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Il valore degli ipermedia nella storia dell'architettura

di Silvia Bendinelli

[11mar2000]


Con l'avvento delle nuove tecnologie a base informatica il processo comunicativo sta attraversando un radicale mutamento di impostazione: tecnologie innovative e nuovi media permettono infatti, non solo di facilitare l'accesso alle informazioni, ma promettono un approccio migliorato ad esso, anche nel caso di materiale complesso dal punto di vista della gestione e comunicazione. In particolare, nel campo della storia dell'architettura, tali possibilità sono garantite anche grazie all'utilizzo dell'ipermedia, un rinnovato oggetto comunicativo che, grazie alla multimedialità, consente di tradurre un notevole e composito patrimonio informativo, difficilmente accessibile nella sua interezza, al fine di decodificarne le informazioni e renderle facilmente fruibili. Ma, come approfondiremo meglio nelle righe che seguono, l'ipermedia non è semplicemente il risultato dello sviluppo tecnologico di mezzi già esistenti, ed assicura, nella sua specifica formulazione, un valore aggiunto tale da determinare un effettivo aumento di "qualità" del prodotto.

L'ipermedia associa due concetti fondamentali: l'ipertesto e il multimedia. L'ipertesto è basato su un'idea teorica non particolarmente innovativa, quella cioè della non linearità, concetto che ritroviamo anche nel dizionario, nell'atlante o nell'enciclopedia, e rende possibili legami "trasversali" fra unità di testo, che possono non seguire una struttura lineare. E, come ovvio supporre, il concetto di ipertesto, nella sua caratteristica oggettiva di non linearità, seppur legato anche a prodotti editoriali tradizionali, è infinitamente implementabile grazie ai vorticosi sviluppi tecnologici di questi giorni. Il multimedia è invece una forma tecnologica recente, imperniata sulle possibilità delle nuove tecnologie, grazie a quale è garantita una gestione simultanea e integrata di più media e finalizzata a raggiungere una quantità di informazioni il più vasta e multiforme possibile. L'ipermedia (ipertesto+multimedia) può vantare quindi l'intrinseca qualità di comunicare in maniera strutturata ed efficace un'organizzazione strutturale complessa e soprattutto in maniera non strettamente dipendente dal testo. In definitiva la combinazione di ipertesto e multimedialità non è semplicemente la sommatoria dei due concetti appena definiti, bensì una fertile integrazione che consente al prodotto ipermediale di raggiungere risultati non altrimenti pensabili.

I vantaggi precipui dell'ipermedia stanno essenzialmente nel differente procedimento mentale cui va incontro la nostra capacità sensoriale nel corso della fruizione di un prodotto ipermediale, rispetto a quello di un libro tradizionale: per comunicare i contenuti di un qualsiasi forma testuale strutturata linearmente, è necessario affrontare una duplice opera di rielaborazione, sia da parte di chi scrive, che deve cercare di far arrivare il messaggio senza ambiguità, oltre che un analogo processo di decodificazione del ricevente. Il cerchio della comunicazione si chiude nel momento in cui il lettore riceve il messaggio, ovvero quando riesce a terminare con successo il procedimento di ricostruzione astratta. Tale operazione è evidentemente complessa dal punto di vista cognitivo e richiede una notevole attenzione. Queste osservazioni ci permettono di affermare che, se la struttura della comunicazione è idonea, la conoscenza è garantita: quanto più semplice, trasparente e immediata sarà la relazione che lega questi due forme della mente, maggiore anche la riuscita del processo comunicativo. Pertanto l'isomorfismo tra le due strutture, quella della conoscenza e quella della comunicazione, diventa la chiave di volta attorno a cui far ruotare l'efficacia del processo comunicativo in quanto rimuove, o almeno semplifica, la difficile fase di traduzione tra la comunicazione della materia e l'appropriazione della stessa.

È proprio in questo contesto che il concetto di ipermedia diventa di fondamentale importanza: così come avviene nei diagrammi, negli elaborati architettonici, nelle mappe dove la struttura comunicativa è "trasparente" e non mediata, i contenuti hanno la possibilità di plasmare la forma comunicativa tanto da assicurare alla struttura un ruolo decisamente preminente ai fini del processo conoscitivo. Mentre l'organizzazione lineare caratteristica del testo è per sua natura rigida e non concede digressioni, la pluridimensionalità dell'ipermedia permette invece di scoprire una libertà su più livelli, consentendo di adattare l'oggetto della comunicazione alle esigenze di approfondimento individuali. Inoltre l'ipermedia e la sua forma non lineare, o pluridimensionale che dir si voglia, non solo permette il "libero arbitrio" al lettore ma anzi lo esige e il fruitore, da passivo esecutore, diviene attivo "decisore", introducendo fattori motivazionali determinanti: il lettore entra nelle scelte e si "responsabilizza" durante il processo comunicativo in modo da stimolarne l'atteggiamento attivo, un ingrediente essenziale dell'apprendimento implicito.


Silvia Bendinelli

silvia.bendine@lycosmail.com
De Fusco Renato (editor)
Topocronologia dell' architettura europea.
Italia, Zanichelli 1999
840pp, con CD-ROM




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