Nelle memorie Giannina Censi ricorda l'incontro con Marinetti e con il futurismo.






"Intanto avevo conosciuto un altro maestro e capo del movimento Futurista F.T.Marinetti che entusiasta delle mie idee volle che interpretassi le sue aereo-poesie declamate da lui stesso. Venni così ingaggiata nella sua grande tournèe italiana presentando "Simultanina" suo ultimo lavoro teatrale. Girai con lui e la sua compagnia composta di una decina di attori e un'attrice sola, per 28 città d'Italia dal nord al sud, per terminare a Roma. A 17 anni non potevo immaginare che cosa fosse seguire una compagnia in un mese di lavoro. - Certe città italiane mi restarono nella mente: a Padova, città degli studenti fummo circondati dalla polizia perchè i giovani non concepivano ancora il futurismo e ci minacciavano con la loro violenza. In teatro avveniva il finimondo, tanto che nessun attore riusciva a recitare, le urla e i fischi e il lancio dei legumi accompagnavano le parole e la regia del lavoro. Solo alla mia uscita il pubblico si rimetteva in silenzio perchè ero l'unica donna giovane (dopo la prima attrice) che si esibiva con della musica più comprensibile. Ma alla fine della mia danza, la pioggia di pomodori riempiva il proscenio [...]. A Brindisi ci regalarono un enorme cesto, non di fiori, ma di legumi! Cipolle, carote, cavoli, peperoni, zucchine e altro, tutti riuniti in bella vista, tanto che facemmo una foto ricordo. Cesto che poi lasciammo al portiere del teatro che ci ringrazi= per il magnifico minestrone che avrebbe poi gustato."


Le aerodanze che Giannina Censi eseguì nella Galleria Pesaro rimangono senza dubbio fra le più celebri del suo repertorio. Sarà la stessa Censi a menzionarle nelle sue memorie, accennando ai commenti della stampa che aveva giudicato scandaloso e discinto il costume "balneare futurista" ideato da Prampolini per l'occasione.

"Feci in seguito altre serate con Marinetti nei circoli artistici di Trieste, Gorizia e Milano dove (1931) terminammo con una serata memorabile tenuta alla Galleria Pesaro di v. Manzoni. Oltre alle poesie di Marinetti io dovevo interpretare i quadri futuristi di Depero [sic] e di Prampolini. A questa serata venne tutta Milano, tanto che tutti i giornali ne parlarono, in bene e in male. Molte ballerine della Scala vollero vedere la mia esibizione, vestita di tubi metallici e a piedi nudi...grande scandalo! Sapevo di questa reazione, e ne godevo perchè sapevo quello che facevo."


Dunque, mentre Giannina danzava Marinetti declamava da dietro le quinte Decollalaggio, un brano inserito in seguito nell'Aeropoema del Golfo della Spezia (1935):




















"Di colpo lontano dal
terrestre tic-tac femminile
Agello Castoldi ed io ci
sentiamo a 200 300 metri
con furia ingoiare il bel lago
spumoso quando finalmente
si trionfa nell'entrare fra gli
illustri onnipotenti Signori
Chilometri 700 all'ora
uuuaaaa
nnnnaaaaa
uuaaaaaaaa
Deliriio dell'atmosfera che
disserra a poco a poco le sue
cosce lisce turchine dure
tanto tanto dure ecco si dà
tutta aperta verso lo
spasimo incalcolabile
spalancandosi di voluttà e
ovatta iraconda vi penetro
dentro.
Contro le mie guance e le
mie tempie contro il casco di
cuoio sfregamento lugubre
incandescente del suo
piacere tropicale ti tengo
motore strambo immenso
soprannaturale mooostro
abbattermi vuoi schiacciarmi
tenta tenta se puoi di
bruciarmi masticami coi tuoi
ingranaggi dentati e
martellamenti di tubi che
vampano.
Sono io il più forte
contro la tua raaabbia. Chi
se non io ti guiderà ti
preciserà dove vai.
Brutalmente cancellare così
un intero orizzonte
grandioso e tutto il fasto del Lago di Garda ridotto di
metà.
Che gioia vuoi scavalcare il
Mediterraneo come un
catino di porcellana e
turchese in cui si lava e si
specchia l'ovale grazioso del
sole.
Anche le montagne si
sforzano di strapparmi con
denti di vento le bozze
dell'aeropoema anche le
montagne nevosi coperchi di
scatole di regali natalizi da
cui scattiamo
giuocattoliribelli fra tanto
rimescolio di paraventi
cristallo e seta marina
uuuuuuaaaaaaa
uuuuuuuaaaaaaaaaa
uuuaaaaaaaaaaa"



ascolta la
declamazione
di Marinetti



Il manifesto de La danza futurista di Marinetti apparve pubblicato nel 1917 in "L'Italia futurista". Si tratta dell'unico manifesto interamente dedicato dal teorico del movimento futurista alla danza. Contro "le danze passatiste che non si devono rievocare, nè esumare, nè rinnovare" Marinetti inneggia a una danza che sia disarmonica, sgarbata, antigraziosa, asimmetrica, dinamica, atecnica, parolibera come lo sono la Danza dello Sharpnel, la Danza della mitragliatrice e la Danza dell'aviatore. Bisognerà aspettare Giannina Censi nel 1930 per l'attuazione di questi principi: la prima a trudurre le sensazioni del volo nelle sue aerodanze, trasformando il proprio corpo in velocità e ritmo di stantuffi e pulegge, ricreando quel "metallismo della danza" tanto caro a Marinetti.