e-Story

Il progetto Pompey: la ricerca digitale e la ricostruzione virtuale del primo teatro di Roma

di Silvia Bendinelli

 

Chi considera le tecniche di Virtual Reality esclusivamente un mezzo di potenziamento di metodi tradizionali di ricerca dovrebbe informarsi sulle ricerche portate avanti da Richard Beacham, professore di storia del teatro alla scuola di studi teatrali della Università di Warwick, UK. Si tratta della ricostruzione virtuale del grande teatro di Pompeo costruito nel 55 a.C. su ordine del generale Pompeo il Grande: tale enorme struttura, il primo teatro permanente di Roma, comprendeva, oltre alla macchina teatrale in se stessa, un vasto complesso di piacere con giardini, portici e gallerie d’arte. Inoltre esso includeva un palazzo destinato anche alle riunioni del senato e fu proprio qui che Cesare venne assassinato nel 44 a.C.


Ricostruzione digitale dell'orchestra e del palcoscenico nel Teatro di
Pompeo.

[28may2001]
Sembra addirittura che Vitruvio, nel trattato De Architectura, si sia riferito all’edificio di Pompeo, allora recentemente completato, nell’indicare le linee guida per le strutture teatrali. Questa costruzione diventò pertanto un archetipo per l’architettura della rappresentazione in tutto l’Impero Romano e la sua influenza si è fatta sentire anche nei secoli successivi, fino al Rinascimento e oltre. Attualmente restano ben pochi elementi su cui fare ricerca in quanto la struttura è nascosta da costruzioni posteriori che non permettono uno scavo approfondito: così, in mancanza di nuovi studi, alcuni problemi di grande portata rimangono aperti e controversi.


Teatro di Pompeo: pianta dello stato attuale, comprese le strutture
post-antiche (quelle esistenti sono campite di scuro).
Quando edifici di grande importanza storica non esistono più oppure non possono essere adeguatamente scavati, come in questo caso, il tentativo di analizzare procedimenti ed esecuzioni storiche nei suoi materiali e nella loro ideazione è frustrante poichè incompleto. In questo contesto la tecnologia della Virtual Reality risulta di basilare importanza perchè in grado di ricostruire evidenze dettagliate sia architettoniche, che archeologiche, pittoriche e testuali. Viene infatti creato uno spazio tridimensionale che contiene informazioni sulla struttura e interpreta gli spazi perduti. Questi spazi tredimensionali facilitano immensamente l’analisi di palcoscenici architetturali, di prospettive, dell’organizzazione e sfruttamento dello spazio di rappresentazione. Insieme ad altre tecnologie di realtà virtuale, possono essere raggiunti risultati fino ad ora considerati impossibili nell’esame della qualità ambientale di questi spazi compresi l’illuminazione, l’acustica e il movimento.


Ricostruzione digitale dell'auditorium del Teatro di Pompeo, verso il Tempio di Venere.

In definitiva le basi su cui si fondano ricerche di virtual reality comprendono:

1. la capacità di elaborare e maneggiare quantità enormi di dati che permettono di migliorare l'analisi e le ipotesi; per esempio nella calcolo e nella documentazione delle ricostruzioni architettoniche;

2. i modelli 3D sono caratterizzati da proprietà, funzioni e vantaggi dei programmi CAD: entrambi i sistemi si affidano su un set di coordinate precisi e richiedono un altissimo grado di affidabilità -sono inesorabili a tale riguardo! Inoltre, poiché i modelli 3D richiedono i collegamenti spaziali fra oggetti, i problemi di rapporto, proporzione, misura e disegno, che sono difficili da identificare durante la creazione delle rappresentazioni 2D, diventano immediatamente chiari. Nel costruire un modello tridimensionale, basato sui dati esistenti e verificati, sono necessari continui procedure di riesame e reinterpretazione dei dati e degli stati di avanzamento, secondo una metodologia precedentemente non concepibili per l’alto contenuto di lavoro necessario;

