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L'esperienza del C.A.S.A. di Silvia Bendinelli |
[17may2000] | |||
Modello tridimensionale dell'abbazia di Bath (1499) |
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Il sito di C.A.S.A. rende chiaramente accessibili i progetti di ricerca portati
avanti in questi ultimi anni oltre che quelli avviati e tuttora in corso. Le prime
esperienze, risalenti al 1991, sono legate all'elaborazione di un modello virtuale
"navigabile" della città di Bath, un'operazione finanziariamente sostenuta
dall'amministrazione comunale, che prevedeva di realizzare un "plastico"
informatizzato, una sorta di base interpretativa e percettiva, grazie alla quale gli
architetti e gli urbanisti avrebbero potuto valutare l'impatto visivo delle loro proposte
progettuali. Una basilare riflessione storica subentra allorché lo sviluppo urbano nel
corso dei secoli assumeva il valore di un dato conoscitivo fondamentale: il modello di
Bath approfondisce anche lo sviluppo della città sulla base di una carta del 1610 e
questa ricostruzione storica invita i progettisti a rispettare la città, mantenendone
l'originaria qualità urbana. Nell'ambito dello stesso progetto, sono stati ricostruiti
approfonditamente l'abbazia, di cui il sito ci dà la possibilità di scaricare un piccolo
filmato, il Circus e il Royal Crescent, realizzati da John Wood e del suo omonimo figlio
nella seconda metà del XVIII secolo, e rappresentano complessi architettonici di notevole
influenza sulla nuova edilizia e sugli sviluppi del pittorico inglese. L'impostazione del
progetto contemplava anche un anelito conoscitivo esteso al contesto territoriale: il
modello virtuale è stato infatti "allargato", fino a rappresentare l'ambiente
paesaggistico circostante per 5 miglia fuori dalla città di Bath: un desiderio analitico
che dimostra l'attenzione inglese per il profilo della campagna, fondamentale per un
consono inserimento di nuove realizzazioni nel contesto ambientale di Bath. Nel 1994, in occasione della grande mostra allestita in Palazzo Tè a Mantova sulla figura di Leon Battisti Alberti (1404-1472), C.A.S.A. ha collaborato attivamente allo studio e alla rielaborazione informatica dei disegni progettuali dell'architetto rinascimentale. L'allestimento prevedeva infatti un massiccio utilizzo del computer, in un momento in cui le nuove tecnologie al servizio delle materie storiche, non erano ancora state previste come metodo fruttuoso e interessante. Agli occhi dei profani, tale accostamento "futuribile" non poteva che lasciare perplessi: nel lontano 1994, quando visitai la mostra, ignara dei futuri sviluppi e dei miei attuali interessi mi sono trovata a ritenere eccessivo, oltre che invadente, la presenza del computer. L'evento, fortemente voluto e promosso dalla Olivetti, rappresentò senz'altro un importante passo verso il riconoscimento degli apporti dell'informatica verso la ricerca, la sistematizzazione e la diffusione degli studi storici in architettura. Grazie ad un utilizzo estensivo del computer il visitatore poteva approfondire le teorie del grande trattatista quattrocentesco e soprattutto la forma concreta che queste assunsero nella pratica costruttiva: venivano illustrati analisi fotogrammetriche e ricostruzioni virtuali dei progetti realizzati, quali il Tempio Malatestiano a Rimini, il Palazzo e il Sepolcro Rucellai di Firenze e la cattedrale di Pienza, oltre che maestosi modelli lignei in scala, anch'essi realizzati con il supporto delle macchine a controllo numerico e quindi legati all'applicazione delle tecnologie informatiche. Altre interessanti realizzazioni compiute da C.A.S.A. in questi anni sono le ricostruzioni virtuali del progetto per teatro di Sebastiano Serlio (1475-1554) di Baldassarre Peruzzi (1481-1536), per i quali la falsa prospettiva assumeva un ruolo fondamentale in grado di assicurare, almeno visivamente, una maggiore profondità spaziale. Anche Inigo Jones e le sue prospettive create per la Banqueting House di Londra del 1619-22, sono state indagate con i mezzi della ricostruzione su computer: con un'operazione di vero e proprio restauro virtuale, sono state ricostruite le facciate delle abitazioni prima della definitiva alterazione del diciottesimo secolo. Tali ricerche hanno fornito il materiale per la mostra alla Royal Academy del 1993. Un intento di ricostruzione virtuale della situazione originaria è evidente anche nell'analisi computerizzata del Covent Garden sempre a Londra. Questa piazza, anch'essa progettata da Inigo Jones nel 1640, ha subito una consistente serie di imponenti trasformazioni soprattutto in conseguenza delle demolizioni dei porticati delle abitazioni che, oltre la costruzione del mercato nel periodo vittoriano, rendono difficilmente percepibili gli intenti di grandezza dell'architetto inglese. Le attuali attività del Centro sono rivolte ad approfondire ulteriormente il rapporto fra storia dell'architettura e informatica secondo un piano interdisciplinare di grande respiro. Ma quello che traspare dalla consultazione on-line del sito è una grande disponibilità un intento divulgativo che si concretizza nell'organizzazione e allestimento di mostre, anche itineranti, e nella traduzione di due opere di trattatisti rinascimentali: i "Sette libri dell'architettura di Sebastiano Serlio bolognese" (1537) e i "Quattro libri dell'architettura" (1570) di Andrea Palladio. |
Ricostruzione virtuale dello schema originario di Inigo Jones per il Covent Garden a Londra (1640) |
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Silvia Bendinelli silvia.bendine@lycosmail.com |
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questo spazio di Arch'it è curato da Silvia Bendinelli. Potete scrivere per intervenire o per suggerire argomenti di discussione. laboratorio
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