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TOMMASO PRINCIPI/OBR. Ben Van Berkel





Laura Negrini
"Ben Van Berkel"
Italia, 2001
Edilstampa
139pp, $15.49
"Sii curioso, chiedi sempre: avete qualcosa per noi? Presta interesse per altre filosofie, sii fantasioso, gioca ed esperimenta". E' con questa esortazione che si apre la prima monografia italiana su Ben Van Berkel, a cura di Laura Negrini, edita da Edilstampa.

[02feb2002]
Dilatazione del proprio orizzonte, apertura alla differenza e alla complessità sono le condizioni culturali necessarie per un nuovo approccio progettuale. Ben Van Berkel e Caroline Bos nel 1998 rifondano il loro studio in United Network, una nuova forma organizzativa che predilige i contributi interdisciplinari e gestisce reti di specialisti e di dati. Attivi da più di tredici anni, vantano un numero consistente di realizzazioni che evidenziano una ricerca architettonica sempre in evoluzione. Se "Move" (di Ben Van Berkel e Caroline Bos) costituisce un'antologia personale raffinata e complessa sulla figura dell'architetto contemporaneo, la monografia di Laura Negrini si presenta come una guida lineare, utile per conoscere e approfondire il lavoro di una delle figure emergenti dell'attuale panorama architettonico. Il testo è strutturato in due parti: la prima descrive i metodi e la filosofia progettuale di UN studio; la seconda è una presentazione cronologica, attraverso schede, dei progetti e delle opere realizzate. Rifuggendo dall'inganno del paradigma funzionalista, elaborando le teorie della "nuova scienza" e del pensiero postrutturalista di Gilles Deleuze, UN studio prefigura un nuovo ruolo per il progettista contemporaneo.

All'interno del caos, del rapido mutare degli eventi e della proliferazione delle forze in gioco, l'architetto tenta di fissare un ordine temporaneo e di cogliere "istantanee di una realtà che non è mai fissa". Al progettista resta pertanto il compito di tracciare un campo di immanenza ove si svolgano processi che operano entro molteplicità concrete. Per UN studio lo spazio architettonico assume le caratteristiche di uno spazio fluido e quindi duttile all'apporto delle innumerevoli figure coinvolte e alla interazione delle mobile forces (fisiche, culturali, politiche ed economiche). Ben Van Berkel definisce un approccio progettuale che, dando alla creazione un valore effimero e temporaneo, prelude alla futura mutazione non lineare dell'opera realizzata. Come evidenziato da Laura Negrini "il valore della creazione potrà durare un istante, muterà l'istante successivo perché influenzato da nuovi campi di forza".

UN studio individua la necessità di scardinare le barriere disciplinari alimentandosi degli apporti delle diverse esperienze e avvalendosi di collaudati e personalizzati strumenti progettuali come il diagramma e l'elaborazione digitale. Questi strumenti, più che per la mera rappresentazione, sono utilizzati come sistemi generatori, per individuare nuove direzioni di sperimentazione e per amplificare le possibili interpretazioni. Accettando le regole del mercato, le istanze intellettuali dell'avanguardia e la fine della progettazione gerarchica, UN studio sembra proseguire la strada aperta da Koolhaas. Il progetto architettonico, influenzato dai flussi esistenti, dalle informazioni e dalle mobile forces, come asserisce lo stesso Van Berkel "può prendere qualsiasi forma; box o blob non ha più alcuna importanza". Se l'architettura, nella complessità della realtà globale non incarna significati, deve però necessariamente generare significati riguardanti il nostro essere contemporanei. Così Van Berkel: "i migliori effetti che l'architettura può produrre sono la proliferazione e il movimento, effetti che anticipano, che sorprendono, climatici, cinematici, legati al tempo, non lineari.."

Interessanti le opere e i progetti presentati di carattere infrastrutturale come il ponte Erasmus di Rotterdam, la stazione centrale di Arnhem e soprattutto gli innumerevoli edifici di servizio per ponti, tunnel e ferrovie. Questi ultimi, che ci appaiono come oggetti autonomi e autosufficienti all'interno del terrain vague delle aree interstiziali di svincoli infrastrutturali, testimoniano occasioni di ricerca progettuale in cui evadere dalla libertà condizionata della società urbana e dalle sue convenzioni culturali, verso lo studio di nuove forme percettive e visioni cinematiche. E' in questi edifici minori per funzione ed importanza che si sviluppa la ricerca sui materiali, sulla geometria non lineare e in cui si concretizza l'estrema cura per il dettaglio e per l'aspetto costruttivo.

Villa Wilbrink e Moebius House sono l'occasione per Ben Van Berkel di affrontare il tema dell'abitare contemporaneo e della residenza isolata. Opera paradigmatica dell'approccio progettuale di Un studio, la Moebius House si articola secondo un impianto che trae spunto dalla figura topologica dell'anello di Moebius. La superficie continua, generandosi non più solamente nelle due dimensioni, è capace di mutare in un organismo complesso, producendo nuovi significati sul rapporto interno-esterno. I musei di Twente e soprattutto di Nijmegen evidenziano una ricerca sul tema del museo contemporaneo come spazio ibrido tra supermercato, tempio e luogo di incontro. L'ultimo progetto pubblicato è il concorso vinto recentemente per la realizzazione di Ponte Parodi a Genova, un passo importante verso il completamento del nuovo waterfront cittadino. In attesa dell'inizio lavori auspichiamo che anche in Italia, e non solo nel resto dell'Europa, i giovani architetti diventino gli interpreti del cambiamento in atto nella società contemporanea.

Tommaso Principi
t.principi@openbuildingresearch.com
Tommaso Principi (1970) nasce a Firenze. Dopo gli studi presso la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli Studi di Bologna, si trasferisce a Genova dove si Laurea in Architettura con i docenti Enrico D.Bona e Donald Hart. 
Dal 1992 al 1995 realizza alcuni cortometraggi sulla decostruzione in ambito cinematografico. Dal 1995 al 1996 frequenta il seminario annuale in sistemi video presso il Di.S.S.P.E dell'Università degli Studi di Genova.
Dal 1997 al 1999 collabora nello studio Renzo Piano Building Workshop.
All'inizio del 2000, insieme ad alcuni colleghi della RPBW, fonda OBR Architetti Associati.

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la pagina collection è curata da
Matteo Agnoletto

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