3. A differenza dei disegni o dei modelli solidi, il modello virtuale può subire molto facilmente e rapidamente le variazioni conseguenti all’introduzione di nuovi dati, o per rappresentare le ipotesi alternative. Tanto più, le conseguenze delle modifiche in particolari elementi del modello possono immediatamente essere visualizzate. In questo modo è possibile valutare rapidamente gli effetti, analizzare vari informazioni comparative, stabilire quale ipotesi alternative risulta più credibile e diffondere più ipotesi come componenti fondamentali del modello finale; 

4. i modelli 3D permettono di avere anche altre forme di informazione come il calcolo dei volumi e il rilievo metrico di una costruzione; inoltre gli edifici possono essere modellati ad hoc per permettere ricerche volutamente parziali in modo da studiare dati e ipotesi architettoniche richieste quali la luce e l'acustica;

5. una libreria di modelli 3D così realizzati faciliterebbe notevolmente l'analisi dettagliata dei precedenti architettonici e delle sue conseguenze, creando una sorta di genealogia dell’architettura; 

6. ricerche di questo tipo permettono agli archeologhi di determinare più precisamente i luoghi dove più probabilmente lo scavo potrebbe avere esito positivo. Questo tipo di interventi ridurrebbe considerevolmente la quantità di scavi archeologici.


Ricostruzione digitale della facciata esterna del Teatro di Pompeo.

Inoltre il progetto esemplifica i benefici nelle procedure di diffusione dei risultati delle ricerca compiute. Infatti si hanno:
 
1. costi limitati a livello di propagazione;

2. una esauriente illustrazione dei dati che, oltretutto, comprende una vasta gamma di formati multimediali. Grazie alla comprensione di basi di dati complete, sia svincolate che inserite in modelli 3D, la ricerca che ne deriva diventa una combinazione significativa per lo studioso;

3. un numero elevato di possibilità di interrogazione, rese talmente sofisticate ed efficienti da facilitare le ricerche 

4. la possibilità di modi alternativi e interattivi a livello di ricezione. Questa caratteristica più che mai emancipa il fruitore del testo elettronico multimedio da visioni critiche dei produttori della risorsa; in tal modo il ricercatore ha la possibilità di interpretare e sfruttare la risorsa secondo le proprie necessità, aspettative e contesti (educativi, di ricerca, per il museo, ecc.);

5. la capacità di ingrandire indefinitamente i modelli 3D, permettendo notevoli vantaggi analitici tipicamente tipici di rappresentazioni molto dettagliate;

6. la possibilità di aggiornare l’eventuale website di riferiemento al progetto in tempo reale secondo gli avanzamenti delle ricerche e dei contributi degli studiosi. Può diventare così un importante luogo di scambio culturale e condurre a concettualizzazioni innovative;

7. la diffusione delle immagini ricche di contenuti, interattive, in movimento. Tali rappresentazioni sono notevolmente migliori delle immagini statiche per scopi educativi poichè fanno leva sull'immaginazione dei fruitori permettendo loro di consultare attivamente l'oggetto e le informazioni ad esso connesse in base ai propri interessi. In un contesto di museale/educativo potrebbero essere uilizzate per costruire una passeggiata virutale intorno alla ricostruzione virtuale e fornire esperienze immersive e interattive. 

Tale metodo di lavoro ha in definitiva avuto vantaggi finora non immaginabili per il progetto. In modo dimostrabile ha migliorato il processo di ricerca sia dal punto di vista di efficienza che efficacia e certamente ottimizzerà la diffusione. Garantisce inoltre la possibilità di una interpretazione “aperta” delle ricerche compiute finora. La tecnologia di VR è stata inoltre un duro banco di prova perchè ha richiesto collaboratori di caratteristiche tecniche differenziate e la conseguente formazione di un gruppo eterogeneo. L’intenzione del gruppo di ricercatori coordinato dal professor Beacham intende portare avanti le ricerche nell’ottica di rendere tali spazi virtuali luoghi di prestazioni virtuali, e stimola riflessioni sui possibili sinergismi fra media e metodologie di teatro e virtualità.

Silvia Bendinelli
sbendinelli@katamail.com
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