home > books

Books

The Domestic and the Foreign in Architecture

Silvio Carta





A cura di Sang Lee e Ruth Baumeister
The Domestic and the Foreign in Architecture
010 Publishers, 2005
400 pp, $54,40

acquista il libro online!



 
Fondata da Hans Oldewarris e Peter de Winter, la casa editrice olandese 010 Publishers è attiva a Rotterdam da 25 anni, durante i quali ha pubblicato oltre 600 volumi sull'architettura e sul design.

"This book traces how diverse cultural encounters inevitably modify conventional categories, standards and codes of architecture, such as domestic identity, its political and economic representations and the negotiations with what is considered foreign. This book presents the aspects of architecture that have become crucial, through theoretical reflections by distinguished scholars and interviews with some of the most influential architects practicing today, as well as stunning visual presentations by professional photographers."

"For centuries exchanges between the domestic and the foreign have altered and transformed architecture. Today these exchanges have become highly intensified. The Domestic and the Foreign in Architecture attempts to expand the issues in architecture beyond its traditional practice by focusing on the opportunities and limitations in architecture as a cultural and political enterprise. The central theme is how these exchanges manifest themselves in contemporary architecture in terms of its aesthetic potential and its practice, which, in turn, are impacted by broad economic, cultural and political issues."

Partendo dall'ipotesi che l'architettura sia un'istituzione responsabile sia delle idee sia delle espressioni materiali che circolano attraverso i vari strati di una società, il volume scritto da Sang Lee e Ruth Baumeister riguarda una larga porzione del dibattito architettonico contemporaneo. Il perno centrale riguarda l'identità, intesa come capacità d'identificazione e rappresentazione di aspetti culturali. L'architettura è capace di appropriarsi ed esprimere discorsi di carattere pratico e teorico e questa proprietà della disciplina viene analizzata sia in relazione alla storia che alle dinamiche sociali attuali.

La nostra vita quotidiana è facilmente permeata di "fragments of the foreign", materialmente e psicologicamente, attraverso i media e il libero mercato dei prodotti. Le nazioni operano a diversi livelli attraverso trattati internazionali, scontri generati da diverse vedute politiche, nuove super-strutture imperiali e, tutto questo, determina la perdita di autenticità culturale e la crescita di omogeneizzazione. Ancora, le proteste contro la globalizzazione, di varia natura, sono sollevate da varie NGO (non-governmental organization): organizzazioni per i diritti umani, associazioni religiose, gruppi economici, così come fazioni rivoluzionarie o anarchiche. Sebbene ogni gruppo abbia le proprie priorità di obbiettivi, tutti sembrano essere accomunabili dalla ricerca di scenari futuribili, nella speranza di soluzioni alternative rispetto a quella delineata.


Jordi Bernadó, Bad News, photo essay, Pattaya.


Jordi Bernadó, Bad News, photo essay, Shanghai.

La presenza di questi ideali, o la ricerca di essi, si è manifestata in maniera estensiva in tutto il mondo; la nozione di "new improved and better" è emersa sempre più spesso come oggetto di dibattito, non solo in termini architettonici ma, più largamente, in un discorso di produzione economica. Ad ogni modo la disciplina architettonica si presenta come strumento fondamentale in quanto fonte di idee riguardanti i materiali costruttivi dell'abitare dell'uomo, soprattutto se si considera che le idee esprimono inevitabilmente il modo in cui la collettività vede il (suo) mondo e intende rappresentarlo.

Quali sono i concetti che rappresentano il foreign e il domestic? E quali sono i loro effetti sul nostro presente e futuro? In quale maniera i movimenti no-global criticano e, allo stesso tempo, approfittano di una situazione che è portata avanti da un'economia globale?


Stefanie Bürkle, Windows to the World, photo essay.

