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L'accelerazione dei processi di mondializzazione, sia in termini economici che geopolitici, genera inevitabili e rilevanti conseguenze sui territori. Delocalizzazioni produttive, inurbamento, turismo, abbattimento di frontiere interessano i contesti più disparati, determinando una varietà di differenti sviluppi locali.
Se nelle aree metropolitane la maggiore consistenza e continuità dei flussi di domanda alimenta le ipotesi di trasformazione riguardanti spazi e edifici investiti dall'obsolescenza funzionale, in situazioni più marginali, caratterizzate da delicati equilibri, è viceversa difficile poter contare su energie altrettanto vivaci. È il caso di molte zone montane, soprattutto di quelle rimaste fuori dalla riconversione turistica, dove la presenza di terreni vaghi legati allo sviluppo infrastrutturale, di spazi industriali dismessi, di caserme e di attrezzature doganali rese inutili dalla integrazione europea post 1989 si fa sempre più rilevante e, allo stesso tempo, difficilmente gestibile.
Anche in Alto Adige, che pure molti comuni delle regioni confinanti vedono come una sorta di terra promessa per benefici fiscali e disponibilità di investimento pubblico, questi fenomeni non mancano di mostrarsi in tutta la loro evidenza e i volumi edilizi che hanno perso la loro ragione funzionale, così come i luoghi sottoutilizzati o in qualche modo disponibili, si sono in questi ultimi anni moltiplicati.
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[23 dicembre 2007] |
Deposito ANAS, Bolzano.
Galleria n. 11, Fie allo Sciliar.
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Alto Adige. Mappatura.
La ricerca curata da Luca Emanueli su incarico dell'Ufficio Cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano affronta il tema secondo diversi piani. Inizialmente propone una sorta di censimento, che non ha l'ambizione dell'esaustività né della precisione analitica, nel quale una settantina di situazioni specifiche vengono rapidamente descritte da una immagine, e da informazioni sulla loro collocazione, la proprietà, le dimensioni, il grado di utilizzo e di disponibilità, insieme a un breve testo descrittivo. L'idea è da un lato che questi spazi possano essere utilizzati per manifestazioni artistiche, in grado di riattivarne, anche temporaneamente, la loro presenza sul territorio, mentre si offre dall'altro un primo quadro sintetico che può consentire ai vari soggetti coinvolti (amministratori, sponsor, curatori, artisti...) di operare rapidamente le scelte necessarie. Tra i criteri di selezione utilizzati nel censire questi spazi emerge infatti la facilità di utilizzo senza dover operare pesanti interventi di ristrutturazione per la messa in sicurezza.
Una serie di brevi interviste a operatori e protagonisti del settore artistico (curiosamente lasciate nelle diverse lingue originali) contribuisce a dare una idea sulle possibili richieste di uso e sulle strategie di "occupazione" che riguardano gli interventi artistici in relazione a preesistenze non specificamente dedicate.
Il quadro delle questioni sollevate dà senso alla successiva rassegna di 13 progetti tesi a reinterpretare altrettanti luoghi tra quelli precedentemente censiti. Si tratta di proposte minimali, al limite dell'immaterialità, nelle quali la riduzione del gesto si accompagna alla massimizzazione degli effetti attesi. Una piattaforma, uno schermo per proiezione, persino la semplice introduzione di un sistema di illuminazione vengono presentate come azioni in grado di riattivare la fruibilità dei luoghi e di operare quella forma di "riposizionamento" sulla mappa della regione che dà nome alla ricerca stessa. La "bassa definizione", presa a riferimento dal titolo e descritta con maggiore precisione dal saggio di apertura di Amanda Montanari, rimanda quindi a operazioni omeopatiche, tanto leggere quanto strategiche, tecnologicamente semplici, poco costose, sommesse.
Una volontà di riduzione e di indeterminatezza che si riflette nella sottigliezza grafica e nella rarefatta eleganza dell'impaginazione, così come nell'invito, posto a concludere il volume, a integrarne le informazioni segnalando alla Provincia Autonoma di Bolzano altre eventuali situazioni interessanti.
Giovanni Corbellini
gcorbellini@units.it
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Galleria n. 11, Fie allo Sciliar. Inserimento.
Lago artificiale, Fortezza. Inserimento.
Deposito ANAS, Bolzano. Inserimento. |