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    Bucarest, dal villaggio alla metropoli.
Identità urbana e nuove tendenze


   
   

Giuseppe Cinà
"Bucarest, dal villaggio alla metropoli. 
Identità urbana e nuove tendenze"
Edizioni Unicopli, Milano 2005
pp. 178, € 18,00

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Se volete mandare una cartolina da Bucarest, quale panorama urbano scegliereste? E quale Bucarest potrebbe essere rappresentata in una sola immagine? Questo è l'interrogativo di partenza nel libro di Giuseppe Cinà uscito per le edizioni Unicopli. La città è infatti più complessa di quello che a prima vista potrebbe apparire; fatta com'è di eventi e di sovrapposizioni di fasi storiche assai eterogenee e di culture differenti che difficilmente lascerebbero riassumere la sua storia urbana nello spazio ristretto del formato di una cartolina. Per decifrare Bucarest, occorre ricominciare, secondo l'autore, da una rilettura architettonica, urbana e sociale nel suo insieme, in tutti i suoi dettagli e passaggi storici, affrontando un argomento poco frequentato nel dibattito sull'architettura e sulla città.

Perché di argomento quasi sconosciuto tratta questo interessante e lucido lavoro, in cui, a dispetto del nome della città, che tutti conoscono come la capitale della Romania, poco in realtà si studia, e molto rarefatte sono le analisi anche di quelle aree geografiche e geopolitiche -non ancora ben identificate ed assimilate- che passano sotto il generico nome di 'paesi balcanici' o di 'Europa centrale'. Bucarest, città di confine tra imperi passati, quello austro-ungarico come quello ottomano, ma città dove questo suo essere di confine è ancora prassi urbana, dove costantemente è ben visibile quella sovrapposizione tra cultura urbana della metropoli e cultura rurale contadina.


Pianta della metropolitana di Bucarest.

Quella di Bucarest è una realtà urbana, sociale e civile di cui difficilmente si ha una percezione come parte di comuni denominatori e substrati culturali, ancora lontane dall'essere considerata un tutt'uno con la realtà delle città di quell'Europa che, faticosamente, le nostre nazioni stanno costruendo. Basta sfogliare la bibliografia correttamente consultata da Cinà per rendersi conto quanti pochi siano gli studi condotti su questa città, studi interessati alla sua storia, alle sue problematiche, al suo assetto urbano, da parte degli 'europei d'Occidente', quasi nulli se poi si analizzano gli autori del nostro Paese.

Mancanza di identità, o meglio, affannosa ricerca di essa, di appartenenza ad un quadro più grande in cui inserirsi, che proietti la città ed il paese ad una scala sopranazionale; non a caso il sottotitolo del libro recita Identità urbana e nuove tendenze. Lo sforzo di Cinà è quello di sottolineare e di ricomporre un quadro generale degli strappi, delle complesse sovrapposizioni storiche e fisiche ancor prima che ideologiche. Trasformazioni urbane ed architettoniche avvenute in passato, in una città sempre in bilico tra un mondo d'Oriente e d'Occidente, più o meno marcato dalle varie conquiste e continue sottomissioni; e così la città si può leggere attraverso le mille sfaccettature stratificatesi nel tempo. Dalla dominazione ottomana -in realtà mai vissuta direttamente dalle popolazioni locali- visibile però nella distribuzione e nella costruzione stessa della forma urbana, tipica delle città levantine, tra continue commistioni di metropoli e villaggio, a quella francese di metà Ottocento, più tipicamente haussmaniana, con i grandi tagli urbani; dalla spinta innovativa modernista del periodo del regno sino ai più recenti sviluppi 'statalisti' e rigidi della Romania sotto la dittatura di Ceausescu.

La capitale romena come esempio quindi delle trasformazioni e delle contraddizioni del Paese, che a tratti l'hanno proiettata nel futuro, ed in dinamiche decisamente 'europeiste', mentre in altri periodi l'hanno allontanata drasticamente da essa. Storicamente si assiste perciò, solo per farne un esempio, ad un'evidente sovrapposizione architettonica ed ideologica tra la città liberal-borghese di metà Ottocento e la città socialista della seconda metà del Novecento, in una cesura dove ben poco spazio è stato lasciato al dialogo tra le sue parti.


Piazza dell'Università.

Solo attraverso la ricostruzione dei frammenti rimasti delle aree della città prive di evidenti 'violenze', si può cercare di dare un'idea di Bucarest, di ravvivarne la memoria; ed in questo senso lo studio di Cinà scava nella realtà urbana, scomponendola e risalendo, a ritroso, alle sue matrici, alle sue forme antiche, al suo essere cerniera costante tra mondi e modi di pensare differenti, che in quella parte di Europa si trovavano a coincidere e a coesistere. Alcune schede disseminate nei vari capitoli, per così dire più tecniche ed informative, arricchiscono infine il libro; in queste schede Cinà si sofferma su aspetti sociali e politici legati alla contemporaneità della metropoli; come la scheda riguardante il prossimo -e tormentato- ingresso della Romania nell'UE, o quella che si riferisce alla difficile integrazione della numerosa comunità Rom con il resto della società.


Il Palazzo del Parlamento.


Vista generale e sullo sfondo il Palazzo del Parlamento.

Non da ultimo il problema dell'inserimento di Bucarest (destino comune purtroppo di molte altre città del globo) in quei processi economici di un iper-mercato sempre più mondiale, inserimento forzato in regole 'deregolate' del fare urbano contemporaneo, dove la città viene a trovarsi così in quella fase di passaggio transitoria tra il suo essere ancora, per certi versi, villaggio che vuol fare parte del villaggio globale richiesto dalle nuove società in cui -come ammonisce Cinà- l'incertezza derivante da una non ancora uniforme identità, rischierebbe di veder cancellate del tutto le molteplici stratificazioni culturali che l'hanno prodotta. 

Luca Orlandi
lucaorlandi@hotmail.com

  [11sep2006]
       

Questa pagina è stata curata da Matteo Agnoletto.






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