate a strategie concettuali (advertising), obiettivi funzionali (climatize, connect), azioni formative (bend, cover, dig, extrude, flip...) e ricerche tipomorfologiche (mix, spiral...). Tra gli oltre cento progetti proposti, molti dei quali attraversati da quella sorta di "candore radicale" che contraddistingue l'architettura di MVRDV, emergono nuovi filoni di ricerca. Aumenta esponenzialmente ad esempio l'attrazione dell'estremo oriente, dove si concentrano le commissioni di maggior peso per dimensioni e complessità. Risaltano inoltre alcuni tentativi di traduzione dell'"edificio papera" di Venturi negli "edifici insegna" proposti per la Romanina (dove il nome del quartiere scava, in un bel corsivo, la planimetria dell'insediamento), all'ingresso del parco Lambro a Milano (con quattro torri a forma di enormi lettere che annunciano PARC a chi entra e CRAP - schifezza - dall'interno...) alle iniziali di Hoek van Holland ingigantite in grattacieli che segnano l'accesso a un'area di sviluppo balneare. Si moltiplica poi il ricorso a soluzioni formalmente caratterizzate, come la grande scalinata (a Milano, Oslo), il tavolo gigante (Taipei, Losanna, Barcellona, Pechino), l'accostamento di pezzi differenziati (Monaco, Oslo, Lione), la lastra forata (Madrid, ancora Oslo), che intensificano l'interesse per la tipologia latente in Farmax. Hannover, EXPO 2000. Particolare di uno strato interno. La nona sezione, Everyone is a citymaker, si fa carico degli aspetti temporali, della necessità e velocità del cambiamento, della quantità di attori che concorrono nelle decisioni e nello sviluppo degli insiemi urbani. La crescente complessità di questi processi e l'esigenza di risposte sempre più rapide ha portato MVRDV a ragionare intorno a procedimenti automatici, a veri e propri software di prefigurazione spaziale che, a partire dal progenitore Functionmixer proposto nel 2001, hanno dato luogo a una famiglia di applicativi sviluppati per rispondere a problematiche differenti e occasioni specifiche. Più che sostituire l'architetto in una diretta e interattiva "autocostruzione" dello spazio pubblico -più che costituire effettivi strumenti di progettazione- questi programmi sembrano proporsi come macchine per "produrre questioni": troppo arbitrari e difficilmente quantificabili appaiono molti dei parametri su cui si fondano, così come difficilmente gestibile dal punto di vista teorico e pratico, la molteplicità di variabili coinvolte. Resta l'efficacia rappresentativa e l'immediatezza di strumenti in grado di mostrare in tempo reale l'interazione complessa delle decisioni: un aiuto fondamentale per la costruzione di scenari plausibili, di proiezioni sulle quali avviare discussioni politiche consapevoli. |
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Hannover, Expo 2000. |
Brabant Library, particolare della facciata. Brabant Library, vista generale. È proprio la dimensione politica a costituire oggi, secondo Winy Maas, il terreno sul quale è ancora possibile proporre un'azione di avanguardia. Stretta fra la trasformazione della professione corrente a semplice fornitura di servizi e uno star system da couturier di lusso, l'architettura non può che porsi "al centro del dibattito pubblico sullo spazio", esplorando soluzioni, ma soprattutto formulando le domande fondamentali. Alla sperimentalità dell'intervento progettuale, alla sua natura conoscitiva e di ricerca, si ispira tutto il volume, caratterizzato da un modello retorico fatto appunto di domande in serie che attraversano i saggi e gli altri testi. La parte più interessante, creativa e didattica dell'elaborazione progettuale di MVRDV sta proprio nella individuazione delle questioni, nella riduzione dei temi a sequenze trattabili di elementi problematici. Questi ultimi appaiono infatti più illustrati che risolti da elaborazioni progettuali segnate a volte da una sorta di meccanica determinista, tesa a semplificare la complessità dei problemi a favore di una efficace ma altrettanto ideologica penetrazione comunicativa. La "fuga" nello spazio cosmico proposta nell'ultima sezione, Out of space, chiude degnamente una raccolta di contributi improntati alla estremizzazione delle misure, dei concetti, degli strumenti. Dopo aver conquistato l'atmosfera terrestre, elevando la tridimensionalità architettonica a proporzioni chilometriche, e "abitato" l'orbita del pianeta fino alla luna, appare difficile andare oltre. In ogni caso, che si tratti di altre dimensioni o di anni-luce, la radicalità pragmatica e utopica di MVRDV riuscirà sempre a parlarci di questioni concrete e tangibili. Giovanni Corbellini gcorbellini@units.it |
Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto. laboratorio
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