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5+1. Gioco di Pazienza per l'87° distretto.





Ed Mcbain
"87° distretto. Quattro indagini"
Mondadori, 2001
pp 606  Euro 16,53

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"Era una cittą fatta di contrasti. Provate a seguire la Esplanade Avenue verso la periferia fin dove le rotaie della Central-Northeastern salgono in superficie. Nello spazio di un isolato, il quartiere vi si sgretola sotto gli occhi, i palazzi con la tenda sopra l'ingresso e i portieri in divisa cedono di colpo il passo a tristi edifici di mattoni, cittadini ben vestiti e ben nutriti si trasformano in disoccupati cenciosi e affamati, vittime della miseria. Imboccate una qualsiasi strada laterale che tagli attraverso l'87° Distretto, seguitela oltre Manson Avenue, e Culver e Ainsely Avenue, e vi troverete a percorrere tristi bassifondi che si diramano come formazioni cancerose e poi, tutt'a un tratto, si bloccano sulla linea dell'originale Silvermine Road a un tiro di schioppo dalle eleganti costruzioni in legno, costose ed esclusive, di Smoke rise. Andate fino in centro, nel Quarter, e finirete nel bel mezzo di una fantasiosa comunitą di borghesi artistoidi, con negozi di mobili d'arte e soprammobili d'artigianato, con i piccoli teatri di case di pietra ben ripulita, le facciate a smeriglio, le ringhiere dipinte di fresco, le lucide scale antincendio, le finestre con le persiane verniciate, i vicoli e i cortili lastricati a pietre, i portavasi colorati con i fiori primaverili appesi negli androni, le porte con maniglie e battenti d'ottone lustrato. Proseguite dritti davanti al vostro naso e arriverete a Little Italy, un ghetto popoloso quanto quelli della periferia, ma di tipo diverso, dove potete gustare un caffé fatto con la macchina espresso, assaporare gli odori pesanti di una cucina napoletana trapiantata oltre oceano mescolati con l'aroma della carne di porco arrosto che viene da Chinatown, appena un isolato pił in lą, dove le cabine telefoniche sembrano pagode in miniatura e dove i telefoni funzionano assai di rado, esattamente come i loro cugini della periferia. ... Poi proseguite per due e tre isolati, attraversate il grande viale dove una volta passava la sopraelevata, di cui ora non esiste pił nemmeno l'ombra, e troverete case diroccate, mucchi di rifiuti, lampioni nuovi di zecca, taverne e lunghissimi muri di stabilimenti, che servono da sostegno a grappoli di ubriachi, il tutto esposto al bel sole di giugno."

[16sep2002]
Contro chi parla e non sa di cosa parlare ma deve parlare.
Contro chi per fare parla e se deve fare continua a parlare.
Contro per non essere contro e accettare la sfida: il sollievo di uno scrittore giallista nato nel 1926 che nel 1956 ha cominciato a descrivere la cittą per quello che č senza cercare parole nuove o loghi di moda.

in attesa del disgelo ...

Alfonso Femia
alfonso@cinquepiuuno.com

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Matteo Agnoletto

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