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Beyond. Short Stories on the Post-Contemporary Pietro Valle |
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A cura di Pedro Gadanho Beyond. Short Stories on the Post-Contemporary no.1 "Scenarios and Speculations" Sun Architecture, 2009 128 pp., $40,00 acquista il libro online! |
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La casa editrice SUN Publishers è stata fondata nel 1969 ad Amsterdam con il nome di Socialist Publishers Nijmegen da un gruppo di giovani intellettuali e attivisti politici. Nei primi anni di attività gli editori si sono occupati prevalentemente di temi legati alla filosofia ed alla politica mentre è negli anni Ottanta che la casa editrice ha introdotto nel proprio catalogo testi inerenti all'architettura e all'urbanistica. Oggi SUN Publishers è considerata una piccola e prestigiosa realtà nel mondo della pubblicistica specializzata in architettura ed è entrata a far parte recentemente della casa editrice olandese Boom. SUN Publishers è conosciuta e rinomata per l'alta qualità delle sue traduzioni di testi stranieri -molti dei quali appartenenti all'ambito della teoria architettonica- e per la collaborazione con la Technical University di Delft. Dal 2008 è diretta dalla storica e curatrice Martien de Vletter. In questo contesto si colloca il bookazine Beyond, curato da Pedro Gadanho, di cui SUN Publishers ha appea presentato il secondo numero. [EP] |
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Il primo volume di Beyond, il bookazine pubblicato in Olanda, edito dall'architetto portoghese Pedro Gadanho, si propone di esplorare nuove forme di scrittura dell'architettura e dell'urbanistica estranee alle categorie solitamente riconosciute (critica, storia, recensione) e libere dalla dipendenza dalle immagini. Pur dichiarando che il libro-rivista contiene sia racconti sia saggi, Gadanho non nasconde la sua preferenza per la dimensione narrativa, capace, secondo lui, di dischiudere nuove visioni del contemporaneo e del futuro a venire. Quasi tutti gli scritti inclusi in questo primo numero, proposti da giovani autori di provenienza prevalentemente europea, si situano, infatti, nella dimensione del racconto o, meglio dello scenario, in quanto si prefiggono di descrivere mondi possibili o immaginati che hanno un rapporto dialettico con il presente storico in cui viviamo e con la sua dimensione insediativa. Nel raccontare storie, nell'allestire luoghi, la scrittura è responsabile della creazione di spazi paralleli, e questa sua natura proiettiva ha, secondo Gadanho, una profonda affinità con l'architettura, la quale, nella sua identità progettuale, da sempre immagina luoghi non ancora esistenti. In Beyond no. 1, troviamo quindi accelerazioni e distorsioni del presente, derive fantascientifiche e, sottesa a tutto, una diffusa nostalgia per una dimensione utopica dell'immaginazione architettonica, che sembra oggi persa nella riduzione della disciplina a bene di consumo di massa. Non è un caso che, insieme a scritti attuali, Beyond no.1 recuperi le "Dodici città ideali" di Superstudio del 1971, un chiaro rimando agli anni Sessanta e al loro attuale revival in diverse aree della sperimentazione architettonica attuale. C'è poi un racconto di Bruce Sterling, acclamato autore di fantascienza, recentemente oggetto di attenzione da parte degli architetti (è stato protagonista di un incontro all'ultimo congresso dell'UIA a Torino), "Re-doing Dubai" un fumetto di Wes Jones che era stato esposto alla Biennale Architettura 2008, un saggio del direttore di quest'ultima Aaron Betsky che riafferma il ruolo della scrittura come forma di architettura capace di andare oltre alla costruzione, ed un racconto di Michelle Provoost del gruppo olandese Crimson, uno dei collettivi di critici di architettura più interessanti degli ultimi anni. Tutti gli altri autori presenti sono giovanissimi e sconosciuti e quindi Beyond ha un positivo ruolo di talent-scout nello scoprire nuove identità che impiegano la scrittura (e, soprattutto, la narrativa) per parlare di architettura. Se le intenzioni sono nobili e i risultati gradevolmente leggibili, questo primo Beyond ha, tuttavia, diversi limiti nella sua percezione del ruolo della scrittura. Il tema proposto, "Scenarios and Speculations", è interpretato da quasi tutti gli autori come occasione per impiegare una narrativa incentrata quasi esclusivamente sulla dimensione visiva che immagina luoghi distorcendo il presente con amplificazioni scenografiche o post-catastrofiche già viste nella cultura della science-fiction degli ultimi decenni. Basti citare il nome di J.G. Ballard e confrontarlo con molti degli testi qui presenti per capire come egli abbia tracciato un canone per l'immaginazione architettonica recente: molti lo citano indirettamente senza neanche accorgersene. Nelle dichiarate intenzioni di diversi autori, la scrittura (o meglio la scrittura vista dagli architetti) diventa uno strumento che deve necessariamente offrire visioni e strumenti per reimmaginare la realtà insediativa della città globale. Uno dei pochi saggi, il testo introduttivo di Lara Schrijver "Scenarios and Speculations, Dreaming the World that May Still Become", è quasi normativo nel prescrivere alla scrittura una funzione metaprogettuale ristretta al reinventare il presente. La scrittura ha, tuttavia, molte più dimensioni di quelle qui presenti e, sicuramente, è libera anche di non essere finalizzata. La visione della funzione del testo di Beyond appare quindi limitata da una cultura progettuale di ascendenza prevalentemente architettonica che non sembra conoscere gli sviluppi delle teorie letterarie recenti. Curioso è poi il fatto che il desiderio di reinventare la realtà si espleti esclusivamente nella dimensione narrativa, quasi altre forme di scrittura non possano fare altrettanto. Una visione progressista-modernista di stampo positivista-ottocentesco livella quindi molti dei contributi di Beyond no.1, ma essa è la stessa con cui scrivevano Jules Verne e Le Corbusier. Eppure la scrittura non risiede solo qui e neanche il suo possibile rapporto con l'architettura. Basti ricordare che la teoria della letteratura degli ultimi decenni ha sviluppato diverse ipotesi sulla funzione del testo, sul ruolo dell'analogia e di figure come l'allegoria che intrattengono un rapporto di distanza dal reale senza negarlo. Come non ricordare, poi, che lo sviluppo del web ha fatto nascere nuove forme di scrittura ipertestuale e metatestuale che hanno eliminato il rapporto autore-lettore coinvolgendo diverse voci in un rapporto dialogico a più dimensioni? Non sono forse questi due casi di architettura del testo, che, senza prefigurare scenari, offrono paralleli alla pratica progettuale? Non tutto è vers une architecture: gli editori di Beyond dovrebbero forse ricordarlo e cercare di impiegare i prossimi numeri della rivista per aprire ad altre dimensioni della scrittura senza ridurla a mero strumento nelle mani dell'architettura. Pietro Valle pietrovalle@hotmail.com |
[23 dicembre 2009] |
La sezione Books di ARCH'IT laboratorio
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