Le tematiche trattate nel libro offrono l'occasione per l'analisi di alcuni casi esemplari in cui culture diverse vengono forzate in qualche modo ad interagire a seguito di disegni economici attraverso gli strumenti dell'architettura: dalla pianificazione di sistemi infrastrutturali all'imposizione di un ubiquitous generic nella architettura contemporanea. L'architettura è chiamata ad assumere una posizione baricentrica tra foreign e domestic e a farsi carico di responsabilità estetiche, scientifiche o culturali, ma anche socio-politiche, economiche e ideologiche. Rispetto alle dispute sulle dicotomie dialettiche di global-local, unique-generic, hybrid-homogenous ecc. i contenuti del libro pretendono di portare il discorso oltre, fino a cercare nell'architettura la proprietà di mediare tra inside e outside dell'uomo, della società, della cultura.

Negli articoli presenti nel volume l'architettura non è più considerata come una disciplina devota alla produzione di spazio ma è un enterprise ideologico capace di produrre e progettare memorie e identità. Le recenti operazioni architettoniche a vasta scala come quelle che hanno visto protagoniste Dubai o alcune regioni della Cina, potrebbero essere considerate come un consapevole tentativo di accrescere l'immagine di nazione che ogni paese ha, guadagnando un maggiore credito all'estero e, contemporaneamente, perseguire interessi definiti domestici. Alcuni sforzi hanno portato a nuove identità e altri hanno visto la creazione di entità grottesche e goffe ma, in entrambi i casi, l'architettura ha sempre avuto un ruolo chiave nei processi. In questa accezione l'architettura mette in relazione più sfaccettature della società attraverso le fasi che portano alla formazione di una cultura capace di inglobare anche i propri errori.


Margit Bosch, Cemetery in Hue, Vietnam, photo essay.


Winny Dijkstra, Aoyama Doujunkai, photo essay.

Allo stesso tempo la coesistenza di foreign e domestic ha visto il sostanziale cambiamento nel modo in cui l'architettura viene concepita e prodotta; diventa il risultato di uno stabilito digital standard che è usato per la produzione e il controllo di tutto il processo progettuale. L'adozione di un sistema globale intercambiabile sia interno (disciplinare) che esterno (politico ed economico) ha spostato l'architettura al centro del dibattito culturale.

Un altro aspetto trattato nel libro è l'osservazione di alcuni trend culturali che potrebbero portare, come fantasiosa conclusione, al collasso dell'architettura in uno stile globale. Non esiste, infatti, un'entità in architettura che possa essere paragonata alla supremazia dimostrata da alcune compagnie in specifici settori come McDonald's per i fast food o gli studi cinematografici di Hollywood nell'industria dell'intrattenimento. Nella progettazione architettonica non esiste ancora un monopolio comparabile a ciò che è, ad esempio, Microsoft per l'industria dei computer con un codice sintattico ormai universalmente accettato. Tuttavia iniziamo a osservare una miriade di fenomeni architettonici che partono da livello locale ma il cui raggio d'azione si estende enormemente, in termini geografici, esercitando una sostanziale influenza al di là dei loro confini ideologici e fisici.


Josef S. Green, Tucson-Nogales, photo essay.

È proprio a questi ultimi che viene affidato il delicato compito di mediare tra i valori sempre meno opposti di "domestico" e "forestiero". L'architettura diventa sempre più il perno tra culture diverse e il materiale legante tra elementi che si trovano costretti a dover prendere parte a un sistema più vasto che si espande continuamente tendendo a dimensioni mondiali. Uno stile mondiale che supera i limiti fisici a cui siamo sempre stati abituati e che, nel trarre vantaggio dal bivalente rapporto foreign-domestic, sia capace di trasformare un problema identitario ancora lontano dall'essere risolto in un traguardo basato sulla celebrazione di infinite differenze ed infinite differenziazioni. Sameness.

Silvio Carta
silviocartas.out@gmail.com

[8 novembre 2009]

> SILVIO CARTA

       

La sezione Books di ARCH'IT
è curata da Elisa Poli


laboratorio
informa
scaffale
servizi
in rete


archit.gif (990 byte)

iscriviti alla newsletter gratuita di ARCH'IT
(informativa sulla privacy)







© Copyright DADA architetti associati
Contents provided by iMage